MCCCCC, LUGLIO. .'(il Or, zonto dal zeneral, andò a visitarlo su la soa ga-lia a liore 2 (fi note; trovò quello in lelo, scrive co-loquij usati, et come il zeneral lo riprese. Dice è ga-lie 35, zoè X col provedador Pixani verso Modon, 13 grosse et 12soli!, et 8 seguita l’arnia’ turchescha con sier Ilironimo Contarini, provedador di l’armada. A dì 30 laiu. Ili colcgio, reduti da basso in camera solita, vene Piero Rizo, corier, con letere di Eiemagna, di Marco Bevazam, secretario nostro. Et mandò il principe fuora chi non era dii conscio di X. Et vene l’orator di Pranza ; li coloquij abuti non scrivo. Poi veneno li do araldi, e quel fra’ Mathio, cavalier di Rodi ; el seperati et uniti fono alditi con li capi di X, et leto le letere dii segnor turco, scrive al re di Pranza con questa mansioni, qui soto ano-tada, viddicet: Sultani Baiasit, cam, per la Dio grada imperador arando et potentissimo, dominante l’Asia et Europa et le soe aderentie eie., a lo illustrissimo et potentissimo et christianissimo re di Pranza, salute. El è data in campo a Chipsala, a dì mexe 14, videlkel aprii, tic li anni dii propheta Mahumeth 905. Et in una altra vidi, dice: data in campo, in li pavioni; e scrive ue li anni di lo advenimento di Christo 1500. Et poi fo leto un’ altra l'tera dii Zalabin de Pi-gona. scrila al gram maistro di Rodi, la qual comenza in questa forma: A lo illustrissimo, Sudatissimo, veracissimo, et aspeto dulcissimo, et de la fede de Jcsu grandissimo, el reverendissimo signor lo gran maistro di Rodi, che Dio salve et mantegna, infinite salutatone da la parte de me vostro amantissimo. Scrila al Rodiquin a la luna di febraro 905. Et fo chiamato il colegio dentro, per aldir oratori e lezer letere. Vene 1’ orator di Napoli. Disse haver letere dii suo re : l’armata yspana esser zonta in Sicilia, dicendo la faria al proposito di la Signoria; e quando la Signoria scrivesse al roy, proludesse di non molestar il Reame, la si liaria eie. El principe li rispose, sapeva certo era venula per andar contra infidelli ; cideo ditto orator rimase senza altra risposta. 220 Vene l’orator di Ferara, dicendo haver letere dii suo signor, come a petizion dii roy andava a Mantoa, a saper la voluntà dii marchese suo zenero, et quello voi esser con dito roy ; et per tanto lo manda a co-munichar a questa Signoria, come fiol nostro. Poi disse, el signor missier Sigismondo, fratello dii ducila suo, ha certe raxon su Molitorio, qual fo venduto alias etc. E il principe li disse : Non è da parlar di Molitorio, e di l’andar a Mantoa à fato ben ad andar, et obedir il signor re di Pranza. E cussi si partì. Vene uno corier dii re di romani, con letere dii re in recomandatiom di Antonio Burlo, retenuto a Udene; et prega la Signoria ge lo dagi in le mani. Or, consultato in colegio, fo scrilo a Udene, suspen-desse la expedìtion di ditto Antonio Burlo, atento li fo scrito facesse justicia ; et ne era molti di colegio che lo volleva render a petizion di esso re. Vene Piero Rizo, corier, dentro; qual in zeno-chioni referite, come Marco Bevazam, secretano, era amallato, e ritornava indrio, expedlto dal re; qual si amallò andando. Item, zonto dal re arivò a 1’ hostaria, e fo messo guardie nium li parlasse ; e la raina non volea li desse audientia, et uno pre’ Lucha si operò, et li fo dato audientia in una chiesia ; e poi do zorni li dete la risposta in scriptis. Ilem, lì è oratori di Hongaria, Polonia, Napoli e Spagna ; e che missier Gualtier di Stadion è a la corte, e disse alcune parole chalive dicevano milanesi contra la Signoria. Ilem, la dieta è fornita, et l’imperio li dà al re, per anni G, 50 mìlia homeni pagati, con questo el vadi a recuperar le terre di l’imperio, ma non è sta terminà dove debbi principiar. Capetanio il ducila Alberto di Baviera, e con lui va 18 deputati, zoè 6 cavalieri per li baroni, G doctori per li ecclesiastici, et G altri per il populo; e che il ducila Federico di Saxonia, con do altri, è andati oratori al re di Pranza; et il ducha Alberto di Saxonia è ocupà in una altra guerra. Item, la Eiemagna à mal animo contra la Signoria, e si dice, a San Bortolomio si darà principio, e si vedrà gran cosse. Item, li fìoli di Lodovico è a Yspurch, et che el Cardinal di San Severim fè far una oratiom in la dieta el dì di la Madalena contra venitiani, dicendo li tien luogi di la chiesia. Ilem, che venendo esso corier in qua, scontrò in camino el signor Galeazo di San Severino, andava in Ongaria. Di Marco Bevuzam, secretano nostro, date a di 18, in Augusta. Come in camini si amallò, et zonse lì a dì..., e arivò a l’hostaria. Li vene uno domino Nicolò Rayner a ordinar, per nomo dii re, l’osto li fazi bona compagnia, et che il re li daria audientia quando li pareva, qual è alozato nel vescoado. Et cussi andò da soa majeslà, per una via di un zardim secreta, et liave audientia dal re. Era con lui ditto missier Nicolò Rayner, et con il re erano el conte di Naxò, el dotor Struzoler, missier Nicolò da Permiani, missier Mathio Longer, e uno suo camerier. Or, usato le debite reverenlie, et presentato la letcra di credenza, expose le tre cosse commesse. Et quel doctor li rispose, nomine reyis : quanto al turco, li agrevava ; ma soa majestà era implicito a le cosse di 220 ‘ Pranza. Quanto a le difercntie di Grignà, manderia