781 MCCCCC, SETTEMBRE, quello fece. Or fo scrito per colegio a Nona, dolersi di questo, et volesse ubedìr i rectori di Zara, come suo’ superiori. Di Sibinico, di sier Velor Bragadin, curile, di 5. Come à per via di uno dii conte Xarco, gran hoste di turchi esser partita per Friol. Et fo bal.otà monition mandade a Nona, o, per dir meio, a Zara, et ducati 200 ; quali fo mandadi per la galia; soracomito sier Sabastian Marcelo. Da Roma vene teiere di sier Polo Capelo, el ca-valier, orator, di 9. Come fo dal papa, e li mostrò li sumarij ; li disse è im pericolo. La colpa è di malli christiani. Ilein, parlato di Spagna, soa santità disse : Speremo l’armata anderà a conzonzersi con quella di la Signoria. Beni, eri, ricevute letere di do, con li sumarij di Fiorenza, fo dal papa e li comunichò. Qual disse : Fiorentini stanno mal, nil mirum. Item, l’orator yspano li havia parlato ; voria do cosse da la Signoria per nome di soy reali: la prima, la Signoria non potesse venir a pace col turco, senza saputa di quelle majestà ; T altra, andando l’armada turehescha ne la Sicilia, la Signoria nostra fusse ubligata darli socorsso. Item, 1’ orator di Pranza, è in strela praticha col papa, di novi capitoli, di aju-tarsi l’uno a l’altro: videlicet il papa, a l’impresa dii litanie, il re ; et il re, a T impresa di Romagna, il papa. Et che quel zorno era intrato li sier Marin Zorzi, doctor, successor suo ; li andò contra eie. Del dito orator, di X. Come le zente d’arme si aproximava a lloma, per far la massa e venir in Romagna. Item, prega la Signoria li pagi li danari Irati da Sandro, perchè non si poi lassa’ i arzenti im pegno eie. Et fo balotato ditte lelere, qual fono prese di esser satisfate, che fina bora non si avia voluto. Di sier Marin Zorzi, doctor, orator nostro, di 9. Come era zonto li a Roma, li vene contra mia 41’o-rator nostro e li prelati, poi le fameie di li cardinali, li oratori, excepto Spagna, qual si mandò a scusar. Venendo, il pontifice mandò per lui, poi la fameia dii papa. L’audientia era sta deputata doman, tamen poi il papa li mandò a dir non poteva, per convenir esser con il Cardinal Orssini et altri. Da Messina, di Francesco Fforiam, doctor, mandatario nostro, di 24. Come à solicità continue il gran capetanio, qual die noctuque non restava poner in bordine l’armata, e dar danari. À fato le mostre; 11 belle fantarie, niiui italian, sohm spagnoli, englesi 0 Adeschi. Item, à asolda una barza di uno neapo-litano, con homeni italiani suso. Item, à persone 13 milia, 1’ à confortà a mandar prima una parte versso Levante, e poi andar col resto, per poter esser al 78*2 socorsso di Modon. Rispose el gran capetanio: Saremo tutti mercore in nave, e nui si partiremo poi venere. Non li par di divider l’armada. Item, voria lino salvo eonduto per alcuni contumazi, è su la sua armada, da la Signoria nostra. Rispose esso Francesco, il capetanio zeneral faria il tutto ; e cussi à scrito a dito capetanio. Poi li disse : Che porto aremo, posito che non se pigliesemo qualche porto de l’inimico ? Rispose : Qual soa signoria volesse, T aria. Disse non sta ben spagnoli con italiani. Item, si provedi di vino. Conclude, sarano velie !)0, e partirà prestissimo. Del ditto, ivi, di 28. Come fin quel zorno l’armata non era partita ; le zente è poste sopra li na-vilij ; dice monterà luni in la carachia grande il gran capetanio, dove è 1000 homeni suso, che sarà a dì 31 avosto ;. e à fato porta’ le robe lì in nave di esso Florian. Item, à eonduto Zuan Tomaso, nea-polìtano, corsaro infesto di la Signoria nostra, voi salvo eonduto. Li à risposto : Chi è con sua signoria, non li bisogna salvo eonduto. Item, soliciterà, come fa continue. Di Napoli, di V orator, di ultimo. Come eri, ricevute nostre letere, fo dal re, e li dimandò la trata de’ salnitrij dii regno. Soa majestà rispose : Quella illustrissima Signoria poi far de questo regno, come dii suo proprio ; et ordinò le letere per miera 200, che fo quanto richiese. Item, di l’armada yspana, 0 intende ; è fama sia per partirssi; à mandato lì a far fanti, e il re li manda domino Dyonisio Asmodeo, fo una altra volta. Item, dimanda licentia di repatriar ; è mexi 21 fuora, e à trato ducati 700 a usura, a do i/a al mese de interesse per cento, à impegnato li arzenti e veste ; non ha più letere di fede, et non si trova a la fede di la Signoria, sì che non sa come viver. Di Rimano, di Marco Antonio Zambon, secretano, di 13. Come il signor stava pur con la febre, e la signora, il fiol et domino Renaldo. Lì populi comenzano a tumultuar ; poi sono romagnoli, si che è in gran pericolo. Lui non sa che far, voria saper eie. Di Cadore, di sier Zuan Navaier, capetanio, di 12. Come era capita lì alcuni stratioti, stati a Man-toa, andavano a la ventura in Eiemagna ; li à ritenuti ; havea letera patente dii marehexe preditto. Li fo rescrito lì dovesse lassar andar eie. In questa matina, fo parlato in colegio zercha foni e biave per la Patria di Friul, et provisionati o-ver fanti, quello si ha a far. Item, andamo nui, savij ai ordeni, a la procura-