245 mccccc, ver, oltra il Cardinal e Bandìno, capetanio di balestrieri dii Moro, eliam questi : monsignor di San Cel-sso, monsignor Crivello, el preposito de Ubaldone, el fratello dii thesorier, et Galeazo Feraro. Et come presto sarà de qui. Dii signor Carlo Orssini fo leto una teiera> scrita ni suo secretano Anzolo Tancredi. Narra il successo di piasentini contra di lui, et haverli tolto alcuni presoni, et con pocho honor fu cazado de lì etc. Da Bergamo, di reclori, di 18. Avisa quello è dito de lì, che todeschi hanno tolto Novara ; et che missier Zuan Jacomo, qual era in Milan, si era partito con tutti i francesi; e il Cardinal Roam è andato ivi. Da Crema, di 18. Dii partir quella matina dii Cardinal Ascanio de lì con el signor Carlo Orssino, et domino Sonzin Benzon, e anderano di Brexa a Man-loa per la via de Salò, passando a Lazise. Ilem, come li fo consigliato, per el signor Carlo, li infra-scriti: monsignor Lunardo Visconte, abbate di San Celso, fradelo di domino Francesco Bernardino; monsignor Alexandro Crivello, prothonotario ; monsignor Lodovico de Landriano, prevosto di Vibol-dom; missier Zuan Baptista de Landriano, e missier Galeazo de Ferarijs, e li acompagnoe in castello, e preparatoli comodamente da star; e tuti sono home-ni di grande inzegno, et li era fato le spexe per uno contesso dii signor Carlo. Ilem, scrive che missier Francesco Bernardin Visconte, qual andò a Milan, fato chiamar dal Cardinal Roan in castello, fu fato prexon ; et scrive la nova di todeschi haver preso l’arlilarie a Novara, et quelle piantate a torno il castello, dicendo voler el signor Lodovico, per non li esser stà ateso quanto li era stà promesso. Et erano da persone 12 milia ; e haveano fornito Gaian e Treclià; e dii partir dii Cardinal Roan, e missier Zuau Jacomo con tuti altri francesi è andati versso Novara. Noto, el Cardinal Roam richiese per letere soe, h Signoria nostra li volesse dar ne le man questi tre milanesi, erano in Brignan, qualli fono mandati a Bergamo, zoè : domino Zuani Francesco da Marliam, domino Guarnier da Castiom, et domino Francesco Visconte. Et lezendo le letere im pregadi, intrò conseio di X con zonta di savij, et fo il principe. E poi si partì, e vene letere di Pranza in zifra. Fu posto per li avogadori di comuni, atento sier Andrea Marzelo, quondam sier Piero, era stà prova Patroni di una galia al trafego, qual dia star im preconi, e si dovea presentar per esser stà in armada, aprile. et atento sia sta inganna el conscio, clic ditta prova sia revochada. E cussi fu preso. A dì 2i aprii. In colegio vene Porator di Fran- 91 ‘ za* e disse molte parole di la bona mente dii suo re ; dicendo saria tempo di cazar Ferara e Mantoa, e che soa majesta era disposta conira infìdeles. Poi dimandò con bel modo fusse restituito li lochi presi per nostri, quali za tutti erano stà consigliali. Poi disse che la regia majestà, per P amor portava a sier Iliro-nimo Zorzi, el cavalier, stato orator in Franza, li ha-via dato lo episcopato gladatense, qual havia P orator dii signor Lodovico existente qui. Ilem, se cussi piaceva a la Signoria, a lo episcopo di Famagosta, è col Cardinal San Piero ad V'incula, a compiacenza dii suo re, li fusse dato el vescoa’ di Cremona, di’ è dii Cardinal Ascanio. Ilem, disse di certi merchadanli francesi, dieno dar di qui, li sia perlongà il tempo a pagar. Et il principe a tutto li rispose sapientissime. Et poi, partito, fu dato sacramento al colegio di tal proposte eie> Vene uno messo di monsignor di Lignì, con una letera di credenza, soloscrita : Ludovico de Lucem-burg, dominus de Lignì, data a Camelone, a dì 16, et, il messo è nominato Salvador Zurlo, vestito incognito, qual perhò sento a presso il principe, et expose come monsignor di Lignì andava in Franza dal re, et si la Signoria voleva Mantoa e Ferara, comandasse, che lui faria il tutto; e poi voleva lui andar in Reame, offerendossi eie. Et li fo risposto, si conseieria questo. Vene sier Andrea di Garzoni, olim dal bancho, con barba, con Piero et Agustim, soi nepoti, Zuan Batista e Domenego, so fìoli, et butossi in zenochioni dimandando perdoni, dicendo era stà ingannà da’ forestieri, ringratiando dii ben li havia fato questa Signoria, pregando le osse lhoro non Vada im preda, et è anni 200 sono in questa terra etc. Et li fo risposto poche parole, e ussite fuora. Rimase domino Andrea di Martini, prior di Hongaria, suo cugnado, e dimandò la trata di certi azalli e stagni per la reli-gion. Li fu concessa. Veneno 8 patroni di le galie di viazi, per li qual fono mandato e Paioli grani rebuffo per il principe,' che haveano posto bancho senza le bandiruole, come è il consueto. E fo ordinato le metesse. È da saper, eri fo retenuto im piaza, per il conseio di X, Almorò Brandolim da Mestre, fo podestà a Mantoa, et cussi fo dito. Tamen reussì che fu Porator dii signor di Pexaro, come dirò di soto. E bu-tado il colegio, tochò a sier Domenego Bolani, con-sier, sier Marco Sanudo, avogador, sier Anzolo Tri-