1313 MCCCCCl, OENNAJO. 1314 parte romagnir de soto, la terza ¡m iar a la prova de dicte galie, che beveno su la fiumara, metando clia-daum de lhoro gli sui valenti homeni in terra, con sue arme et fuogi, per far tal opera de brusar tute diete galie. A l’incontro haverà zercha turchi 300, che 6 de la guardia de le diete galie, et de i doi casali sono propinqui, che sono homeni 100 per casal; questo sarà tuto el scontro porano haver, perhò che altro socorsso non porano sperar de haver, et maxime de la Valona; perchè tuta Sua speranza seria de lì, nè in altro loco se puoi meter in terra, per esser spiaza, et da la banda de sopra, corno da la banda de soto de la dieta fiumara. E ancor se potesse meter in terra, da la banda di sopra de la fiumara è uno paludo, passa el lago de la Valona, et che è im-possibel passar ; da la banda de soto veramente cui desmontasse, saria poi neccessario passar la fiumera, per dover andar dove son le galie ; sì che altro modo non è, si non con le sopradite barche, per otegnir tal victoria, deinde vegnir in bocha de Catharo, dove hanno securtà de porti, et ne la bocha propria, et immantinente meter in terra le sue gente et artila-ria, che da ogni banda pono meter, e veder de prender et tuor Castel Nuovo, el qual in mancho de giorni 4 minerà et aprenderà. Nel qual loco si atro-va, tra turchi et christiani, da homeni 500, nè socorsso alcuno pono sperar d’ alcuna banda, per le gran neve, strade et passi calivi, A presso, venendo tal armata in colpho, si dimostrerà a vostra sublimità altro partito, che molto sarà grato et utele a vostra sublimità, el qual con molta fazilità se ote-gnirà. Et tute sopra dite imprese è necessario far questa invernata, perchè del tempo de la instade non è da pensar de poter far cossa alcuna. A presso, sì come per altre mie è sta dicto, la persona dii signor turcho se partì da Andrinopoli a dì 22 novembrio, per andar a la volta de Constantinopoli, non ben conditionato de la persona sua. Data a dì 7 zener. Da Bologna vidi un capitolo, drízalo a Piero di Bibiena. Li scrive missier Zuane Bentivoy, et comete la mostri al principe, come Zuliano era lì in caxa sua, et monsignor di Trans è stato lì, e have comis-sion dii re, de dirli non ajuti Faenza, e lassi tuorla al ducha Valentino, et li dimandò alozamento per zente a Castel Bolognese; et esso missier Zuane li justifichò non haver dato ajuto a Faenza, nè di quella poter disponer; e di lo alozamento, quel locho è pigolo; et cussi è partito. Item, etiam è slato uno secretario dii ducha predito, chiamato...., a questo effecto, et expedito. Da Zara, di ree tori, di 8. Scriveno la miseria di / Diarii di M. Sanuto — Tom III quelle compagnie, e sì provedi ; et Schander bassa prepara a vegnir; et essi rectori sempre è su le strade, e molestarli da essi fanti, qualli non hanno da viver. Mandano una letera li scrive Simon da Mel-dola, contestabele in Nadino, di 7, come li stralioti, sono lì a la- guardia, non hanno da viver, et tutti si parteno ; perhò si provedi a Ihoro viver. Item, una letera li scrive Stefano Martin use, conte de Clissa ; li avisa che turchi fanno adunalion in Bossina, e voi far coraria in Licha’, o ver Bichach ; et lamen è de lì aque grande a questi tempi. Da Roma, di sier Marin Zorzi, dolor, orator, di 9, fo leta per Zacharia, drízala al conseio di X. In conclusion, dii jubileo e cruciata, posta per il papa in Italia, e nel dominio nostro fato quel frate vicario generai a scuoderle,- et li danari voi averli lui, et crede anderano in le man dii ducha Valentino. Item, fo leto do letere, con avisi turcheschi, non dice chi scrive, ma so è da Ragusi, di sier Hironimo Zorzi, di 4 et di 7 ; il sumario ho scripto di sopra. Di Padoa, di rectori, di 17. Come, ricevuto la nostra letera zercha li soldi 5 per campo, chiamono li deputati per quella comunità e alcuni citadini, et, exposto con acomodale parole il tulto, si dolseno assai, dicendo non potrano patir tal angaria ; et chiamono il suo conscio, et credendo volesseno far pro-visiom a la satisfateli, proposeno di far X oratori a la Signoria nostra. Et essi rectori, persuadendoli a contentar, tandem elexeno 4 oratori, zoè domino Alberto Trapolim, domino Francesco da Legname, doctor, domino Gaspar Orssato, el domino Lelio Verzelese, quali vegnirano a la presenlia di la Signoria nostra ; lamen saria bon la Signoria li scrivesse. Fu posto per li consieri, cai'di 40, savij dii conseio et savij a terra ferma, una letera a Padoa, che quelli rectori voglij persuader quelli fidelissimi, a non mandar oratori in tanto bisogno, acciò sij esempio ad altri. Ave tuto il conseio. Fu posto per tuti i savij di colegio una letera a Roma, in risposta dii breve di le decime, vedi di averlo come fu la bolla, saltan si remetemo a lui di tuor el presente, ne à mandà la copia, vidcliccl olirà le ordinarie. Parlò conira sier Francesco Foscarini, savio dii conseio, qual non voleva poner 0 di decime per adesso. Li rispose sier Piero Balbi. Poi parlò sier Lorenzo di Prioli, fo avogador. Li rispose sier Alvise Mocenigo, savio ai ordeni. Et tandem il Fo-scarini mirò, e fo balotà una solla parie. Et ave 4 non sincere, 7 di no, 113 di sì. Et fu presa. Fu posto per tutti, ut supra, expedir el conte Xar-cho, et mandarlo in Dalmatia con li so 100 cavali . 83