231 MCCCCC, APRII.fi. m reduse da poi l’oficio, con li capi dii conscio di X. Et se intese per la terra la morte dii conte Lunardo de Goricia a Linz, dove habitava; qual morse do-menega ; et a dì 12. il luni, fo sepulto. Et in Goricia è il fiol di missier Virgilio di Gronburch, chiamato missier Lucha ; e il padre era andato a Lonz, qual è stato assa’^anui capetanio in Goricia, et era amico di la Signoria nostra. E ditta nova si bave per letere di Udene, perhò che il conta’ di Goricia è feudo dii patriarcha rii Aquileia, et, ex consequenti, di la Signoria nostra. Et alias ditto conte vene qui a tuor la investitura eie. Et pocho è, che contracambiò con il re di romani Goricia; et perchè, non havendo fioli, il feudo torna nel signor, la Signoria nostra voleva averla, chome cossa sua. Et messeno questa materia nel conseio di X, per veder si con danari si poteva haver la terra e forteza. Et fo chiamato il signor Bortolo d’ Alviano, era qui, et per il principe li fo ditto andasse in Friul subito, per bona facenda ; et cussi ozi fo expedito, et datoli danari, e fo mandato per sierZorzi Corner, el cavalier, cassier dii conseio di X. Da poi disnar, si andò a l’oficio de more, el principe con li oratori ; e da poi fo conseio di X con zonta di colegio, per questa Goricia. Et fo divulgato, esser nova che francesi mandava el signor Lodovico in Pranza a cavalo; et li 4 presoni vano a piedi. Item, questa matina intrò la galia sotil, vien di armada, con sier Domenego Malipiero, proveditor, stato in armada, venuto a disarmar; et la sera andò dal principe. Li disse molte cosse, et tamen in colegio non referite. Eliam vene la galia sibinzana, venuta qui per disarmar. Di sier Vido Morcxini, pagad'/r. Vidi una letera di 13, da Rivolta Secha, avisa come sabado a hora di terza la rocha di Cassano si rese' a’ nostri, a nome dii re e di la Signoria. Veneno poi a Trezo, e con qualche difìcultà si have li borgi, et quelli fo messi a sacho, e fato assa’ botino ; e cussi per le ville. E poi, apresentati a la rocha, quella cridava: Moro! E salutono nostri di artilarie. E nostri apresentò le ar-tilarie; et eri, do hore avanti zorno, fu comenzato a bombardar ditta rocha, e durò fin hore 19 e poi per quelli di la rucha furono getato fora una bandiera del re, e mandato il trombeta a intender il suo voler. Li fo risposto, per niente non si volevano render a’venitiani, ma ben a uno franzoso. E fo mandato a Lodi, e vene quello era prima ivi castelano. E quello apresentato, fu aceptato, e datoli la forteza; e il castelano milanese retene prexon. Et in quella malina nostri a bona bora si levono da Trezo, con le zente d’arme e fantarie in hordine, e si reduseno de qua di Ada a Rivolta Secha, e nel retorno, per quelli è al governo di Cassan, eh’ è domino Antonio Maria Palavixino, con alcuni franzosi, nostri ebbeno qualche insulto, e mostrano le cosse fate per nui averle a mal. Avisa la nova dii prender di Ascanio eie. Item, vidi una letera'di Hironimo da Monte, colatemi, di 13, data ut supra. Par nostri consignono Cassam, Trezo, Melzo, Monza, Marignano e Santo Anzolo, e passono poi di qua di Adda ; e crede da-matina se tirerano a Trevi con lo exercito. Item, el fiol di missier Zuan Jacomo è venuto a Milano, ben veduto e honnorato ; e Lodovico si manda in Franza. A dì 17 aprii, fo il venere sanelo. La matina, el 87 principe fo a la messa et officio in chiesia, e colegio non si redusse ; e da poi disnar con li oratori a la predicha, qual fu fata brieve per el predichador di San Zane Pollo. E poi, ditto l’oficio, et posto el nostro Signor con gran cerimonie in sepulcro, si redusse colegio; et fo ledo le infrascripte letere. Da Crema, dii podestà, di 15. Come el Cardinal Ascanio 1’ à pregato sij ozi a l’oficio con lui; et nove abute di Milam, come el Cardinal Roani era intrato in Milan, et Zuan Dolze, secrelario nostro, era morto in castello. Item, esser venuto lì a Crema domino Gaspar Stanga, con salvo conduto abuto di domino Sonziin Benzom, e la moglie è a Cremona. Item, per una lettera dii ditto podestà, di 15, hore 3 di note, come quel zorno el signor Carlo Ursino lo mandò a pregar, volesse indusiar l’andata dii Cardinal Ascanio fino a doman da poi disnar, perchè damatina voi esser a soa visitatici! e disnar con lui; uncle, esso podestà lo compiacete, e tanto più che dimane non voleva passar li Orzi Novi, mia 14 de lì. Et esso Cardinal mandò a pregar el signor Carlo, perseveri in far bona compagnia a li presoni milanesi, qualli si laudano perhò assai ; e ha mandato a dir a quelli, ' si ramponino con esso signor Carlo zercha le taie, e poi vadino a trovarlo a Venecia ; dicendo prima : La illustrissima Signoria ha tuto Milano in sua pode-stade, perchè luti li primi zenthilomeni di quel 1<>-cho sono venuti ne le sue terre, e questo non è fuor di preposito a quella illustrissima Signoria. Item, disse, si lui voleva, aldiria l’oficio damatina ; e cussi fu posto bordine andar a Santo Augustino. Item, ozi è venuto lì doi homeni d’arme dii signor Lodovico, partino luni matina da Novara ; dicono el signor Lodovico esser nel castello im podestà di monsignor de Lenicli; etiam è il signor Hermes e Frachasso; e se diceva erano per mandar il signor Lodovico al