371 MCCCCC, GIUGNO. Fo fato, a tessere, do savij vedino le ietere di fiorentini, per intervenir in li danari tolti al corier, che fo ducati— E fo sier Marco Bolaui, savio dii conseio, sier Marco Zorzi, savio a terra ferma. Vene pre’ Lucha di Renaldi, dicendo era messo secreto dii re di romani, ma non ha letera di credenza, dicendo voleva ritornar a la cesarea majestà. Par de’ coloquij abuti con domino Francesco Que-rini, episcopo; et che il re, lui sa, voi esser con la Signoria contra il turcho, et li dè alcuni capitoli, qualli fono leti da poi disnar. Et il principe li disse, dovesse dir al re la bona voluntà nostra ; nè altro li fo risposto. Dn Moilom, di sier Marcho Cabriel, chaslelam e provedador, di ultimo aprii. Narra chome stanno le cosse de fi, et che à ruinà il borgo, et altre cosse qual non fo curato de aldir. Da, Cor fi fo lelo una teiera di Jacomo Coltrim, drizala a sier Antonio Tram, el consier. Chome si fa de li, par sia impazado al lavorar per sier Lucha Querini, provedador, e dice è homo dii diavolo etc. Da poi disnar, fo pregadi. Non fo il principe. Fo provi patron, in luogo di sier Jacomo Marzello, di sier Zuane, a Barato, sier Francesco da Mosto, quondam sier Andrea, per andar in armada. E rimase. Fu fato il scurtinio, ambasador a Roma, in luogo de sier Hironimo Liom, el cavalier. À riussido sier Marin Zorzi, dotor. Eleclo oralor a Roma. Sier Marco'Dandolo, dotor et cavalier, fo . ambasador a Milan...... 77 Sier Francesco Foscari, el cavalier, fo am¬ basador al re di romani..... 81 Sier Zuam Badoer, el dotor, fo ambasador in Spagna.......... 40 f Sier Marin Zorzi, el dotor, fo ambasador a 99 86 Fu posto per sier Lucha Zen, sier Domenego Bollani, consieri, sier Alvixe da Molin, savio dii conseio, Jo, Marin Sanudo, e sier Lunardo Mocenigo, savij ai ordeni, scriver a li nostri oratori in Hunga-ria: in conclusion, concludino fin 100 milia ducati etc. Parlò contra sier Filippo Tram, procurator, savio dii conseio, e mal, dicendo voleva indusiar. Li rispose sier Lucha Zen, consier, benissimo. Poi parlò sier Polo Barbo, fo savio dii conseio, qual non sentiva tal liga. Li rispose sier Domenego Bollani; re-plichò tutte le raxon ditte per il Barbo. Et perchè ne era molti voleva parlar, fo indusiato a doman con gran credenza. D i Udene, di sier Antonio Loredam, el cavalier, luogo lenente, e sier Piero Marcello, provedador ze-neral, di 3. Narano il successo de lì, et il Marcello va a Gradischa. Non è biave da cavalli, e il signor Bortolo d’ Alviano non li par star in Gradischa, ma a certo monte, dove dice starà meio, chiamalo el monte de____Et lui provedador va a veder le cortine di la Patria ; manda una deposilion di uno Tho-n\aso, explorator, stato in Goricia ; dice che Scander bassà è im Bossina, ma non sono turchi adunati ; tuta via Starano prò visti. Di Lazaro Grasso fo loto in colegio una letera, scriveva di le cosse di la Patria. È l’opinion sua a resister a’ turchi ; voria arlilarie su cari, di quelle sono a Verona, e poner su le rive. Noto, è venuto in questa terra, in questi zorni passati, 8 nave di Soria, senza tochar Modom, eh’ è contra la parte, zoè Vicenzo di Andrea, Piero Bro-cheta, quella di sier Tadio Contarmi, di sier Piero Duodo, quella patron Athanasio di Prioli, qual fo chiamà in scalla; adeo li avogadori ari da far, et vadagnerà. A dì 5 zugno. In colegio, fo leto prima letere venute da mar. Vene poi l’orator di Pranza, solicitò la risposta per il conte di Caiazo, dicendo : Chaveme questa tarma. Risposto, si farà. Vene sier Vido Morexini, stato pagador in campo, et 0 referite ; ma intrò cao di 40, al locho riservato a la bancha. Vene sier Francesco Marin, sier Nicolò Donado, sier Pollo Contarmi, capi di creditori dii bancho di Lippomani, e sier Hironimo Lippomano con soi parenti et molti creditori. Et sier Hironimo si dolse di una termenation, fata per i consoli, sier Piero Calbo, sier Hironimo Navaier, sier Andrea Malipiero, che i libri dii bancho vengi in l’oficio. Et quelli capi si doleva di certo mandato ai consoli, fato per la Signoria, qual d’ acordo fu laiato, et levato. Et foli ditto a li capi si acordaseno, atenlo i Lipomani li voi dar ducati 42 milia, et lhoro voi 45 milia, juxla l’acordo, e non li hanno. Vene sier Marin Zorzi, el dotor, rimasto orator a Roma, et aceto. Vene sier Francesco Zorzi, di sier Hironimo, el cavalier, dimandando licentia per il padre è amalato a Milam. Li fo, steva meio eie. Da Brexa, di sier Polo Trivixan, el cavalier, e sier Domenego Beneto, reclori, di 3. Manda avisi auti dii