871 MCCCCC, OTTOBRE. m mandasse legato dii papa e altri potentati tutti in Avignon, eh’ è terra di la Chiesia, dove si potesse tratar de expedilione fienda. E prima a lui orator li 348 disse, saria bon far astrenzer li reali di Spagna a in-terponersi, a far il re di romani fazi trieve con il roy, acciò possi atender a l’impresa. Poi disse, li legati in Avignon doveriano esser homeni di auctorilà. Et 1’orator dii papa laudò tutto, excepto di Avignon; dicendo si dovea far a Roma. L’orator yspano laudò, e promesse di scriver a li soi reali. Et poi il nostro parloe, dicendo el pericolo di la christianità, e bisognava presto dar principio armar. Poi missier Zuan Jacomo Triulzi exortò la majestà dii re caval-chasse in Asie, per dar voce a la expedition; e il papa scomunichi Maximiano, non volendo esser a tanta impresa di la fede christiana. Poi il maraschal-cho di Giaè biasemò tal andata dii re. E poi monsignor di Albi concluse, quanto a redursi in Avignon, conseiarerno meio; e pregò l’orator yspano scrivesse, ut supra. Item, l’orator noslro mandò letere vano al re di Spagna e Portogaio, per via di l’orator suo. Disse, spazeria doman. Et quella va al re d’In-gallera, per uno corier dii re. Et soa majestà conforta’ non volen lo mandar orator, sai lem se li mandi uno secretarlo in ingaltera ; e à scrito a Roma per haver il jubilco e cruciata ; dicendo il jubileo di Spagna ha trato ducali 80 milia. Item, soa majestà desidera li sia mandato Martin da Casal, per poterlo examinar, e compir il processo si fa contra Lodovico. Dii dillo, di 22, in una poliza. Come monsignor di Albi li à dilto, e il re, è bon la Signoria nostra scrivi al nostro orator va in Spagna, persuadi quelli reali a unir Maxlmiam con soa majestà. Del dillo, di 23. Come ricevute nostre letere, con la risposta fata a l’orator dii papa, in materia di Rimano e Faenza, fo dal re, li mostrò le letere. Soa majestà mostrò podio curarsi; ¡amen, slalim disse a l’orator dii papa, era lì, questo. Conclude, si niuna cossa ha a muover, è il capitolo di Brandizo ; adeo tutti trema, turchi non passano in Puia. E il re li disse questa malina: Ve dirò de novo. 11 redi Napoli à fato liga col turcho, e lo so certo per via di Roma. Et monsignor di Albi li à ditto, il re non vo-ria il papa movesse queste cosse in Italia, ma voria tuor l’impresa dii Regno, avanti turchi pigliasse li porti. Ilem, il re disse, come sarà zonto il Cardinal Roam, daremo principio a scuoder le decime etc. E mandava un messo a’ sguizari, acciò sij a la dieta fanno, perchè monsignor di Sans non poi andar cussi presto. Et à inteso, il re di romani li à mandà a dir, voi divider Italia con soa majestà, et è amico dii re di Napoli. Et domino Antonio Frisom, veniva orator al christianissimo re, e imbarchato a Gaeta, par non vegni. E li mandò contra im Provenza el marascl}alcho di Beuchar, e uno Bernardim di Be-nao, secretano di esso re ; e li à ditto, quando il roy vorà questi partidi li porzemo adesso, non li porà haver. Et monsignor di Albi, parlando con l’orator, à ditto: Nos laborarnus prò pace universali, et est impossibile far 0. se el re di romani e altri nostri vicini, non è im pace con nui. Dicendo: Iste rex ro-manorum omnia pei'turbai; ergo etc. Dii dillo, di 24. Come par il papa habi scrito al re voi venir a Bologna, et soa majestà vegni per abocharsi insieme. Et soa majestà li à risposo, è contentissimo, aspeta il zorno che verà per stafeta ; si che aspeta il brieve di soa santità di la risposta. in questa matina, la galia sotil, soracomito sier Zorzi Trivixam, partì ; su la qual va sier Alvixe Ve-nier, provedador a Corfù ; et etiam cargato sopra uno maran molte monition. A dì 5 octubrio. In colegio vene 1’ orator dii pa- 348' pa, solicitando la protetione, e la risposta a le tre cosse dimandate per nome dii pontifice. E il principe li rispose, bisognava atender a le cosse dii turcho, e queste era di pocho momento ; perhò non era stà consegliate. Poi esso orator solicitò la expedition dii signor Carlo Orssini. Vene l’orator di Franza, et presentò una letera in francese dii re a la Signoria nostra, in carta ber- gamena, data a Bles, a dì.........Di la optima sua volontà in re christiana. e in ajuto di la Signoria nostra; si duol di la perdeda di Modon; el fo una longa et bona letera, leda per Gasparo da la Vedoa. Poi disse, il re li scriveva a parte che, havendo dimandato licentia di andar a caxa dal padre et da la moglie, soa majestà li piace il suo portamento, e voi stagi qui ; e à recevuto tutte le so letere, e lo lauda di l’aviso. Poi si scusò esser venuto a l’audientia, quando era pregadi suso. Et li fo risposto venisse in ogni tempo, era sempre ben visto eie. Vene l’orator di Ferara, dicendo haver letere dii suo signor, che il signor Carlo Orssini voleva passo da passar con le zente per il suo dominio ; voria saper la volunlà nostra. Li fo risposto lo dagi, perchè havia auto licentia. Di Olranlo, di sier Alvixe Coniar ini, governa -dor, di 24. Manda letere di 17 da Corfù, et di 18 dii proveditor, qual non si ave. E per una caravela venuta, à inteso haver lassà una fusta con letere dii zeneral sora Cerigo, al qua] dete alcuni homeni ; e il