107 MCCCCC, FEBBRAIO. 108 Tieni, si bave, francesi, quali erano andati versso la Stradella, et stato a le man con alcuni favoriti e seguazi dii signor Lodovico, et amnzato forssi 800, et passono, vano a unirse con missier Zuan Jacomo. Ilem, Piasenza, che tumultuava, par voglij esser ferma soto il re di Pranza, e à fato bona compagnia a’ francesi. E quello levò il stendardo per Lodovico, era fuzito. Da Spalalo, di sier Piero Trivixan, conte. Si bave di una incursioni fata a Poliza per turchi, e menato via zercha anime 150. Ilem, fu messo una parte per li savij, di elezer do per colegio, qualli revedano dal 1470 in qua per le camere li conti, habi tanto per cento di quello i recupererano eie. Et sier Antonio Trum contradixe, adeo non fo ballotada. Fi reduto el conscio di X, elexeno 4 castellani, homeni da conto, qualli con 25 fanti et ducati 50 al mexe, debino andar in questi lochi : a Sonzin, sier Zuam Francesco Venier, quondam sier Moisè, fo so-racomito ; a Pizegaton, sier Hironimo Querini, fo di pregadi, quondam sier Andrea ; a Castel Lion, sier Domenego Dolfini, fo capetanio in Barbaria, quondam sier Dolfim; a Caravazo, sier Zustignan Morexini, fo provedador a Pisa, quondam sier Marco. Et fono in questa sera mandati per llioro, e ordinalo si preparasseno andar. Ilem, l’altro eri sier Piero Marzello, va provedador in campo, si partì, e insieme cori lui andoe el conte Vetor da Martinengo. Ilem, sier Christofal Moro eri zonse al Dezanzan con il capetanio di le fantarie. Da Cremona. Par sia intrato da Brexa 500 fanti et 100 cavali lizieri, et ne l’intrar, a dì 8, fo morto una fetnena da un balcon per uno sehiopeto ; et poi, a dì 9, per doi fanti feno custion su la piaza, le botege si serono. Tarnen el conte Bernardin che ivi era, et li rectori, cavalchono a torno la terra. 0 sequite ; stanno con paura, perhò che si ha certo, el marchexe di Mantoa esser ussito di 9 de Mantoa con 2000 cavali, et Frachasso e Antonio Maria di San Severino, e il conte Filippo di Rossi, si dubita non habi intelligentìa in Mantoa; linde, nostri so-speta. Et sier Nicolò di Prioli, con li fanti va lì, partì a dì... ditto. Di le cosse di Romagna. Si ha, la madona di Forlì fo mandi a Cesena ; si crede sia sta mandata a Roma eie. Da Milam. El signor Lodovico feva far do bastioni, uno a una porta, l’altro a una certa caxa ; et questo perchè quelli dii castello molestava pur assa’ la terra. Ilem, a di... ussite con zente di Milani, e andò versso Pavia. Ilem, si ha todeschi et sguizari vieii zoso a furia ; lamen dii re di bimani niuna movesta si sente, et a questo tempo compie la trieva fece con il re di Franza. In questi giorni, vene nova da mar, di sier Mariti Barbo, soracomito, che havia preso do fuste de’ turchi. In questa note, fo amazado sier Stefano Barozi, quondam sier Piero, che fo ferito et morite. Ilem, per maschare fo amazato un in marzaria ; et eliam certe maschare batè a caxa di una, et forzoe la fìola, et feno altri inconvenienti : uni le, fo di bisogno a proveder più non si stravesti. A di XI fevrer. Da poi disnar, fo conscio di X con /onta : cosse molto secrete, qual non se divulga eie. Et in questa matina vene Irtene di 13 di la Zefalonia, dii capetanio zeneral, di Successi, come speravano haverla. Ilem, vene de l’unirse di le zente francese versso Vogera, con inissìer Zuan Jacomo Triulzi. Quello farano, scriverò poi. A dì XII fevrer. Zonse uno, dice si parte da Liesna, ha lassato el gripo armado a Liesna, non è potuto venir per i tempi ; ma dice, el capetanio zeneral, a dì 22, have la Celidonia per forza, amazati tutti li turchi; Et fo in colegio a dir tal nova; lamen 0 fu- Dii poi disnar, fo conseio di X. Quello tra la no, non se intende; et messeno una parte, atento li inconvenienti seguidi, che più non si dovesse mascherar niun in questa terra, nè le licentie vaglino, sotto pena di perder li habiti et 1. 25 eie. Et la matina sequente a Rialto fue publichata. È da saper, eri li avogadori fono a la Signoria; et il Michiel, perseverando in voler gram conseio ; e vista la parte messa, dovesse vegnir im prexom, et per questo conseio, zoè di pregadi, sia expedito ; et una parte presa nel conseio di X, vuol che le parte di pregadi, che serano intromesse per li avogadori, siano menade ini pregadi ; et lui voleva intrometer la prima parte, quanto a la expedition per pregadi. Tandem la Signoria terminò siano exequite le parte, sì che d’acordo luti Vera al pregadi. A dì 13 fevrer. In questa matina, fo sposa una di le donzele di la raina di Cypri, in caxa di la raina a San Cassam, chiamata Frumeta, qual za do anni fu maridà in uno Rambaldo di Avogari, da Trevixo, e con lui havia auto uno pitto. Or fu fato una festa publica, balli eie. con le donzele di la raina, e altre done parente. E la raina a una porta, vestia di be-retin.