MCCCCC, SETTEMBRE. 840 •habi termine tre dì, el poi sia dati li conti a li pro- 839 campir poi il suo andar in Candía, cossa che niun rector voi compir le fabriche comenzate per l’altro. Andò in Candia, dove il colega era, havia comenzà armar XI galie et 9 nave expediteno ; laudò quella terra e isola, di aver legni, homeni e danari, volendo recuperarli; ma li galioti, nel ritorno, è stà mal tratadi, pagato le refusure chome hanno voleslo. Il collega iniromesse eie. La qual dà de intrada ducati 25 milia, lumen in contadi 1G milia; e disse mal di uno Agustín Colona, qual è stà preso in quarantia per ii colega di reteñir. Et disse come di Napoli prima andò a Malvasia, per cosse importante. Laudò sier Andrea Viaro, retor lì ; et poi tornò a Napoli, et vene in Candia con la galia, soracomito sier Nicolò Marzello. Et disse aver zerebà lar justicia a li populi, e alegò propler injusliciam transfertur re-gnum in regno eie. ; et exclamó assai, dicendo a Corni era stà posto una angaria a tutti, preti, papà e layei, un marcello per caxa a li rectori ; la levoe. Poi tornò in C india, vai un miliom d’oro, videlicel si cava 100 milia bote di vin a l’anno, et si spende 18 milia ducati im portadura ; li formazi vai altra-tanto dii vin si traze; poi zafaran, anzipressi etc., sì che è da farne gram cavedal di quella ixola. Poi andò in Cypro, e quello disse in colegio, non scrivo, mi riporto. Ma disse esser do forteze, Famagosta e Ce-rines, qual laudò assai ; dicendo, chi ha Cerines, è 335 * capo di l’isola ; è rocha fortissima. Et che a Famagosta si spendeva ogni mexe ducati 300 in la fabri-cha, ma bisognava cavar il porto, e fortifiehar il sco- io del Bo. E disse 4 cosse di l’isola di Cypri: la prima, le forteze ; la seconda, di la camera ; la terza, di soldati; e quarta, dii praticho, videliuel di parci. Et qui molto si difuse, sì chome ho scrito a la sua re-lation di colegio, dicendo, si li sarà dà ajuto, si re-cupereria assaissimi danari. Et vene zoso di renga. Li fo aricordato dicesse di le spexe fate. Unde tornò suso, e disse, non havea fato conto, era im polize eie.; adeu il conseio l’ave a mal. Dii suo secretario, Hiro-nimo Dedo, fiol dii canzelier grando, nulla disse ; e di Pollo Negro, rasonato, mal. Or andò a la Signoria, et non fo laudato, justa il consueto, imo admo-monito dagi in termine di tre dì li conti di le spexe e li danari ha. Fu posto per sier Piero Capello, savio a terra ferma, atento non havia dato li conti ditto sier Piero Sañudo, imo aver ditto non ha ve rii fati, eh’ è cossa inusitata, che per tuto doman dagi tutte le polize di le spexe et li danari recuperadi ; aliter sia comesso a li avogadori di comuri. Et sier Antonio Trun, el con-sicr, messe a l’incontro, vuol la parte con questo, vedadori sora i conti di ambasadori. El andò leparte: fo non sinciere—, 12 disse di no, 48 dii Capello, 98 dii Trun. E fu presa. Et parlò sier Piero Capello preditto in favor di la sua parte. Et in exe-cution, la malina fonno chiamati in colegio sier Antonio Condolmer, sier Marco Loredam e sier Gasparo Malipiero, provedadori, ut supra; a li qual fo dato la parte etc. Di Cao d’Istria, di sier Piero Querini, podestà el capelanio, di 20. Mandoe alcuni avisi di Pasqual ■ Ingaldeo, da Othoz, stalo dal conte Michiel di Ba-glai, et di Francesco Lepori, exploratori, in eonso-nantia: di turchi in Bossina non era alcuna mutiom, e questo acertavano. Fu posto per tutti li savij, dar certa provisione a 3G stratioti mothonei. Et il conseio mormorò, e quello fo licenliato. A dì 28 septembrio. In colegio vene sier Francesco Baxadona, venuto capetanio di Bergamo ; et non referite per esser altre faconde. Vene sier Pollo Capello, el cavalier, venuto per stafeta, vien orator di Roma ; et questo per intrar savio a terra ferma, compie fin do zorni il termine. El sier Piero Capello, era in loco suo, ussì di colegio. Or non referite; fo rimesso da poi disnar im pregadi. Fo ballota sier Francesco Pizamano, quondam sier Piero, condutor dii dacio dii vin, auto per ducati 58 milia, dete optimi piezi. Ave 12 de sì, et 7 di no. Cazete per non aver abuto li do terzi. Et li governadori, parendo fusse danno di la Signoria a reincantarlo, trovò disordine, atento nui savij ai ordeni non eramo in colegio, ma andati a l’armar di le galie di viazi ; e fati chiamar, iterimi balotato, ave 25 de sì, 9 di no, e pur cazete. Vene sier Mario Zustignan, provedador sora le nave. Referì la cossa di patroni dii tralego, et dete uno conto. Poi disse aver saldà con 59 navilij e nave retenute in arma’ l’anno passato, con ducati 45 milia et 700 di danari di le cazude. In questa malina fo expedito 1’ orator di Sibini -co, comesso a li savij ai ordeni, sier Lorenzo di Gri-sogoni, di le cosse el dimandava. Vene 1’ orator dii papa, e ricomandò il signor Carlo Orssini a la Signoria, qual si voi partir ; li sia data parte dii suo credito. Li fo risposto bone parole, et dillo li savij di terra ferma lo expedirá. Vene 1’ orator di Napoli, al qual fu fato lezer la 336 lettera di l’orator nostro in Franza, di 13, ne scrive in maleria dii luroho o captura di Modom, el le pro-