1483 MCCCCCI, MARZO. 1484 do anni, el uno ili rìspeto, in libertà ili la Signoria nostra. Sier Antonio Valier andò in rcnga ; disse le zente d’arme nostre era mal in hordine, et si spendeva ducati 158 milia in quelle, di le qual 50 milia ha vii il nostro governador, et questo 15 milia; et messe d’indusiar, et si venisse il colegio al pregadi, zercha la provision di le zente d’arme. Li rispose sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, savio dii conseio ; poi laudò molto l’Alviano. Et cussi tutti li savij altri messeno, eliam la zonta, di venir al pregadi questa setimana, per la riformation di le zente d’arme. Or parlò il principe, per la parte di savij, et dipense el diavolo. Andò le parte : 2 non sincere, 0 di no, 30 dii Valier, 127 di savij. Et fu presa. Et fo dato sacramento a tutti di la disputation. Fu posto per futi i savij, che sier Cabrici Moro, va orator al capetanio yspano, spendi ducati X al mexe, menando domino Francesco Fiorian con lui. Item, in cortesie possi spender ducati 25, et compri tre cavalchature a spexe di la Signoria nostra. Ave tutto il conseio. Et li fo fato una letera per sier Pollo Antonio Miani, di credito a Palermo, a suo fratello, di ducati . . . ., da spenderli bisognando. 574 Fu posto per tutti, ut supra, una letera a l’ora-tor nostro in Franza, laudando di le operatiom fa a presso il re, et solidtar di l’armata, et debbi continuar; et soa majestà à fato bone provision zercha monsignor di Ravastem, per la restituljon eie. Ave tutto il conseio. La qual letera si poteva far per colegio, el non per pregadi. A di 2'marzo. In colegio veneno sier Domenego Morexini et sier Lunardo Loredam, procuratori, ai qualli per il principe fo dimandato, per il bisogno di armar, danari im presiedo, et se li ubligaria li depositi di aprii e mazo per mità. Promiseno prestar quello potrano. Eliam vene sier Marin Lion e sier Alvise Bragadira ; et risposcno questo medemo. Quelli di la chiesia di San Marco non veneno ancora. Veneno sier Constantin di Prioli e sier Zuan Mo-cenigo, provedadori sopra la exaliom di debitori; e disseno tra li altri, tre comandadori dii zudega’ di proprio, debitori di assa’ danari a li governadori, per taxe. Et il principe li fè vegnir dentro, per cavarli la'bareta, perchè demente l’ànno, niun è superior; lumen fè compassion a lutti, et 0 fato. Vene il signor Bortolo d’Alviano, et ditoli per il principe alcune bone parole ; poi li le lezer la risposta dii senato. Rispose esser stato cinque mexi, poi compito la ferma ; voleva eliam servir questo insta-de, et non acetava la riferma. E ditoli assa’ dovesse pensarsi el non risponder cussi presto; et si partite. Vene 1’ orator dii papa, e mostrò uno brieve mollo caldo, scrive il papa al ducila di Valentino, in materia di la dona rapta, et volendo excusar la in-nocentia dii ducila. Il principe li disse : Domine legale, l’è pur 14 zorni, 0 habiamo di provisiom habi fato il ducila, eh’ è mal signal eie. Poi el legato dimandò le arme, poter trar di Brexa, per Vitelozo. Li fo risposto, Vitelozo ne feva corarie e danni su quel di Ravena. Vene l’orator di Franza, e mostrò una letera li scrive monsignor di Ravastem, qual lo carga assai, et che la nave Pensea non à armà per far mal eie. ; et mostrò eliam la risposta li ha fato, e come tutte do letere mandava al roy. Item, mostrò uno capitolo di monsignor di Trans, di 25, di Roma ; scrive a esso orator in materia di la dona rapta, et come lui mandò un zenthilomo a esso ducha, qual era a Ymo-la eie. Item, presentò una letera dii senato regio a la Signoria, in materia alcuni alemani à porto una su-plichation zercha certi dacij, che a Caravazo voi innovar eie. 11 principe li rispose si vederia. Vene sier Hironimo Donailo, el dotor, electo orator al re di romani, dicendo non poter andar con ducati 120 al mexe, per la gran spexa si convien far ; perhò che la parte è streta, nè si poi meter più summa ; tandem è bisogno veder, acciò el vadi. Vene sier Cabriel Moro, dicendo era spazado, aspetava la letera dii Miani; et cussi questa note si partì con barche fino a Puola. Mena con lui secretano Zuam Francesco di Benedeti. Da Roma, di l’orator, di 24. Come fo dal papa, qual havia pia animo, e disse la Signoria zercha dar cargo al ducha, qual era, la note seguì il caso, a Ymola; l’à scrito per tutto, eliam nui scriveremo in soa justifichation. El li lexe il brieve havea scripto a esso ducha. Et l’orator li rispose sapientissime ; et scrive il papa esser gaiardo di parole, tamen ne la faza mostrava la passiom abuta ; et Capua li ha dà animo. Dii dito, di 25. Come uno zenthilomo di caxa Pignatello, neapolitano, parente dii Carazolo, capetanio nostro di le fantarie, era venuto da lui, oferen-dossi far eie. per la recuperation di la dona. L’orator li rispose. Item, monsignor di Trans è lì; et che l’orator dii re di romani li ha ditto piacerli assai, che li nostri vallino al suo re. Item, di le galie 0 à 574 voluto dir fin hora al papa, ni di 20 milia ducati per Hongaria. Item, el Cardinal Michiel, per quanto à inteso, è contento pagar le so decime. Da Napoli, di l'orator nostro, di 21 fevrer. Come eri il re ritornò da Pozuol ; manda una galia la