1527 MCCCCCI, MARZO. 1528 tosto nostri l’avesse olia forestieri; vederà ili tom-porizar, non multiplicando interessi ; aricorda si provedi a tal violentie. Ilem, è più di uno mpxe partì dal Chaiero el diodar grando, con 8 armiragij di 1000 lanze; in tuto poi esser mamaluchi 2000, ben in bordine, e andati in Sorìa conira el signor di Damasco. E intendeno, a dì 13 novembrio, ditto campo intrò in Damasco, senza strepito d’arme, che indi-cha siano d’acordo con ditto signor' di Damasco; non sa per la destrution o conservation dii soldam. Conclude, si questo soldan dura, sarà la ruina in quel paexe. Ilem, di merchadantia ivi è 3 nave francese soradite, et 3 barzoti chatelani, assai riche di mer-ze, maxime panni, e le merze di la nave Justignana zenoescha, qual è più richa di le altre, e à faina ha-ver più contadi. La qual nave, per temporizar, è andata in Satalia con robe de’ turchomani ; si aspeta di dì in dì. Ne sono ancora do altri navilij ragusei et uno ceciliam ; i qual luti navilij fin- hora non ha con-tratado altro cha oglij, e questo per aspctarsi le ga-lie nostre di hora in hora; sera specie assai, e per la concorentia crede serano ben pagade eie. 590 * Di Olranlo, dii tjuvernador, di 24. Manda letere dii zeneral, aule da Corfù. Ilem, è zonto lì uno inarati, partì a-dì 17 da la Brucila,.loco di Sicilia, et è cargo di grano è di sier Carlo Contarmi. Dice è sana l’isola di morbo ; e portò patente ; e dice il zonzer dii capetanio di l’armada yspana, don Consalvo Fernandes, a Sarugosa. Da Brandisci, di sier Jacomo Venier, capetanio di le galle grosse, di 25. Come è lì con la galia di sier Daniel Pasqualigo, qual è anialato; non à ’uto alcun hordine dii zeneral ; è uno mexe e zorni tre è lì; le zurine, mal conditionate, ne moretto; voi licentia. • Di Trani, dii governador, di 27. Zercha bi-scoli mandati al zeneral ; e sier Antonio da Pexaro dice haverne cara 260 di tormento. Ilem, à nova, dia venir lì vicino fra’ Lunardo da Porto, per nome dii re, a far 500 cavali di stratioti a li lochi circonvicini. Da Nona, di sier Sabasliam Dolfim, conte, di 16 fevrer. Come di li provisionali di Bonturella da Bassan, dia esser 108, è solum 51 ; e il conta’ fa 200 homeni solimi da fati ; el lì è uno solo bombardier, ne voria esser 6. Ilem, à fato 4 gabioni di taole e travi in alcuni lochi più suspeli e debeli ; à fato far di novo do porte ; à consuma agudi ; aricorda, si scrive a le ixole, zoè Chersso, Ossero, Arbe et Pago, bisognando, dagi socorsso a quella terra. Ilem, Bon-turella da Bassam, conteslabele, di 16, da Nona, scrive a la Signoria, come è 4 mexi è lì, à ’uto solum lire 27 in contadi, e vino e biscotu ducali uno ; sì che sono parlidi alcuni compagni. Il coxite fa tortili-ebar im più lochi le mure. Ilem, li rectori di Zara, di 12, lauda esso contestabele Bonturela. A di X marso. In colegio vene il canzelier dii capetanio di le lantarie, qual è sta ferito, quando li fo tolto la dona, con una letera di ditto capetanio in recomandatiorn ; dimandò 4 zudegadi.per uno suo fradello, eh’è dotor. Risposto, la Signoria, a gran conseio, meteria la parte. Veneno sier Ilironimo Contarini e sier Piero Duodo, provedadori sora la sanità, e mostrò una letera, di 9, di rectori di Padoa. A Bigozo e Brisi-gnana, ville, esser morii da peste ; et al ponte di Graizi, una pizochera. Etiam, disseno in trivixana, a Unigo, si moriva. Fo ordinato scrivino, debbi bru-sar, proveder etc. Vene il legato dii papa, e mostrò uno brieve a luì drizato, molto longo. 11 papa li scrive la juslilì-ehation dii ducila nel rapto di la dona. Ilem, le decime à concesse, olirà le do. Ilem, di l’armata farà, et uno Cardinal legato. Di la cruciata, eri in concistorio, parlato con li cardinali, disseno non poteano patir la spexa ; e cussi, omnium voto, terminono dar il 3.° a la Signoria, e li do spenderli soa santità qui per beneficio di la christianità. Per tanto si scuodi in questo tempo, e questo 3.° à dato a Napoli e fiorentini. Conclude, si scuodi una volta, poi si faria eie. 11 principe li rispose sapientissime : il papa doveria darne la cruciata a nui, che semo in bisogno e im pericolo, come la dà in Franza e Spagna. Il legato disse, scodassi una volta, non si perda tempo Ilem, di la dona, il principe disse mal dii dueha, et era andata in dello, 0 si sapeva ; e li disse di certe corarie e danni fati su quel di Ravena, e saria neccessario proveder, cargando assa’ il duclia. E, dimandato volesse lassar il brieve, non volsse mai. Ilem, mostrò uno altro brieve di la riserva fata al fiol dii conte di Pitiano ; e si dagi el possesso di Cividal al Trivi-xan, e cussi fo fato. Vene 1’orator di Napoli, domino Joanne Bapti- 591 sta Spinello, e fè lezer al suo secretano una letera dii re, qual si aiegra di le galie prese ; e comunichi, à letere di 24, date a Bayron, di soi oratori, uno di qual è il camerlengo, come haveano concluso il matrimonio di madona Cerlota in monsignor di la Rozia, e le nóze fono compite a Bles; e, per eaxon dii papa, essi oratori non fonno alditi dal roy. Poi esso orator parlò, esser in Italia lanze 1800 francese, e sarà 12 milia fanti; dubita di l’impresa di Napoli.