MCCCCC, AGOSTO. 620 Copia de una letera di redori di Modum a sier Marchiò Trivixam, captiamo zeneral di mar, per la qual dimanda soccorsso. le cazude, patroni di gali« siali in armai la, da rrio a zorni 8, habino fato e justificato i llioro crediti, e tolti li debitori, aliler, passano, non possino. Ave tutto il conseio. Fu posto per lhoro savij, che de li debitori di la Signoria nostra che non pagerano, si possi vender le lhoro possessione stalim, e non se intendi sotoza-zer a la parte li dà el beneficio di mexi sie eie. Ave tutto il conseio. Et volendo Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni, poner una parte di scriver al vice zeneral, punissa li 4 sopracomiti, come el scrive, et zonto sarà il zeneral de lì, li dagi il processo, acciò exequissa, andai in renga, et justifichai con gran modestia l’opinion mia. E dissi il resto di le provisiom voleva far, armar galie sotil e altri navilij, mandar polvere eie., laudi il favor ne deva il principe. Ilem, mandar bote de qui al zeneral per aqua, da esser sempre con l’ar-mada, danni il colegio im parte. Et feci lezer ditta letera, notata di mia man. Et sier Piero Duodo, savio a terra ferma, andò a respondermi, et disse Jo notava le parie di mia man, che mi fo gran laude. Or, di volunlà missi de indusiar a domani, per dri-zar dita letera al zeneral e non al vice zeneral eie. Et è da saper, Jo in colegio proposi di far capetanio di le nave armade, per aversi mal portato l’Orio. Et li altri non parse, ni edam Jo sollo vulsi meter dita parte. Fu posto per lhoro savij, risponder a l’oralor dii pontifice, semo contenti tuor il ducha di Valenti-nos im protetione, come fiol nostro carissimo ; ma di Faenza et Rimano soa beatitudine aspeti, perchè presto compieno le lhoro ferme dii stipendio con la Signoria nostra. Ave 20 di no. Fu posto per li savij a terra ferma, di dar provisiom a li fidi di Pasqual de Federicis, morite a Zara combatendo con turchi, ducati X al mexe. Jlem, a li fioli di Mexa Buxichio, morite a Napoli di Romania eie. E sier Marco da Molili, savio ai ordeni, andò in renga, e disse voleva poner 1’ bordine nostro di mandar ducati 500 a l’armamento, a dar a povere vedoe, et li mariti di le qual sono morii in armada, et questo era miglior opera eha dar al presente provisiom a niuno. Et cussi li savij di terra ferma non mandò la parte. Et prima fo letto per tutti i savij la parte di mandar li barcharuoli di trageti in armada. Il conseio non li piaque di mandar niuno per forza, el cussi non fu mandata. Magnifice et durissime, tamquam pater hono- rande. L’ ultima nostra, fo de dì 12 dii presente, per la qual significhassemo a la vostra magnificentia del campo terestre, con la persona del signor con tuta la sua Porta, che con quanta potentia l’à mai pos-suto far sono da numero 90 in 100 milia, lo qual exercito subito piantò do grossissime bombarde et assai picole, et subito ne comenzò a bombardar el borgo, pur, a Dio laude et ad honor de la nostra illustrissima Signoria, l’habiamo tenuto zorni 27. Et a dì 16 ditto, introno dentro, et subito ne vene infina su el fosso, et piantono le ditte do grossissime bombarde con molte picole, et comenzono bombardar la terra, et hanno butato zoso la torre dii ponte, et continue, die noctuque, bombarda. Et a dì 17 dito, zonse de qui galie X, che andono a Sapientia, A dì 18 ditto, Parmada fo al Zonchio. A dì 19, a l’alba, tutta unita vene da la parte di ponente, et dene una bataia. Nui, gaiardissimamente et con artigliarie de quelle havemo, che sono pochissime et malissimo in bordine, et con archi et ballestre, se defendesse-mo; durò per spazio di bore 4. Da possa, le andono drielo de San Bernardin, et quella notte al loco, ditto Lambi. L’altra matina tornono pur dreto San Bernardini, et nulla altra movesta ha fato, salvo che, subito, die noctuque, i hanno messo in terra grandissima quantità di bombarde grossissime da reparo, grosse, assaissi mi passavolanti, grandissima quantità de schiopeti et archibusi, in muodo da ogni banda i n’ à stretissimi, ila che fin qui, tra morti e feriti, è da un terzo a la mità de tutti i provisionati e de moltissimi de la terra, che ’1 non ge può parer più homo sopra i repari, in muodo che tutti è in tanta paura et teror, che certissimo, non havendo brevissimo et prestissimo soccorsso da vostra ma-gnificenzia, questa terra score certissimo e manifestissimo pericolo a perderse de brevi. Et perhò pregemo et protestemo a vostra magnificencia, quanto P ha cara la grati a de la nostra illustrissima Signoria, non lassi perir questo loco, che è el solo cuor de quella illustrissima Signoria, e de tutto questo Levante. Et acciò intenda, che segurissimamente lo ’1 245 * può far, questa armata inimicha non è più che galie 60, forssi meno, grosse 6, quare 18, computate le do galeaze, la nave grossa, una di 900 bote, lo resto de ditte quare sono piedissime, et de niuno momento,