895 MDXXVII, GIUGNO. 396 Papa ala custodia di Parma et Piasenza ; ma prima voi venir dala Signoria Nostra ; el cussi ge l'ano mandata, et'per veder di haver il castello di Ra-vena. Per remover la suspension a quel castelan, hanno mandato el ditto sier Zuan Tiepolo sopra la fusla con li soi homeni. Item, scrive che Zuan di Naldo con quelle zenle è fuora a l’impresa di Codigliela dove par sia fanti 200, et li fa far uno basimi! a la porla aziò non possino ussir, et voi veder di haver quel locho. Da Bergamo, di rectori, di.......fo lettere con uno riporto di uno citadin venuto di le parte di sopra. Riporla che l’homo negro con 10 milia persone havia combattilo col Vayvoda fato re di Hnngarla, et era con 30 milia, et quello ha rotto et fracassato. Item, avisi clic di sopra è equal niotion di zelile, et Bolzan buia fuora 5 bandiere di capitanei, tra li qual una è una aquila negra in campo d’oro, chi dice per Hong»ria, chi per Milan. Di Verona, con avisi ut supra. Et 12 milia fanti si dice dia venir in soccorso di Milan ; però non si vede efleclo alcuno, Fo reduto ii Conscio di X con le Zonte in la sala d’oro di suso, el il Pregadi in Gran Conseio con li Cai di XL a la bancha. Et fo leto le lettere, et stando cussi in aspectation, vene Zuan Batista di Vieimi secretario, et publicò la cedenza, et precipue le lettere di campo et di Franza sotto pena di la testa, et si farà inquisition. Et dato sacramento ala porta del Conseio per li Cavi di XL a lutti d i 26*2 lenir secreto, et vene zoso, el restò anchora suso il Conseio di X con (ulte do le Zonte: et fono in gran disputatione, el nulla fo concluso. Di sier Domenego Contar ini proveditor zc-neral, date in campo adì 25, hore 2. Adì 25, hore.....Come tutto il campo havia passà Lambro. Il duca di Milan non era zonlo anchora a Lodi. Antonio da Leva era ussito di Milan con le zenle verso Marignan, bravando di voler venir a la zornala. Il sumario di le qnal letera scriverò di solto ; qual è questo. Di sier Domenego Contarmi proveditor generai, date in campo apresso Marignan uno mio, adì 25, hore... di note. Come in questa malina, con il nome di Dio fo butà il ponte su Lambro, et dete principio lo exercilo a passar in questo modo. Primo passò il colonnello di Babon di Naldo con 4 pezi di artellaria et guasladori, et poi Zuan Paulo Manfron con parte di le zenle per F anliguarda, poi il colonello di Jacometo da No- | vello con il conte Ambrosio......con la sua compagnia et il resto dele gente d’arme per la bataia, poi il colonello di Antonio da Castello, et el conte Zuan Lodovico Palavisin con il suo colonello con il resto di artellarie, monilion el guastatori per il relroguarda, spinti avanti tutti li cavalli lizieri et stralioli pasati Lambro, alozali a Manzafiel uno mio apresso Marignan. Et nel passar nostri fono assaltali da li nemici che sono in Marignan, et scaramuzono con 2 bandiere di fanti italiani, i quali si hanno forlifichati in una chiesia con spalle del signor Antonio da Leva venuto fuora di Milan con bandiere 14 di lanzinech, 4 de spagnoli et italiani, et con alcuni pezi di arlellarie venuti liozi li a Marignan. Et nostri li rebateteno valorosamente, et hanno preso 11 fanti, do cavalli lizit*ri, zoè uno nipote del capitanio Zucharo el l’altro zentilhomo fo del duca di Barbon. Ferito Cesare da Napoli capitanio di fanti in uno brazo, et uno altro morto nominato el capitanio ,lacheto. Dai qual si ha inteso, diman aspectano li lanzinech del colonello Lodron con alcuni pezi di artellaria, che dieno zonzer nel loro campo. Scrive, siamo alozali qui in Ariot a hore zercha 20. Et subito fo dato al’ arme per causa di certi fanti ussiti da Marignan, et pensa si farà il simile tutta questa notte, nè si lasserà star in paxe fino doman, che si leverano per veder di cazarli d ditto loco di Marignan mia uno luntan de lì. Et 263 par ditti inimici fortificati in ditta chiesia siano 200 fanti. Nostri sono alozali sopra la paia el in caxe minate, et li fanti moreno da fame perchè non vieti vituarie al campo, poi li fanti non è pagali, et è passà il tempo loro. Inimici, zoè il Leva, la bravano molto. È ussito di Milan con il forzo di la sua gente, et per le bravane che’l fa el desidera si vengi ala zornata. In questa sera si ha dato un altra volta al’ arme grossamente, et fato una grossa scaramuza, morti 4 over 6 di nostri, et per quel ha verno, de inimici 10 è slà morti. Et di questi uno capo morto, et uno ferito di uno archibuso in uno brazo; li qual capi sono italiani. Scrive si mandi danari per pagar le compagnie di le qual è passà il tempo, et fanno prolesti di volersi partir, et ala zornata de fanti se ne vanno. Item manda una relation, il sumario di la qual dice cussi, zoè : Riporlo di uno del magnifico Thodaro locote nente del signor Mercurio, venuto da Milan, slato ad acompagnar uno combalente. Dice che in Milan è grandissima carestia di vicluarie, el che 6 mia d’intorno vi è pochi fruiti et ricollo come di biava alcuna. Non vieti taià la biava, et che villani aspetta