MCCCCC, LUGLIO. 558 non partirano soto Oslroviza fin qualche zorno, perchè lì per soi danari trovano vituaric ; et li villani fu-ziti, dicono sono stati diti turchi tre zorni senza panne, haveano fato pochissima preda, e per alcuni turchi captivi hanno, ditta hoste fra cinque zorni era ricolta insieme, et esser tutti cavali paesani di Bossina ; poi esser da cavali 2000, il terzo di qual non hanno lanze, et pochi freze; il resto è zente mal a cavallo, et im Bossina non resta altro cha i timarati o ver feudalarij, ni per il passato exercito alcun di turchi era congregato, et hanno commissioni di non dan-nizar su quel di 1’ hongaro, perchè tengono ancora bona pace con Ihoro, et dicono haver fato experien-tia di expugnar Nona, per information aula de’ villani fuziti nel campo, extimando con scalle occupar, et hanno fato 15 scalle. Da Corfù, di sier Marco Antonio Contarmi, provedador dii castello, di 14. Di le provisiom e fa-liriche fate in quel castello, et scrive difusamente le prcparatiom. Fu fato un savio dii conscio. Rimase sier Con-stantim di Prioli, fo savio dii conseio, qual passò di una ballota, zoè 92 et 91 ; soto, sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, non passò. Vene dal principe et la Signoria el capetanio ze-neral, con una vesta di veludo, dicendo era in hor-dine. Voi uno secretano, uno inzegner, oficiali, il stendardo e danari. Fu posto per tutti li savij d’ acordo la commis-sion a questo capetanio zeneral, juxta il consueto. Si li dà gran autorità; monti, zonto el sia in armada, 217 omnino su la galia dii zeneral, et si sier Marchiò Tri-vixan fusse ancora amallato, quello debbi far dismontar in terra, et lui resti al governo e sopra tutti. In li consulti con li do provedadori, la più parte vaia, ina lui exequissa. Itern, il capitolo di contrabandi, et quel di nobeli non sono su le galie. Item, soccori al bisogno l’Arzipielago, et conforti le terre di Levante, et non dagi galia a niuno ; et, hessendo vivo il zeneral, li dagi una galia quando a lui novo parerà, acciò possi ritornar de qui. Item, monti sopra la galia di sier Alvise Vituri, e vadi via, et se li dà ducati X milia io questo modo : ducati 2000 bave sier Francesco Arimondo, et 8000 se li dà di contadi ; et zonto in armada, vedi la dispensation di danari. Et sier Antonio Venier, savio ai ordeni, fè dir volleva la commission con questo, die Zorzi Negro, secre-tario dii zeneral, li sia comandà si vengi a presentar a li avogadori, a li qual sia commesso. Et [tarlò con-tra sier Marco da Moliti. Li rispuse el Venier. Jo vulssi parlar, ma sier Lorenzo di Prioli, fo avogador, andò in renga ; e disse mal di ditto Zorzi, e aricordò alcune cosse. Or andò le parte: 89 di savij, 93 dii Venier. Et questa fu presa. Fu posto per tutti, et fo oppinion mia, scriver una letera a sier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse, atento le sue lclere notale di sopra, che ’1 possi poner in l'erri li desobedienti, e presentarli al zeneral, et lazi le zcrclte a le galie grosse. Ave 152 di sì, et 0, et 0. Fu posto per lhoro savij scriver a l’orator nostro a Roma, in materia di Faenza, che, volendo il papa, manderemo uno nostro nonlio a dir a quel signor li pati li voi far il papa, ma è meio lui mandi. E fo presa. Fu posto per tutti d’acordo un’ altra letera al dito orator, in materia di l’arma’ yspana, molto ben ditada e longa, et la domandi al papa, li oferissà etc., et operi il ducha di Valentinoys, et mandi uno non-tio fino in Sicilia al dito capetanio di l’armada. Ave 12 di no, el resto di la parie. Et fu presa. A dì 29, mercore. In colegio vene l’orator dii papa, al qual foli leto la deliberatiom fata eri itti pregadi, zercha Faenza; et si scrive a 1’ orator nostro in corte. Et poi, reduto sier Bcneto da cha’ da Pexaro, capetanio zeneral di mar, vestito damaschili creme-xin, a manege averte, bareta di raso cremexim, con il senalo, vene a lai il principe, juxla morem, per venir a tuor el stendardo in chiesia di San Marco, con li oratori papa, Franza, li do araldi dii roy, Ferara, Urbim et domino Marco Malipiero, comandador di Cypri. Et, udito messa, fo benedì il stendardo, qual per non haver il suo fato, li fo dà quello fo di sier Francesco di Prioli, fo zeneral ; et fo acompagnà da la chieresia e principe fino al montar in galia grossa 217 * di sier Alvixe Vituri, e per poterli montar, li fo fato uno pontil. Et tolse licentia da tutti. Va con lui se- cretario Marco Rizo, armiraio____, sora masser..... Et, dirò cussi, fo gran cossa, sì presto si expedisse, et degna cossa di gloria a la caxa sua. Va con bon animo, è disposto farsi honor, è cognominato da Londra, fo alias capetanio di le galie di Fiandra. Reduto poi il principe in colegio, e licentiati li altri, veneno li do araldi di Franza, vestiti di veludo negro, e fati sentar a presso il principe, referileno il tutto di P andata sua, in francese, interpetre Gasparo da la Vedoa, secretano. 11 sutnario è questo. Parlò Monzogna, homo vecliio c da ben, porta barba. Disse dii partir suo de qui col compagno, per andar al turco; stete 13 dì a Durazo,. 12 a Corfù, G a la Zelalonia dal zeneral; poi andono a Modon, de-