391 MCCCCC, GIUGNO. Fu posto per li ditti, scriver a Cremona, vendino li beni di rebclli. Et ave (ulto il conscio. Fu posto per tutti i savij, cometer li patroni di nave, venuti di Soria senza tochar Modorn, a li avo-gadori, et a quelle vieneno, non havendo tochà Mo-dom, sia comesso ritorni a Modon, sub poena etc. Sier Jaeomo Cabriel, sier Antonio Venier, savij ai ordeni, messe havesseno più pena. Andò le parte : 39 la soa, 79 la nostra. E Co presa. Fu telo la parte di meter do decime al monte nuovo ; tamen fo leta et non ballotada. Fo chiamato per el principe .molti debitori, e admoniti pagino, perchè sarano cazadi di pregadi. Da Ferara, dii vicedomino, di X. Come pisani sono terminati a lenirsi, e le donne fanno precessioni ; sono gaiarde eie. Et a Lucha, in lhoro conse-glio, hanno posto la parte di darsi a la Signoria nostra; à ’uto solatìi k ballote di no. D i Milani, di l' oralor, di 9. Come si parte quel zorno, a dì 13, e viem per aqua a Hostia, e de lì an-derà a Verona a la soa pretura. Di Cao d'Istria. Di nove de’ turchi; chome 20 inilia sono reduti im Bossina, minazano voler venir in Friul. Dii capetanio zeneral da mar, date a Cor/ ù, in galia, a di 26. Da conto, nulla ; manda molli re-porti, et havia fatto apichar uuo spioni, qual peritò fo prima morto da quelli el preseno, et l’altro compagno havia im prexom ; voria danari da far provisionali de lì da metter su le galie. Ilern, la galia di sier Andrea Bondimier, grossa, fa aqua etc. Di sier Hironimo Contarmi, provedador di Var-mada, date in galla, a Corfù. Par ilzeneral lo mandi a la varila di Canal di Viscardo. Dii baylo e provedador di Corfù. 0 da conto, ergo etc. Restò conseio di X suso, et, licentiato il pregadi, con zonta di danari, e chome intisi trovono ducati X milia per le cosse da mar; di qual fo manda ducati 3000 al zeneral per far provisionati, chome lui scrive li troverà. Et eri partì la galia grossa Zana ; il resto vasi armando. A di 13 zugno. In colegio, reduto in grani conseio per il caldo, et per le preparation etc., vene 1’ oralor di Franza, mostrò una letera li scrive da Liom monsignor de Albi. Zercha il turcho à, per via di Rodi, non è tante cosse chome si dice per veni-tiani ; poi disse dii caso sequito, che Francesco da Du-gnam, milanese, da alcuni incogniti a San Pollo era sta amazato, prega la Signoria fazi provisiom a saper li delinquenti. Poi disse di li presoni milanesi, fuzitidi Brexa. El principe a tutte parte rispose. Primo, Dio volesse il turco non facesse tante cosse, et armata, et exerciti per sobvertir la christianità ; dii caso dii Du-gnan, si daria taia ; e justifìchò la cossa di presoni. Vene sier Andrea di Garzoni, fo dal banco, con li tre zudexi fono electi im pregadi, contra Hironimo Hizo dia dar al banco; et par habi auto salvo con-iluto da li provedadori dii sai. Or tre consicri vol-leva fusse retenuto, el tre non volse ; ergo etc. Vene sier Christofal Moro, venuto provedador di campo, come, hessendo a Faenza, ave letere andasse in brexana, et a dì 20 octubrio si parti, et il seguilo in campo non dice, per averlo scripto. Laudò il suo secretario ; 0 disse dii pagador, sier Vido Morexini ; disse di quelli Manara eie.; et di presoni fono tolti da le done di Charavazo, et ancor è sta retenuti alcuni. Item, disse succinole di le zente d’arme e di condu-tieri ; e di Trevi, è bon loco ; saria bon se li mandasse uno proveditor. Et dii resto si remesse a referir im pregadi. 11 principe li usò poche parole, laudandolo. Dii serenissimo re di romani fo lelo una letera, drízala a la Signoria nostra. Chome zercha la dife-rentia di Grignà, confina con visentina, è contento di mandar do soi su el locho ; a dì 20 avosto sarano, et che la Signoria ne mandino do altri ; et in questo interim non sia innovato nulla. Da Rimano, di sier Francesco Capello, el cava-lier, do letere. Come domino Polidoro Tiberti era partido di Cesena, et il ducha de Urbim è pur lì a Rimano amallato. Per l’altra, chome era sta retenuto uno Zuan Maria di la Bella, et Pyro da Cesena. Dii Coltrim, da Corfù, Fo leto alcune letere, scrite a sier Zuan Morexini e sier Antonio Tram, consieri, zercha quelle fabriche. Da poi disnar, fo gran conseio, fato tre provedadori sora i gastaldi. Noto, eri da matina a conseio, quando fo con-danà sier Antonio Grimani, vene il castelan fo di Sonzim, domino Bernardini da Martinengo, e domino Vetor da Martinengo, et domino Cora’ di Cavalli, qualli tutti veneno per favorir el preditto Grimani. In questo mexe, vene in questa terra uno disposto zovene, el qual andava in zipon cantando per la terra, con un bastón in man e a tempo, la infrascritta canzon : Torcia mo, vilam, La puta dii guarnel, Tu la fara’ stentar Con la zapa, col restel.... e va ilrio, bella di udir.