MCCCfiC, LOGLIO. 530 niellò esser lelere da mar di gran importanti«, venute di Trani in zorni 7; et letere di Otranto. Non diee il zofno per la pressa, ma manda le ditte letere, che summamente importano. Di Zorzi Negrot secretarlo dii capetanio zeneral, dite in gaUa, in le aque de I’ AnU Pacca, a dì 13 de l'instante. Come, di 9 fo l’ultime dii magnifico suo zeneral, poiché, a dì 8, li saltò una febre dopia terzana, con parasisrni subintrati ; stè cussi fino a dì XI, adeo crescendoli il mal, esso secretano terminò spazar uno bregantin a sìer Ilironimo Contarini, pro-vedador di l’armada, e avisarli venisse. Et il zene-ral, il zorno passò cussi, et poi la note e la matina mal, adeo la virtù manchava. Per tanto aVisa dii tutto la Signoria nostra. Item, dice è zonto li danari di Colla, contestabele, è a Napoli di Romania, li manderà per el primo pasazo ; et per una poliza scrive, di l’armata nimicha altro non haver, solimi tien la volta di Levante. Come scrisse, le galie grosse e le nave nostre non erano parsse ; et par la galia dii zeneral, con le conserve, siano levali di la Parga, e venuti più avanti. 213' Dn Corfd, dii rezimenlo e provedador, di 14. Come, à ’uto letere dii zeneral. Nulla li scrive di l’armata e dii levar di la nostra; va dentro via dii Zante versso la Zefalonia. Item, la galia di Trani è partita eri sera, conzada ; et di la Vajusa non è altro, se non le nostre galie si bombardano con li turchi ; et di Corfù li à mandà XXX barili di polvere e alcune piere di bombarda, et dimandano danari per li soldati e maistri, qualli za erano sta mandati, e sono in camino. Da Modom, di rectori, di 25, replichata. Dii zon-zer de li fanti, et la mostra fata per Jo, Marin Sa nudo, savio ai ordeni, et è bella compagnia. Dicono, s’il zeneral si mostrerà, sperano mantenirsi, licei il campo li sia intorno. Vene in chebba uno zaratim, stato con li araldi di Frariza al turco, et referì molte cosse. Come li araldi fonno a Rodi, et di quel Centurion, orator di rodiani, vene con Ihoro al turco, qual è nemicho di la Signoria nostra, et andono da Zilebì, fiol dii turco, sta a li confini di Rodi, e li fece bona compagnia. Et di Rodi passono a terra ferma al Fischio, et fevano mia 12 al dì, et zonseno in Andernopoli, dove era il signor col campo. Li dé uno pavion a essi araldi, qualli fono introduti el marti, fo 7 aprii, a li bassa ; et, andati, Ihoro non volseno exponer la imbassala, dicendo haver in commission parlar al signor propio, allramente tornar dal roy. Et cussi, ditti bassà si levono, e li menò dal signor. Et que- sti li disse, il roy li liavia mandali a dirli, facesse con la Signoria. El il turco disse : Il roy è mio parente, son contento; é stà qui da mi 1’orator di la Signoria, mi ha promesso darmi alcune terre ; manderò con vuj oratori al vostro re et a la Signoria, e in questo mezo 0 si farà. Et cussi si partino, et veneno per terra a Rodi, dove mentono sii una barza. E uno rodian con Ihoro, nemico nostro. Vanno al re, nome Rachsadia, et che il più vechio araldo, nome Monzogia. Item, clic zonti forino a Mo-don, a di 24 zugno, inteseno ditti araldi, turchi esser lì col campo, et il signor. Et uno di Ihoro voleva dismontar, e andar dal signor a dolersi di questo ; ma par li rectori non volesseno andasse, et cussi partino. Vene con la barza al Zante, poi qui ; et ditti araldi è alozali a 1’ hostaria dii Lion Biancho a San Bortolomio, quali smontono ozi, e li turchi a cha’ Dandolo ; ai qual fono poste guardie per il conscio di X. Fo consultato in colegio di far capetanio zeneral, sì o ver no. Et fo notato varie cosse, tamen tuti far zeneral. Fu posto per tuli i savij d’acordo, far da malina capetanio zeneral di mar nel mazor conscio, con li modi eie., et si parti con la galia, sopracomito sier Alvise Vituri, grossa, la qual è za armata, et sta per partirssi ; non-possi refudar, soto pena di confisca-tion di soi beni, e sia bandizà di Veniecia e dii do- 214 gado. E doman da poi disnar sia pregadi ; et se li dagi la commissiona, e parti subito; et possi esser electo di ogni luogo e oficio, et elìcmi oficio continuo, et non rezimento. Ilave 2 non sincere, 12 di no, 183 di la parte. Et fu presa. Et, balotata questa parte, il doxe si partì e andò a caxa. Fu posto per tulli d’acordo, excepto sier Luti ardo Grimani, acciò 1’ armada non resti senza governo, sia ballota ozi im pregadi sier Ilironimo Pixani, sier Ilironimo Contarini, provedadori di l’armata, e sier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse; chi di Ihoro debbi reslar vice zeneral, s’il zeneral fusse manehato, fino zonza il novo zeneral ; et sia scrito di questo in armada ; tamen el vice zeneral consulli con li altri do sopra nominati. Andò primo in renga sier Lunardo Grimani. Li rispose sier Zorzi Emo, savio da terra ferma. Et sier Antonio Trum, el consier, messe, insieme col Grimani, de indusiar a domani. Et sier Domenego Baioni (sic), el consier, intrò in 1’ opinion nostra. Poi parlò sier Francesco Bollani, è di la zonta, in favor di la nostra parte. Li rispose sier Alvise di Prioli, fo governador di una galia in armada, qual mi provochò ; cargo sier Ni-