1479 XICCCCC1, MARZO. 1480 Stefano Caraboclam di Moldavia, con cavali 70, con presenti al re, et uno dii transilvano ; e par siano venuti per saper la voluntà dii re zercha romper al '• turcho, et la resolutiom à fato, et hanno auto audien-tia ; non sono sta expediti, sì che questi do dipende da la regia majestà, quello la farà, Ihoro farano. Ilem, par siano venuti lurchi a li confini di Smedro, mia 4 di Belgrado, cavali 4000, et altri, qualli vicinano ben con hongari, e in tempo di pace si soleva far corarie ; bora,, non solimi non fanno danni, imo chi fuze da lhoro li taiano. Ilem, se intende il tur-elio prepara armata, et fa far alcuna sorta di navilij per il Danubio. Ilem, 1’ orator dii turcho, era im Poiana, è venuto de lì ; sarà expedito insieme con l’altro. Ilem, di la venuta di l’orator nostro, vien . de lì, 0 s’intende. Dii dilo, di 28. Come andò a Teloni, mia X di Buda, dal Cardinal legato, et scrivi di coloquij aliuti insieme ; et 0 li volse dir di la mitigatione eie. Et li dimandò quello poteva far il regno di Hongaria, con 572 * la Transilvana, regno di Boemia, con li duchati Moravia e Slesia ; conclude, esso Cardinal è ben disposto, e voi far con il re di lieentiar li oratori turchi, e voi dar opera che li moscoviti e Prusia si unisca insieme contra tartari, acciò il re di Poiana possi esser contra turchi ; e cussi steno fin hore 4. Dii dillo, di 28. Cliome ozi, swmmo mane, el Cardinal si levò, per andar a Buda, di Tetem, e li vene contra a mezo il camin el reverendo vespri-miense, secretano, el conte Josa e uno baron di Boemia con cavali 200, quale fece una oration latina ; poi, mezo mia lonlam di la terra, vene il re con suo fratello ducha e il Cardinal ystrigoniense, qual fé una oration. Et il legato li rispose. Poi vene le chieresie con grandi e richi apparati di croxe, pivialli e apparamenti somptuosi, et con questa pompa passò avanti la caxa di l’orator dii turcho, qual era a la finestra, con gran popullo su la strada ; e da una parte e l’altra erano li frati, sì di observantia come conventuali, che cantavano psalini. Et conduto a la chiesia principal, fece le cerimonie, et il re lo acompagnò poi fino a lo suo alozamento. Et esso orator acompagnando il re a caxa, il Cardinal li disse, doleudossi di la tardità di l’orator nostro. El qual Cardinal il zorno avanti era venuto de Ystrigonia, e l’orator lo visitò; quid si dolse dii capéllo, e par il papa vói el vadi a Roma. Ilem, visitò poi el canzelier di Boemia, noviler venuto, homo sapientissimo, et anima reyis; qual disse era per far il tutto il re, qual è disposto a la expedition, ma li bisogna subsidio di danari. DH dillo, di 29. Come ozi fo a visitar il Cardinal legalo, qual li disse di la tardità di oratori, et quelli signori si duol, et come volleva far lieentiar li oratori lurchi. Si laudò assai de li bollori fatali per la Signoria nostra. Ilem, ozi è venuto da lui uno Lucha da Zara, qual questo San Lucha passato fu preso da’ lurchi, con moier et tre fioli, in Verbosagna. Dice Schander bassà si prepara a tempo nuovo di vegnir in Dalmatia et Ystria, e prepara gran numero di' pichi di ferro, manare e verigole, e che il signor turcho voi ussir fuora questo estate, per venir a Corfù ; fa gran preparation di armata ; et che Schander à cavali 7000, e voi andar con ditti pichi a Nona o Lavrana e Cressoviza, castello in Possega di la di-tiom dii re di Hongaria. Et dimandato il modo dii capitar de lì a Buda, rispose esser stà mandato per Schander a explorar, e, tornato, lo ’1 voleva mandar a la Porta, e se confida in lui. La caxon é, per liaver ditto gran mal di la Signoria per far il fato suo, e li havia fede; e che di l’andata dii signor turcho a Corphù sa, perchè cussi se divulgava ; et che, poi disciolla la union fu fata a Bacia, el ditto Schender mostrava non temer alcuna cossa, perchè ’1 dice, chrisliani non esser in unione. Et ditto Lucha esso orator lo mandò dal conte Josa, qual lo examinoe, et a lui lo rimandò, ringraciando assai eie. Ilem, di l’orator nostro vien li, 0 intende. Nolo, el piper in questa terra soleva valer ducati 130 el cargo, et era carissimo; et perchè tedeschi steno un mexe a comprar, caloe a ducati 102, et cussi vai al presente eie. Da poi disnar fo pregadi, vene il principe et leto le lettere. Di Zenoa, di monsignor di Ravastem, governa-dor, di 20, in risposta di nostre. Zercha le caravele e robe di sier Francesco Morexini, orator nostro, olirn a Napoli. Risponde haver lato il possibile a la recuperatici), come sa uno zentilomo nostro è lì; ma le robe fono tolte da quelli non è nel suo poter ; poi lui non à poder sul capetanio di le charachie. Conclude, voi tralar venitiani come francesi in quelle parte. Da Liom, di quel Bonim de Boninis, amico fi-dei, di 10. Zercha il successo poi la morte di sier Beneto Trivixan, el cavalier, orator nostro ; qual si dolea in la malatia più non poter zonzer prima a Venecia che ’1 morisse, a narar a la Signoria ; e più di questo si dolea, cha di la morte. E, morto che ’1 fu, la fameia rimase sbigotita ; et lui dè ordine a le scriture eie. E il schalclio volea portar il corpo a Venecia, sub silentio; et li parse vergogna di la Si-