147 MCCCCC, MARZO, el cavai solo al signor Ypolito, nepote dii governaci or, qual fu di primi azonse. Et poi il governailor ussite con lui provedador e certi homeni d’arme, e si messcno su certa pradaria, per mezo Cassano, dentro del qual è cavali CO lizieri e fanti 200. Li nostri rnenono via alcuni capi di bestiame, e alguni presoni, si che fino a hora nostri non Ceno alcun movimento, per non haver ordine di la Signoria nostra; ma, havendo hordine, li basta l’animo far una bella pon-ta, fin su le porte di Milano. Ilem, per uno messo à, eri si mandava vituarie in Agnelina, per 3000 fanti e certi cavali dieno passar in favor dii signor Lodo-vico, e dovea zonzer a Como 33 boche di artilaria. E Ascanio aver ditto: Costoro vuol francesi, c nui toremo tedeschi e turchi; ma meglio saria acordarsi insieme, e cazar francesi. Ilem, el signor Lodovico è atorno Novara col campo, e haver nel suo exercito 1200 pedoni, 4000 cavali, la mazor parte lizieri, tra i qual pedoni è da 500 in G00 italiani ; e havea buia to zoso zercha passa 40 di muro; rtla quelli dentro erano fornifichati con un reparo, e stevano con grande animo. E avea visto ditto signor Lodovico molto di mala voia, e scnlì dir el butava via i soi danari, perchè pagava persone che non Io obediva, videlicel tedeschi. Poi andò a trovar missier Zuan Jacomo a Mortara, qual dice haver 4000 pedoni e 3000 cavali, e non si voi mover, se prima non è zonto 200 lanze savogine, che di dì in dì l’aspeta; e, zonle sarano, farà intender qualche bella cossa, e non havea alcuna nova dii socorsso di Pranza. A dì 15 marzo. Fu gran conseio, e fu posto parie per li consieri, di chiamar el gran conseio ogni dì ili quest’ altra setimana e l’altra, a petizion di avogai lori di comun, e vegni ben tutti, sotto pena di X ducati. Ave 5 non sincere, 162 di no, 779 di sì. Ilem, fu posto per li consieri la grada di quelli da Chersso. Et sier Lucha Minio contradixe, et fo rimessa a un altro conseio. Noto, sier Michiel Salamon e sier Nicolò, suo Gol, a un trato a do capelli tochono ballota d’ oro, et il fiol intrò, li tochò la prima voxe a Bergamo, tolse suo padre, ma non passò. Noto, di Pranza, di 22 fevrer, non si ha letere, quod est mirurri; et par Ferara, Mantoa e Bologna siano scoperti col signor Lodovico. A dì 16 marzo. In colegio, fono electi do pro-vedadori in Friul, andar a veder li [lassi. Rimase sier Alvixe Loredan, fo a Monopoli, et sier Piero Moro, fo patron a l’arsenal ; et el Loredam era intromesso per li syndici, e, inteso non lo volevano lassar andar, refudoe e fu fatto in suo loco. In questa matina, el banco di Garzoni ili novo falite, et fo grani murmuration in la terra, haver re-levà bancho, e poi, abuto li danari, haver falito. Et il principe disse in colegio, che marani li havia trato 30 milia ducati di bancho, et ditti Garzoni andono in uno monasterio, e dicitur à li danari. Et da poi disnar, in Rialto fu fato una crida, che tutti li creditori si reduga a San Zuane di Rialto, de prcesenli, perchè voleno far li cai di creditori dii ditlo bancho di Garzoni. Et in quarantia fo sul caxo di la maschara. Parlò sier Marco Sanudo, V avogador. Li rispose sier Daniel Zucuol, doctor, et messo di procieder, fo 12... 9...18... Et è da saper, in questa malina li creditori dii bancho di Garzoni andono a la Signoria dolendossi molto, e fo gran remor. Da poi disnar, fo pregadi. Et sier Polo Pisani, el cavalier, avogador, andò in renga, dicendo era sta di ordine di la Signoria a cha’ di Garzoni, à parlato a sier Andrea di Martini, cugnado di sier Andrea di Garzoni, e sier Francesco Bragadim, suo zenero, e dimandato dove erano, risposeno non saper; et dimandato di libri e scripture, disseno non saper ; sì che sarà difìcile. Et messeno sier Nicolò Michiel e sier Polo Pisani, avogadori di comun, il terzo collega non era ini pregadi, che li ditti Garzoni domati a nona liabino mandà a presentar in F oficio di la avogaria li libri vechij e nuovi dii bancho, zornali, vachete e seri ture; el, noi fazando in termine di zorni tre, si debino presentar a le prexom. Et ditta parte ave 8 ili non sincere, 12 di no, 145 di sì. Et cussi, a una hora di note, fu lato questa crida in Rialto; et il zorno se-quente li libri fono apresentati a l’avogaria tutti. Et li creditori se reduseno ili gran numero a San Zuanne di Rialto, per far li cai di creditori. Fo grani remor et nulla feno. Ilem, ozi ini pregadi fu posto per li savi] ai orde-ni, che li patroni di le galie di viazi, debino apresentar in termine di zorni 3 li danari sono ubligati, e serar la charata sub poena eie. E fu presa. Ilem, fu posto mandar Gorlim da Ravena con 300 provisionati a Udene ; e fu presa, e mai non fo expedito. Ilem, fu posto mandar 200 fanti a Corfù, sotto do contestabelli, videlicel provisionati, quali fono Piero Grimaldo et Piero Pessina, come dirò più avanti, al loco suo. Di Roma, di l'oralor. Di certa oration fata per il papa in concistorio, in re chrisliana. Eravi li ora-