1181 MCCCCC, DECEMBRE. 1182 parlò el synicho. Rispose Rigo Antonio. Et andò la parte : di proeieder X, di no 33, et non sincier... Et cussi fo asolto al segondo conscio di largo judicio. A dì 17 dezenibrio. In colegio non fo el principe. El reduto li consieri, per andar dal Cardinal con li piati et il colegio, a dirli la risposta, era, olirà il ’colegio, solum 4 zenthilomeni di pregadi, licei eri fusse falò asaper. Et cussi la Signoria, col colegio lutto, vene con li piati lino a la chaxa dii marchexe, dal Cardinal, et soa signoria vene in sala contra; era in rocheto; et andati in camera, mandati luti Cuora, exceplo il colegio, era l’orator dii papa, e, sentati, per sier Nicolò Trivixam, procurator, li fo fato le parole di la risposta, qual fo leta per Gasparo, et fo piena di substantia. Et il Cardinal restò satisfate ; tamen a la parte di 80 milia ducati, pregava fusse expresse ditto 100 milia; e ditoli bastava, per il re-meter si fevamo al pontifìce, e li piaque. Poi disse, di le galie, el papa voleva armar molto più dii numero ditto, et li scriverà, volendo da la Signoria solum li corpi e artilarie, et lui meteria li homeni pagati dii suo etc. Poi disse do cosse commesseli per il papa. La prima, volendo soa santità, per amor 465 suo, aversi levato di la protetion di quelli tiranuzi di Romagna, ringraciava molto la Signoria nostra, perchè, mediante lei, lo illustrissimo signor ducha Valentino havia abuto ditti lochi ; per tante pregava, manchando Faenza ad haver, la Signoria volesse ajutar il ducha di zente et altro, sì che l’habi, e sarà cossa molto aceta a soa santità, justa, hutile et ho-nesta : justa, per esser ubligati cadami principe ajutar il pontifice contra li rebelli di santa chiesia ; utile, che, non spendendo il papa in questo, spenderà in ajuto di le cosse christiane, per esser omnino diliberato averla ; honesta, la Signoria nostra risponderà a l’obligo per l’amicitia eie. Poi ringratiò di averlo azonto nel numero di la gente patricia, et di la pro-tetione ; ccelerum, la Signoria volesse dar conduta al prefato ducha, simile a quella dii conle di Piliano, pregando presto fusse expedito, acciò si parti. Et è da saper, eri matina fo a veder le zoie e le arme dii conseio di X, et ozi dia andar a l’arsenal; promete, andando in Hongaria, et il re in campo, li starà sempre a presso, et non stimar la vita, et per ditto sier Nicolò Trivixan, procurator, per esser in seli-mana, li fo risposo si conseieria e risponderia ; scusando il principe non si sentiva eie. Et in questa matina vene letere di Spagna, molte e de importantia, parte in zifra, qual non fo compite, di lezer, et è numero cinque. Da poi disnar fo pregadi per la terra ; tamen a requisitici! di sier Bernardo Bembo, dotor, cavalier, come avogador, per la parte di le gastaldie etc. Et reduto, sier Francesco Foscarini, savio dii conseio, messe per parte, tutti li savij dii colegio siano ubligati venir a questo conseio, per poter difender le raxon di la Signoria, sì quelli ineteno ballota, come no, soto pena eie. Et bave 2 di no, el resto (75) di la parte. E fo presa. Item, perchè non erano stà citadi quelli savij messeno la parte che pagasene, fu posto per li coti-sieri una parte, fosse citado li savij sono vivi, el li morti, atento si convien andar per via di grada, per questa volta sia suspesa, et vengi marti o el dì drio, non hessendo. per cosse di la terra questo conseio, e li 40 criminal e altri oflcij meteno balota, solo pena di ducati X. Item, siano ubligati venir lutti li savij dii colegio, sì quelli inéteno ballota, come no; et li avogadori siano obligati mostrar il processo a li avo-. chati di la Signoria, et a quelli dii colegio lo vorano veder. Et ave____di no,____di sì. E fo presa. Di Spayna, fo letu le lelere di sier Dumeneyo Pi -xani, oralor, date a dì 13 nooembrio, in Granala. Chome da Valenza fono le ultime, et era poi zonto lì per pessime vie, e con grain sinistri, e longato la via per pericolo dii disturbo de’ mori. Or zonto lì quel zorno a presso Granata, mandò per il corier a notifichar a le regie alteze il zonzer suo, quale voleva l’indusiase a doman intrar; ma per esser a la campagna, e conveniva dormir in terra, pregò Mitrasse quel zorno. E cussi, a bore 21, li vene conira do mia lo episcopo di Giaè, con uno altro, per nome di reali, demum da poi do altri cavalieri, con alcuni zaneti, poi 4 episcopi; et cussi intrò in la lerra con cavali 300, a li quali, a tutti, latino sermone, ringraciava etc. E foli preparato una caxa, la più bella de lì, ma tristissima, qual è di don Consalvo Fernandes, capetanio di l’armada, adornala di tapezarie, eli’ è preeler solitum; è belle corte el fontane in quella dove dismontò. Et li oratori neapolitani a pena ebeno li muri, e molti di soi veneno a veder le prepara -tion di ditta caxa ; el diti oratori li mandò a scusarsi, non erano venuti contra, e veria a visitarlo; tome» poi, per la invidia, non veneno. Lì è la rezina di Napoli, sorela dii re, et il Cardinal di Aragona con lei, nepote di re Fedrico. Item, è uno orator di Pranza, prete, con poche persone non da conto ; al qual, chome li parlerà, userà ogni dimostra tion di benivo-lentia. Ite in, quelli neapolitani sono de lì, si doleno 465 * di quelli reali, et non sono ben contenti. Item, ve-derà di haver audientia eie. Dii ditto oralor, di 14. Chome vene a trovarlo a