237 MCCCCC, APRILE. 238 nador, di 6. Scrive il successo dii castello con la terra, e il vice re mostra far provisione ; tamen nulla fa, e fa fortifichar il castello preditto, tenuto a nome dii re. Da Trami, di sier Alvise Coniarmi, governador. Come la galia de lì si vara justa i mandati, et sarà in bordine; item, zercha biscoti. Et in questo zorno, fo parlato di armar, e trovar danari ; et poi fo dato sacramento per li cai di X il mandar a tuor dii Cardinal Ascanio de qui. A dì 18 aprii, fo il sabato santo. Da poi la messa, in colegio, et il principe non fu, prima fo divulgato per la terra, domino Nicolò Sovergnan, cava-lier, da Udene, con li stratioti esser intradi in Gori-cia ; tamen 0 fu ; et per esser la praticha nel conscio di X, fo ordinato farlo ozi. Di Pranza, di sier Beneto Trivixan, el cava-lier, orator, date a dì 9, a uno castello mia 30 da Liom, dove il re era andato per slontanarsi di la raina, e starà pocho ; e lui orator la seguitò. E il re lì à ditto haver nel suo campo de qui lanze 1200 francese, ne dovea haver 1500, sì che vien a inanellar 300 ; qual bona parte à voluto più presto esser casse, cha venir in Italia ; et ha sguizari 12 milia, mancha zonzer 7000. Tamen, di danari in Franza non si feva altra previsioni. Si scuode la taxa in generali, et le suspension di le provision ; e il re à ditto bisogna dar a’ sguizari tre page, eh’ è 25 milia franchi; et soa majestà li tochò zercha il passar Adda di le nostre zente etc. Item, esso orator ringracia esser rimasto di colegio ; promete sincerità, carità e diligenza. Item, il re à mandà verleti a li capetanij soi, e à promesso, a chi li dà il Moro in le man, franchi 1000 a P anno di provision, e danari contadi. Item, li capetanij di soa majestà si lamenta, nostri non esser passati ; prega la Signoria fazi i passino ; e l’o-rator scusò la Signoria nostra ; adeo il re rimase satisfate eie. Dii ditto, di X, ivi. Come il re havea auto nova, li soi haver roto il Moro, qual era fuzito, et reabuto Novara ; et abrazò esso orator nostro d’alegreza, dicendo : Non vi dissi, avanti scrive a la Signoria, aremo nova? etc. Sì che il turcho, inteso questo, moverà pensier. Parleremo poi di questo. Et à nova, >1 Moro esser fuzito a la volta di Como, e missier Zuan Jacomo esser in Novara, e monsignor di la rrimolia haver divisoti sguizari, sì che de lì in Fran-za> e per tutto, il re fa far segni di alegreza, et doman sarano a Liom. Item, esso orator prega sa-lisfazi li Salvegi di le letere di cambio di corieri ; e ‘lite letere non è in zifra, ma in brevi di so man. El monsignor di la Trimolia scrisse una letera, data a Trechà, in vulgar. In risposta di la nostra si congratulassemo di la victoria, et lui ringracia la Signoria con optime parole, offerendossi eie. Da Crema, dii podestà et capetanio, di 16. Come era tornato l’homo mandò da missier Zuan Ja-como, qual ave ducati X di bona man, et di monsignor di la Trimolia, ducati 5, qu;il li portò la nova di Ascanio ; e che missier Zuan Jacomo disse : È rasonevele, havendo il roy el Moro, la Signoria habi Ascanio, suo inimico. Item, Pavia si tieni per il roy, e il campo è sparpagnato ; et che de li nostri su quel teritorio cremasco è alozati cavali 1C00, sì che non poi patir ; perhò si provedi. Da Caravazo, di sier Zuan Antonio Dandolo, provedador, di 15. Come do milanesi, Renaldo da Corte et Zuan Jacomo di Lampugnano, capitolò lì, et Ji à retenuti, come scrisse, e posti in rocha a custodia di sier Zustignan Morexini, provedador, e il resto di la fameia e cavali è con lui retenuti. Item, si fabricha il castello tutavia. Item, domino Francesco Bernardini Visconte partì da Brignan e andò a Cassan, chiamato da missier Antonio Maria Palavicino. Et era rimasto a Brignan missier Zuan Francesco da Marlian e domino Guarnier da Castion ; à posto bordine siano retenuti, justa i mandati nostri. Item, luto Milan è ini paura ; il Cardinal Roarn è lì, et è solurn 100 francesi in la terra, e si praticha di adatar con milanesi con danari. D i Pizegalom, di sier Hironimo Querini, prò- 89 vedador dii castel, Zercha le fabriche si faceva in quello ; e voria se li mandasse danari da compirle. Et se intese, il fradello dii marchexe di Mantoa, qual dicitur fo preso da li villani a'Piasenza, si ha rescatà per ducali 3000, et torna a Mantoa ; et fo mormorato assai. E visto il capitolo si ha con el signor Carlo Orssini, zercha li presoni di capo piglie-rà, sia di la Signoria nostra, et fo assa’ biasemato. Et fo scrito per colegio a li rettori, mandi li presoni, e proecipue questo de qui. Da poi disnar, zoè poi l’oficio, fo conseio di X, che fo la vizilia di Pasqua, con zonta di colegio, per le cosse di Goricia ; tamen 0 seguite. Da Roma, di V orator, di 13 el 15. Come disse al pontifico di la venuta di Alvise Manenti, secretarlo nostro, e di P orator dii turcho, e la risposta ; e il papa li piaque assai; voi far etc., e mandar le decime e legati in Ilongaria. Item, a dì 13, intese la nova dii prender dii signor Lodovico, per via di Aste, dal prothonotario, nepote di missier Zuan Jacomo Triulzi; li à piacesto molto. E poi vene le le- \