88:1 MCCCCC, OTTOBRE. 884 le raxon ili la Signoria nostra eie. L)a poi disnar fono dal reverendo vesprimiense, e ragionato assai, li disse, il re fin tre dì partirà per andar a Bazia, et starà 5 dì ad andar, c sarà li questo San Michiel, e za le zente d’arme è aviale. Iiem, l’orator dii lur-cho, fo lì, il signor lo expedì; li donò ducali 100 e tre veste, una di le qual era d’ oro ; et se ne aspela uno altro presto. Manda letere abute di Poiana eie. Di l’ oratw dii papa, legato, episcopo di C /y, a li oratori nostri, data in Cracovia, a di .9 septem-brio. Come a dì 24 arivò lì, dii passato ; et trovò quel re molto disposto contra turchi, licei questo eslale habi auto gran incursion di tartari ; e il ducha di Moscovia è in guerra con il ducha di Lituania, e par tartari siano soldati dii lurcho; et doimperadori de’ tartari preseno oratori di Moscavia, tornavano dal turco, con 600 cavali. Ilem, quel re voria più presto la guerra conira turchi, dia con tartari, perchè po- * tria vadagnar qualcossa, ma per questo inverno non poi ; è lonzi mia 1000 da’ turchi, ma il re di Honga-ria solum 70 mia hongareschi, eh’ è cinque mia italiani l’uno, Ilem, quel re voria qualche subsidio ; fa una dietii a la fin dii mexe a presso Rossia, a li confini, 4 zornate de lì, Ilem, è tornato 1’ orator dii re di Alemagna ; dice il re di romani si duol di quelle majestà, se habino acordato con la Signoria nostra. Ilem, lui à publichà il jubileo ; manda uno comissa-rio in Moldavia, e lui va irn Prussia, dove è una religioni di crosechieri non ben in acordo chon il re di Poiana, e andar e tornar è mia 800 ; poi anderà a la dieta, e ritornerà in Hongaria. Ilem, dice poi tartari si preparano a la invasioni dii regno, ergo eie. Da Segna, di domino Alberto de Loya, capela-nio, a la Signoria nostra, di 2 octubrio. Voria se li mandasse qualche polvere ; e, bisognando, si ordeni a le ixole vicine nostre li dagi ajuto de homeni. Ilem, si offerisse tenir exploratori, per saper de’ turchi eie. Scrive latine, Da Trevixo, di sier Hironimo Contarmi, podestà et capetanio, di 5. Zercha li bastioni si fa su la Li-venza a longo, et quelli di Sazil non voi darli ajuto; si voi transferir lì, et uno domino Paulo di Mutoni è sopra I’ opera. Da Sazil, di sier Alvixe Lorcdam, podestà et capetanio. Zercha questa materia ; dice le cosse à fato fi per reparation di la terra eie. Da Monopoli, di sier Jacomo. Badoer, governa-dor, et etiarn di la università. Come mandavano auctorità al llioro episcopo, è qui, di dimandar la conlìrmation di certi ordeni fati de lì eie. Pa poj disnar fu gran conscio. Fato do al luogo di procuratori. Vene per scurtinio sier Alvixe da Molin e sier. Piero Balbi, fono savij dii conseio, et cazeteno de liezerissimi scontri, por esser stati di colegio ; et non bave 300 ballote per uno, per la malia impression dii gran conseio. Et fu lato pro-vedador al sai sier Donado da Leze, era di la zonta, fo fradello di sier Vetor, da tre con titollo di pre-gadi. Et poi conseio fo pregadi, solum per lezer le letere, molte era. Et il colegio si reduse a consultar di trovar danari, et consultato prima di scuoder li debitori; dar forma a le vendede siano libere; far li officij di bando et rezimenti ; dar angaria a quelli pagano lìtio da ducati 5 in suso ; tanto far, li patròni di le caxe non possi scuoder da li officiali, si non ha boletin non esser debìtor di la Signoria nostra ; et mandar per le terre, o poner una decima, o interzar dacij, o aver subsidio ; et di dar il sai per bocha in questa terra. E tutti diseno la llioro opinione. Et .lo aricordai di preti, et renovar lo extimo, et far molti monasterij son stà absolti, ilerum siano viste le raxom. E inlisi il re Fedrigo si ajuta, che à posto una angaria por fuogo, traze di 300 milia fuogi ducati 300 milia, prima era 400 milia fuogi nel Regno, videlicel si parte a tanti per fuogo ; ma Hongaria à il regno 400 milia fuogi, a uno fuogo per caxa. Et fo parlato fin sera, nih.il conclusum. A dì 7 octubrio. In colegio, fo prima leto le letere infrascrite. Di Roma, di l’ orator, dì primo. Chome fo dal pontifice solicitando la eleetioin di legati. Soa santità era con 4 cardinali : Capua, Santa Praxede, Io Ale-xandrino et uno altro ; et disse : Come faremo, domine orator? che l’orator di Franza non voi se mandi legato in Franza? Et dimandato versso Santa Praxede, quello li pareva, disse : Beatissime pater, quando sarò dimandato, dirò il mio voto. Et andò versso la sedia. E l’orator parlò a ditto Cardinal, qual disse : È meglio non mandar niun legato, dia lassar Spagna e Franza. Et poi el papa si serò 353 con li cardinali, dicendo doman si faria in concistorio resoluciom, et si publicheria li cardinali novi eie. Dii ditto orator, di do. Come quella matina, avanti concistorio, el papa chiamò li cardinali in camera, dicendo non li parer far ozi li legati, atento la difi-cultà di Franza et Spagna eie. Et intrato in concistorio, nulla fè, licei da alcuni cardinali soa santità fusse aricordato la provision in re christiana; ta-men, nihil fedi. Manda li brevi soa santità manda in Hongaria a lo episcopo di Cai, legalo al re mede-mo, et a Tliomà vslrigoniense Cardinal.