239 MCCCCC, APRILE. 240 tere nostre, e inteso il tutto, et il papa ringraciò ldio con la bareta in man di tal optima nova. Ilem, per la letera di 15, come eliam intese di la captura dii Cardinal Ascanio ; et il papa si alegrò, et parole ditte sopra di questo. Et l’orator yspano parlò zercha la venuta di l’armata di soi reali, qual vera, et voria fusse uno orator di la Signoria nostra a presso soe alteze. Ilem, di certa cossa seguita a Gualdo, di re-tenir di nostri merchadanti, esso orator si dolse; et il papa scrisse, et subito li fé liberar. Di Napoli, di l’ orator, di 6 et XI. Zercha le cosse dii castello di Molla con la terra, si dolse col re, et soa majestà vi manda lì domino Antonio Pi-zolo, homo da ben, a conzar quelle diferentie ; et il re si parte, e va al Piani di Palma. E di la trata ote-nuta di formenti, il re dice li costa a lui ducati 4000 dii suo. Item, à saputo la sententia dii matrimonio dispensado dii re di Ilongaria et sua sorela raina Beatrice ; et disse assa’ parole dii papa, fulminando assai, dicendo si pentiria. Ilem, à di Milam, chome el re Maximiano presto sarà in Italia ; et esso orator dimanda licentia eie. A di 19 aprii, fo el dì de Pasqua. El principe fo a messa .con li oratori, more solito ; et poi disnar a la predicha, et predichò el rezente di frati menori, di nation di Bagnacavallo, predichava a la cha’ grande ; et era questi oratori, di Pranza, di Napoli, vestito d’ oro, di Ferara, di Urbim et di Rimano, lo episcopo di Brexa, da cha’ Zane, el principe di Ro-sano, domino Marco Malipiero, comendador di Cy-pri ; et portò la spada sier Hironimo Contarmi, va podestà et capetanio a Treviso ; fo suo compagno sier Alvise da Molin, savio dii conscio. Et da poi vesporo, andono a San Zacharia, dove non era il perdom, per esser stà levati tulli dal papa. E tornati im pa-lazo, il colegio si redusse senza il principe. Di Hongaria, date a Bada, di 7, 8 el 9, date a Buda, parte in zi, 'ra. Di 4 deputati per il re a tra-tar la materia di la lig i ; videlicet : lo reverendo ystrigoniense, el qual est alter rex, lo reverendo vesprimiense, domino Gerebi Peter, et domino Josa. E deteno la letera di credenza al dito ystrigoniense, e quello era stà scrilo per lui a Roma, per farlo far Cardinal; ringratiò etc. Or parlono insieme di la liga, da esser fata universal ; et ditoli di far la particular, risposeno, il re era conlento far la liga particular, ma bisognava tenir cavali 25 milia, et voleano essi oratori nostri li dicesse quello voi dar la Signoria nostra al re. Et li oratori li risposeno, et parlato, bisognava uno di essi andasse im Poiana, a oferir a quel re eie. Et sier Vetor Soranzo, qual à inteso la morte dii iìol, si scusa andar im Polonia ; bisognando tamen anderia. Et partiti li deputati per conferir col re, poi 1’ altro dì, essi oratori fono introduti da soa majestà, et parlato, tolseno tempo di scriver. Et 89 * a dì 7, vene lì a Buda uno orator dii re di Poiana, con assa’ cavali, non li andono contra essi oratori nostri ; eliam vene do oratori dii re Maximian, et non. li andò contra, e dicono non si usa andarvi. Ilem, era venuto uno nontio dii turcho con 8 cavali, e il re 1’ à messo daspersi di l’altro, acciò non parlino insieme. E dicono esser venuto per caxom di certi danni, fati in tempo di trieva per hongari a’ turchi. E si dice im Poiana è un altro orator dii turcho, e le trieve presto finisse. Et questo San Zor-zi hano ordinato in Hongaria far uno parlamento de li baroni. Ilem, aspetano risposta di quii rito scrive-no ; e di far trieve col turcho, includendo la Signoria nostra, non hano 0. Quel re è ben disposto a la expedition, ma bisogna darli danari. Itera, scriveno di uno signor Zuanne, dispoti di Rasia, e danno la information li fo scrita dovesse dar, che à poter di cavali lizieri, e li soi homeni sono feroci contra turchi. Itera, che ’1 barn di Jayza si acorderia a stipendio nostro ; et eliam li Frangipani, zoè el conte Bernardin, el conte Anzolo et il conte Michiel, come per avanti scrisseno. Concludeno, el Cardinal de Ystrigonia est alter rex in regno. Da Trevi, di do provedadori, di 17. Et scriveno di certi cavali francesi svalisati a presso Lodi, da quelli di domino Julio da Martinengo, e feriti; unde esso domino Julio, inteso, conzò il tutto, e tolse in caxa li feridi, e lhoro provedadori mandono Alvise di Piero, secretarlo, sì che tutto sarà adatato. Ilem, hanno aviso da Milan, per via di domino Hironimo da Trechano, come milanesi, per schivar el sacho, hanno concluso dar al Cardinal Roani ducati 300 milia; zoè 50 milia a dì 18 di questo, 50 milia al primo di mazo, el resto poi quando verà il re a Milan. Et par il re voglij ducali 120 milia a l’anno, e milanesi scuodano li dacij, et se risalva li au-ctori e beni di rebelli ; sì che Milam è in fuga, e si scuode a furia, coniputà eliam li capi chieregati. Itera, el re con la raina verà a Milani, et missier Zuan Jacomo era a Trechà, e dia intrar domam in Milam. Item, mandono una letera abuta da Milan, dii Cardinal Roani, di 12, drizata a la Signoria ; richiede li subditi venuti soto el dominio nostro, et si aiegra di la victoria dii prender di Ascanio. Noto, fo leto un’ altra letera di diti proveditori, drizata ai cai di X, e leta per inadvertentia, come hanno per uno monsignor di Malta, che francesi vo-