375 MCCCCC, GIUGNO. * Fu poslo parte per li consieri di dar il possesso di Santa Marta, di Castel Liom, di uno priora’ al Cardinal Michiel, qual era in lite col Cardinal Ascanio, e l’à ’utodal papa. E sier Antonio Trum, el consier, messe a l’incontro, li sia dato, dummodo non sia con-tra li capitoli di Cremona. Andò le parte do volte ; non fu preso, perchè voi li do terzi. Fu posto la parte di eri, di scriver in Hongaria, per quelli moderni cinque, do consieri, un savio dii conscio et do savij ai ordeni, tra i qual Jo. Contra-dixe prima sier Domenego Morexini, procurator, savio dii conscio; fo longo, e il doxe si partì. Li rispose sier Alvise da Molin, e dimostrò il modo di trovar li 100 milia ducati. Poi parlò sier Antonio Trum, cl'consier, dicendo voleva chiamar doman il prcgadi, per lar prima previsioni di danari, poi scri-140 * ver in Hongaria. Li rispose sier Constantim di Prioli, fo savio dii conscio. Et poi sier Baldisera Trivixam, sier Zuan Morexini, sier Antonio Trun, consieri, messe de indusiar ; et intrò con lhoro il resto di savij dii conscio, li savij di terra ferma et il resto di ordeni. Et andò le parte : una non sincera, una di no, 42 di indusiar, 133 la nostra. E fu presa. Et fo dato sacramento per li cai di X, a bancho a bancho, e comandato gran credenze. Fu posto, per li savij dii conscio e di terra ferma, di mandar el conte di Pitiano, governador nostro zeneral, in Friul con le zente ; ma il conseio non sentiva, adeo non fo ballotada. Fu posto per nui ai ordeni, proveder al bastion di Narenta, mandarli uno contestabele con 25 fanti, 100 stcra di biscoto, ducali 100, monition eie. Ave 7 di no. È da saper, in questa matina fo menato uno di Mestre, qui, a li cai di X. Fo ditto esser spion. Quid erit, si-ibis. A dì. 6 zugno. In colegio, non fo il principe. Non * fo ninna letera, solimi di Cremona, e una di Dulzi-gno. 0 da conto. Vene 1’ orator dii signor di Rimano, domino Zuan Francesco Capo in sacho, dicendo il signor suo voria la Signoria levasse de lì el provedador nostro, sier Francesco Capello, el cavalier; et cussi fo ordinato di levarlo. Vene l’orator di Napoli, in cosse particular di certi salii, fo retenuti per contrabando. Li fo risposto, se intenderà. Vene Marco Bevazam, stato secrctario a Milana, et (amen nulla referite in cologio, ni altrove. In questa note, el barzoto, patron sier Hironimo Morexini, armato dii suo, partì e andò in armada, fatoli la zercha prima. Da poi disnar, fo la vizilia di Pasqua, e fo conseio di X. A dì 7 zugno. Fo el dì de Pasqua. El principe fo a messa in ehiosia di San Marco, con li oratori et la Signoria. Poi il colegio si redusse, ma Jo non vi fui, perchè non crili. Da Ferara, dii vicedomino, di 5. Come le zente francese erano versso Monte Chirugo im parmesana, e il signor ducha era di malia voia, dubitava dii stato suo, e tieni le cosse dii marchexe di Mantoa esser spazate. Fa far processione nuove zorni continui in Ferara. Item, ancora il conte Zuan Francesco da la Mirandola non aconzò le cosse sue con Pranza ; et il signor Nicolò da Corezo è stato da lui, si làuda publice di la Signoria nostra ; dice non è meglio cha esser zenthilomo di Venecia, e haver le soe intrate. Item, el capetanio Badino, che fu lassato di prexom per la Signoria nostra, è stato etiam a trovarlo ; voria soldo da la Signoria nostra etc. Di Rovere, di sier Ma fio Michiel, podestà, di 5. Alcune nove di cosse todesche, di la dieta, la qual si fa in Augusta, dove non vi è stato il conte paladini, primo homo di Eiemagna. Di Cao d’Istria, di sier Alvise da Mulla, podestà el capetanio, di 4. Di avisi auti da li Frangipan-ni et altri, che turchi ini Bossina si reducano. Di Parenzo, dii podestà, in risposta. Che zon-zendo de lì li tre soracomiti, li meterá in ferri, e manderali de qui. Di Redoni, di sier Hironimo Pixani, provedador di l’armada, date in galia, a dì XI. Avisa di le cosse de lì, et haver mandato prima sier Marin Barbo, poi sier Pollo Nani, soracomiti, al zeneral a Corfú, con letere ili Cataro, che importano. Solicita se expedissa do qui Sehandarbecho, e si mandi in Albania. Da Cuvrili, di sier Andrea Michiel, provedador, 141 di XI mazo. Chome era compito di meter in opera la chalzina, le condur di Spalato, con la qual il locho da parte da terra à fortifichato, e fato meter focho in una calchara è stà trova de lì. Spiera fin 3 zorni sarà compita di brusar ; et à fato cavar il fosso, era atorado. Voria danari, aliter li sarà forzo teñir 1] o-pera imperfeta ; et le maistranze fo mandà do qui si voleno partir. Dimanda taole, biscoto, spingarde et provisionati, per custodia, et si Schandarbecho venisse, anderia con lui fino a la Vajussa per terra, e le galie da l’altra banda, dove si bruseria l’armada fa far il turco. E fin horra sono in aqua galie X sotil, ma è ligname fresco, apenna poleno star sora aqua ; do di le qual è inarborade, e sono de lì saragori