387 MCCCCC, GIUGNO. Vene la moier fo dii dispoti di Servia, madre dii signor Constanfim Cornino o ver Amiti, qual è sorella di la madre dii furcho, nome Despida Comi-nata, donna vechia, va vestita di negro a la grecha, era con tre dono. Et, sentala a presso il principe, fé lezer una instrution di suo fìol, qual scampò di le man di francesi, et par a dì 20 mazo se ritrovi a Pisa. Dice non haver falito a la christianissima majestà; voi justifìcharssi con esso re; si racomanda a la Signoria, per esser nostro zenthilomo. E1 principe li usò bone parole, senza altra conclusione. Vene l’oratordil papa, per cosse particular, pregando sia relassato di prexóm uno frate Cherubim, retenuto per il conscio di X. Ilei», solicitò li danari di Cremona, dia aver dal Cardinal Ascanio; et il principe li dè bone parole ; ditto si vedcria. Vene l’orator di Pranza, dicendo haver letere di Franza di monsignor di Albi, qual par habi letere di Modi; non è vero dii turchoeie.; perhòprega la Signoria, si mandi li sumarij in Pranza. Item, ricomandò l’orator dii papa per li soprascriti danari. Véne sier Nicolò di Prioli, stato provedador dii castcl di Cremona, et mandati tutti fuora, con li cai di X riferite alcune cosse. Da Rimano, di sier Francesco Capello, el cava-lier, provedador nostro. À nove di Cesena, come missier Polidoro Tyberti havi fato retenir uno Pyro da Cesena et Zuam Maria di la Bella, qual fonilo con-trarij al ducha Valentino. Item, per una altra lettera, scrive dillo Polidoro esser fuzito di Cesena, et il comissario di Cesena esser andato lì con zente. Item, el ducha de Uriiini se ritrova lì a Rimano amalla- lo eie. Vene sier Alvise Barbo, podestà di Mestre, con sier Nicolò Contarmi da San Cassam, per ustificharssi di quanto li ò oposto, che lui vien a Venecia e lassa ditto sier Nicolò de lì vice podestà, qual fa eie. Fo admonito per el principe, non lazi e stagi lì; et fo co-messo a li avogadori di comun, e altro non seguile. Da poi disnar, fo grani conseio, per li avogadori, per expedir il Ori ma ni, e quasi non si poteva re-dur, perchè sier Lucha Zen, consier, non veniva. Pur vene sier Antonio Trum, et fonno quatro consieri, et se redusse gram numero, perhò fu a questo conseio 1000. Compite di parlar missier Rigo Antonio, avochato dii Grimani. Poi, voce submissa, montò a li piedi di la renga el ditto sier Antonio Grima-ni, con la barda in man. Disse l’operation sue, e havia auto sempre volontà di far e investir l’armada turchescha, ma non fu ubedito; et che za anni 20, eh’ è in colegio stato, sempre 1’ opinion sua à zo- vato a questa terra. Et con missier Ilironimo Zorzi, hessendo savij di terra ferma, solli, a tempo di Fe-rara, messe per parte, missier Jacomo Marzello, ca-pélanio zeneral, con l’armate andasse a Galipolli ; dal qual elìecto si bave la fiaxo contra tutta Italia ; eramo et roinagnissemo victoriosi. Item, messe per 1 parte, sollo, che missier Francesco di Prioli, capeta-nio zeneral, andasse in Cypri ; la qual rossa fo la salvatiom di quel regno. Item, che lui, hessendo la prima volta zeneral, prese Monopoli, e narrò parte di quel successo ; et si havesse auto il mandato al tempo, aria abuto tutta la Puia, dove a Monopoli varentò le done. Disse poi, suo fiol, Cardinal, a Roma havia retenuto le letere dii ducha di Milam, sente per caxom di Taranto, e le dè in mam di missier Nicolò Michiel, era nostro orator lì, e in concistorio contra tutti à oppugnato per ben di la patria, et à revellà i secreti eie. E cussi al presente lui e tutti soi fìolli è de mior animo dia mai, et sono schiavi di questo stado. Poi si racomandò, dicendo non haver disobedito per esser venuto con la galia ; haverssi messo i ferri a’ piedi lui medemo a Parenzo ; et era stato cinque mexi in la prexom Forte, et do in la Nuova. Poi se inchinò versso la Signoria, pregando lusse cazadi li (ioli e fradelli di proveditori. Tamen non parse a la Signoria. Et poi si partì, et fo menato perii capetanij im prexom. È da saper, eon lui andava sier Vicenzo, sier Hironi-mo, sier Piero, soi fìolli, sier Alvixe Grimani, gobo, sier Donado Marcello et sier Vicenzo Capello, e non altri parenti. Poi li avochati, quasi tutti, di la terra è li primi. Et li avogadori erano solli eie. Et hessendo stati li consieri assai a terminar, si doveano cazar o no, atento li avochati dii Grimani voleano, et a l’incontro li avogadori dicevano di no, et 1’ bora era tarda, et eliam bisognava legitimar la baneha per li chazadi ; fo posto una parte, per li consieri, che debbi intrar, in Iodio di quelli man-chano, li officij deputadi ; et sia chiamato questo conseio per damalina, e tutti vengi sotto pena di ducati X e debito di sacramento. Item, debbi intrar, in locho di cai di 40 cazadi, li altri cai di 40 da basso, per bordine di le mudo. Et bave la ditta parte : 5 non sincere, 87 di no, 895 di la parte. Et fo presa. Et il colegio redulo, vene letere da mar, di 26 mazo. Il sumario di le qual scriverò poi al locho suo. A dì 12 zugno. Da maiina si redusse gran conseio, et legitimà la baneha : era sier Baldisera Trivi-xam, sier Antonio Trum, consieri, sier Zuam Mathio Contarmi, sier Zuan Bendo Nani, cai in luogo di consieri, sier Dardi Fosearini, sier Piero Venier, au-