MCCCCC, \PRII.E. 268 1000 per averlo. Antonio Maria di San Severino fu-zite, per via di uno aleniano ; et Frachasso, il mar-chexe Hermes, e Marchexin Stanga, sono presoni, e uno fradello di Mantoa. Ilern, lì a la corte si ritrova uno prete, per il marchexe di Mantoa drizato a Mon-pensier ; voi conzar con danari la sua cossa. Item, fiorentini par voglino Lucha e Pisa; il roy sarà contento e le darà. E il re, rasonando con lui orator, li disse: Voglio tuor 1* intrade di Ascanio, e dii generai di Humiliati, e meterli contra il turcho, et armar. Fi quanto al scriver, e. dar sussidio di danari al re di Ilongaria, il re dice non poi; ha gran spexa, e niun dii suo conseio vuol ; ma ben dice farà armata per tuto il mexe di zugno, e bisognava conzar nave, e manderà a tuor una im Bertagna. Item, et prior di Alvernia, fo lì a la corte, voleva si armasse galie, e lui orator disse saria meio nave; et il gran prior di Franza, fradello dii Cardinal Roani, eh’ è monsignor de Albi, è sta mandà per lui, per le cosse di mar. Conclude, il conseio dii re non voi dagi danari al re di Ilongaria ; et il Cardinal Roam si aspeta, e trarà di Milan, come scrisse prima, franchi 400 inilia ; e il re voi tuor danari da li preti, per spenderli contra il turcho ; et che ivi era oratori di Spagna e di Ze-noa, con li qual parlò di armar. 98 * In questo pregadi fo publichato, chi non pagerà quello sono debitori, il primo gram conseio si farà in locho suo, e sarano cazadi di offieij. Fu posto per tre di nui savij ai hordeni, zoè Molili, Jo et Venier, che li provedadori sora le nave debino veder le raxon di patroni dii trafego, et venir a referir in colegio. Ave 5 di no, el resto di sì. E fo presa. Fu posto per tutti di colegio, di poter levar con ogni navilio le robe di la Romania bassa, atento le galie si crede non vadi al viazo, et siano im pericolo etc. Et sier Domenego Pixani, provedador di comun, parloe, dicendo saria meio alender a levar le robe sono a Damasco et Alexandria de’ nostri, eh’ è un grandissimo liaver. Et'Jo li rispusi acomodatamente. Or lui, sier Domenego Pixani, come provedador di comun, messe a l’incontro di indusiar, et che li savij di colegio debbi venir el primo pregadi con le sue opinion, zercha il levar le merchadantie di Levante. Et sier Luca Zen, savio dii conseio, sier Zorzi Emo, savio a terra ferma, et Jo, Mariti Sanudo, savio ai ordeni, eramo in setimana, fossemo a la Signoria, dicendo lui non poi poner parte di meler pena al colegio; et lui a l’incontro diceva de sì. Et li consieri terminò non potesse meter pena. Et iterum lui saltò in renga, mostrò la parte dii 1408, che dava libertà a li provedadori di comun, potesse meter parte su cosse da mar eie. Tamen 0 fece. Messe solum de indusiar, e volea la soa parte andasse avanti la nostra. Non fo lassato. Ave una non sincera, 2 di no, 35 dii provedador di comun, 105 la nostra. E fo presa. A dì 29 aprii. In colegio vene l’orator di Franza, et ditto di la venuta di oratori dii suo re vienneno qui, contra IL qual fo mandato patricij per honorarli, et alozerà in la caxa dove sta esso domino Acursio a San Stephano. Et lui li andò contra con li altri. Et a questi elianti li fo fato le spexe di danari di la Signoria nostra. Item, ditto orator recomandò uno merchadante francese, al qual li fo tolto certe zoie e danari da alcuni di cremonese, videlicet di Manara, da Pizegaton, per valuta, ut dicitur, di ducati 1200. Or per colegio fo ordinato scriver de lì, fusse satisfate di beni di ditti Manara ; el qual mostrò letere dii roy in soa rioomandation. Vene sier Doinenego Mariti e sier Piero Balbi, provedadori sopra la exatiom, e aricordò molte cosse per scuoder li debitori, e si toglij li prò’ a la chamera d’imprestidi di debitori ; et presentò una poliza de alcuni, qualli haveano intachà le sue casse, li qua Ili sono questi : sier Luca da Pexaro, quondam sier Bortolo, fo strillato per ladro ; sier Anzolo Trun, quondam sier Andrea ; sier Hironimo Donado, quondam sier Nicolò; sier Nicolò Contarmi, quondam sier Al-vixe, per dazio dii viti ; e uno altro; unde fo mandà per li avogadori di comun, et comesso a sier Marco Sanudo, l’avogador, li debbi punir, justa la forma di le leze; tamen 0 fu fatto. Da Crema, di 26. Come monsignor di Lenicli dovea intrar im Pavia, e tutto Milan è in fuga ; si tien serate le botege, et che francesi a Milam et a Pavia fanno molte disonestade. Da Vicenza e Padoa. Zercha la venuta di questi do oratori francesi, eli’ è cavalli 32; li hanno hono-rato li rectori, et alozati a Padoa a l’hostaria; et questa matina si partono per venir qui. Da Trevixo. Zercha l’andata di l’Alviano in Frinì con le zente. Da Trani, di l’università. Come voriano dar il stendardo za fato, et far chome hanno fato a sier Al- ■ vise Contarmi, lhoro governador ; uni le parse il colegio, justa la leze, non lo desse, licei sier Zorzi Emo, suo cugnado, parlasse. Et fo terminà tutti li altri go-vernadori, stati in le terre di Puia, lo dovesseno restituir ; tamen non fo altro ; et questo non l’ebe. Intrò li cai di X, con Alvise di Dardani, guardimi dii Cardinal Ascanio, et conferì con la Signoria alcune cosse, nescio quid.