017 MCCCCC, APRILE. 018 gran bulini di bestiame, bovine e porzi numero infinito, et mobile assai ; fo fato presoni zercha 150, la mazor parte soldati, o ver cernede comandade per il signor Lodovico ; poi andono fin al borgo di Cassan, fo combatuto e preso, e, se havesseno hau-to doi canoni, hariano hauto la terra e la rocha ; e per questo se retirono indreto. Et in ditta scara-muza è sta morti alcuni de li nemici, feriti de li soi e de li nostri, et Zuan Grecho di uno archobuso passato la gamba destra, Bernardin di Ugoni di una lanza ne la cossa, Mathio Cada, da Venecia, capo di provisionati, è sta edam lui ferito, e si judicha morirà. Item, per letere dii Triulzi, si ha esser nel suo campo azonto monsignor di la Trainulia lanze 1500, al bali del Degiun con pedoni 16 milia, et 8000 ne aspetano di zorno in zorno ; hanno fato do campi, uno verso Trecà, 1’ altro verso Vespolam, e hanno roto el ponte fato per Lodovico sopra Tesin, e si judicha, non volendo el ditto morir in Novara da fame, bisognerà fazi fato d’arme ; et si ha, li sguizari erano nel suo campo sono andati dal Triulzi. Ilem, par, F altro eri, ditto signor Lodovico ussì di Novara per esser a le man con francesi, quali erano andati ad alozar in San Nazaro sopra Novara ; primo fè andar inaliti li taliani, poi li borgognoni, e retro- 81 ' guardo li sguizari ; e, atachati con franzosi, li taliani forono rebatuti e quasi roti ; e in ajuto spense li borgognoni inanti, quali strenseno li panni a’ francesi; e volse far andar li sguizari, quali recusono andar, perchè dicevano haver parenti al servicio di missier Zuan Jacomo, e non voleano combater con-tra el suo sangue; umile, li dispiaque molto, e fo forza al dicto Lodovico ritrarsi, e scrisse a Milan al Cardinal Ascanio provedi; et parli mandi 12 milia taliani, et ha levate di le frontiere di qua il forzo di le gente havea etc. Ilem, posi scripta, scrive la nova abuta di missier Ambrosio Triulzio, dii prender dii signor Lodovico : qual nova si bave lì in campo a hore 7 di note, et za una hora se partì el capetanio di le fantarie con le fantaric e cavali lizieri per scorer fin soto Milano. Ilem, quelli da Mclze se hanno resi per non aspelar la furia eie. Da Brexa, di retimi, ili XI. Come mandavano mureri qui, j usta i mandati, per mandar a Corpi ni. Jtem, che, per do vieneno di campo dii Triulzi, si have la presa dii Moro, et esser stati a le man. Da Roma, di sier Polo Capelo, el cavalier, ora-ior, <&’ 9. Manda la bolla dii perdom di la Pietà per m»rti santo fin il mercore a vesporo, obtenuto dal Papa con gran dificultà, per causa dii jubileo. Item, s°a santità ha inteso la venuta di uno orator dii tur- cho qui; voria saper ad quid, et che feva zente; arà homeni d’arme 700, 20 canoni e altre artilarie, si dice per Pexaro, e chi dice per Pisa. Das Napoli, di sier Francesco Morexini, doclor, orati»', di 4, in materia di Molla. Manda le letere di sier Hironimo Pizamano, governador, e il processo fato contya il eastelan; et parlò al re. Soa majestà disse voleva mandar uno lì a veder queste diferentie. Item, soa majestà era ritornato a Napoli, et andava a Pian di Palma a’ piaceri. Da poi disnar, ozi, zonseno in questa terfa li do oratori di Rossia, vien di Roma ; alozono a la Zue-cha in cha C... Adì 13 aprii. In colegio non fo alcuna letera verifichasse la nova, aileo la briga’ sospetava non fusse vera, e tutavia si sonava campano, et la terra dimostrava alegreza. Di Caravazo, di sier Zuam Antonio Dandolo, provedailur, di XI, venula eri sera. Come era venuto uno fameio di missier Jacomo di Barzi, da Milan, dice esser stati a le man francesi col Moro, et dii prender di esso signor Lodovico, et Milam esser tutto sotto sopra. Vene 1’ orator di Napoli, dicendo il suo re voria trieve con Pranza, non sa che far, et, quanto a la novità di Molla, à manda ivi domino Antonello Pi-colo per adatar. 11 principe li rispose bona verba. Da Ferara, dii vicedomino, di XI. Come il signor non ha letere, per quanto dice, di li campi. Item, da Fiorenza è slà retenuli do scapuzini, qualli hanno intelligentia per il papa ini Pisa ; et di la pra-ticha di condur il prefeto a lhoro soldo, par ditto prefeto sia sferdito. Da Verona, di reclori, ili XI. Come hanno, da uno vien di Yspurch, il re di romani esser lì a piazeri et zostre. Di Rimano, dii signor Pandolpho Malatesla a la Signoria nostra. In laude di sier Francesco Capello, el cavalier, provedador nostro, qual si porta ben de lì. Item, esso provedador scrisse una letera ; tamen 0 da conto. Da Sibinico, di sier Velor Bragadim, conte, di 4 di questo. Di certa incursion fata per turchi su quel contado; à depreda do ville, et menato via anime 60; prega si debbi proveder. Vene il conte Zuanne di Narenta, qual fo causa far metter il bastion lì, dimandando alcune cosse. Fo comesso a nui ai ordeni. Item, in questa matina, per una letera fè lezer sier Antonio Trun, consier, particular, di malli portamenti di sier Toma Zen, el cavalier, a la Zefalonia,