MCCCCC, AGOSTO. 634 forteza, e per lui fato far uno revelin, e à manda spingarde G et archibusi 8 ; et nel castello è home-ni a custodia, che stanno mal, perchè hanno parenti im Primier, qualli homeni fonno posti per li capi di X. Item, è uno altro passo, chiamato Sie, in una valle sora il fiume Ciemon. Ancora n] è sete altri passi, per li qual poi venir le persone solle, con grapole a li piedi. Item, la cita di Feltre è im pericolo di fuogo, per esser li coperti di taole, et per caxon di aqua eliam la terra sta mal ; la fontana vien per canoni, e si se rompe uno tutto è perso ; el castello sta mal, è vechio, mal fornito, e più il castelam fa chaneva, et li va todeschi dentro. Item, quelle in-trate è mal governate ; lhoro feltrini le scuode;con-seia la Signoria si fazi uno camerlengo, zenthilomo, soto specie dii fabrichar. À di l’intrade lire 27 mi-lia a l’anno, più e men ; la spesa ordinarie è lire 24 milia, computa ducati 500 si dà al principe, et ducati 95 al mese si manda a la camera di Treviso, et li retori eliam si paga lì a Feltre. Item, lui non à lassa trar fermenti, e todeschi ne ha grandissimo odio eie. Fo laudato dal principe, secondo il consueto, in aversi ben portato. Vene uno orator di la comunità di Sonzim, nominato Lorenzo di Trapello, con letere di la comunità, par erano debitori al ducha di Milan ducali 600 per salii, e sier Alvise d’Armer, provedador al sai, volse scuoderli ; prega non siano astreli a pagar, e saltem li pagi a soldi vinti, perchè el ducha lo dava a soldi 30, e la Signoria nostra lo dà a soldi 20 a tulli li soi subditi. Et fo rimesso ad udir sopra zio li provedadori dii sai. Veneno tre oratori di Udene. Si duol le zente d’arme li luo’ tutte le vituarie e li strami ; prega la Signoria ne fazi condi ir di strami per aqua, lì in la Patria, de altri teritorij. Vene l’orator dii papa, in cosse parlicuLr, et dii conte Antonio di la Concordia, qual non voria pagar la parte li aspela per la Mirandola al roy, dicendo non haver offeso a soa majeslà ; et il papa lo rieomanda, che la Signoria scrivi di zio al roy. Et il principe li rispose : Non havemo da far, nè im-pazarsi di questo. Item, lui orator voria uno beneficio vachado a Cremona, per uno sta col Cardinal Michiel, è di casa di Orfei. Vene domino Jacomo di Trento, vicentino, deputato sopra la diferentia dii monte di Marcesena, dove dieno esser do todeschi per nome dii re di romani. Disse lui doveva andar insieme con domino Nicolò Chieregato, et do doctori sarano super loco a dì 20. El, là Ioli la commission, si partì. Veneno li governadori de l’intrade, sier Antonio Calbo, sier Bernardo Bembo, dotor e cavalier, e sier Tomà Mocenigo, in materia di dacij, vin e spina, qualli se hanno ad incantar a la fin dii mexe : quel di la spina ha sier Alvise Boldù, e fa ben, e li dava lire 40 al mese, che prima soleva dar solutn lire 20. E questi aricordono alcune previsioni per acresserlo. Eliam sier Francesco Pizamano à il dazio del vin, voria unito ditto dacio se incantasse, zoè spina et vin insieme, che agumenterà. Item, aricordò che lì ne li casoni di Botenigo si fa vin, che ruina il dazio. Or fo terminalo per il colegio de incantarli daspersi. Da Gradischa, di sier Piero Marcello, provedador. Zercha le mostre ; dice non è tempo di far quanto li vien scrito, perchè è alcuni capi di dilli stratioti de qui. Item, voi danari per le sue spexe. Item, par nostri facesse uno ponte sopra certa aqua; quelli di Goricia si à mandà a doler di questo. Di Feltre, di sier Antonio Morexini, podestà el capelanio, di 14. Come è venuto lì Sabastian Osto, dice el Cardinal San Severin è andato de Trento (ad) Archo con Frachasso, e non si feva zente, e non era si non 150 milanesi. Item, passò 4 fanti de lì, vien di Mantoa; il signor li à dà licentia; erano todeschi. Di Rimano, dii secretar io nostro, di 12. Di la scomunicha posta a Roma contrn il signor di Pexa-ro, Faenza et Rimano, et chi li dà favor. Item, uno 252 Andrea Spanedo, rebello dii signor, volea intrar, acusato è sta al signor per via de Antonio Dedino etc. Et il ducha di Urbin par sia anialato. Da poi disnar fo grani conseio, et colegio se re-duse. Et fo posto per li consieri la parie di far salvo conduto a sier Lunardo Vendramin, e sier Luca e sier Ferigo, so fioli, per mexi 6. Ave 5 non sincere, 220 di no, 989 di sì. Et fu presa. Fo electo capelanio a Verona sier Zorzi Corner, el cavalier, fo podestà a Brexa; et vicedomino a Fe-rara, sier Beneto Trivixam, el cavalier, è ambasador in Franza, da sier Polo Pixani, el cavalier, fo avoga-dor. Et volendo li consieri meter la parte, more solito, che li sia risalvà a risponder, poi el sarà ritornato in questa terra, et sier Antonio Tram, el con-sier, fè notar a l’incontro di levar le voxè di la bancha, el O.fo posto; ma ben fu messa uno altro conseio, come dirò di soto. Da Roma, dil’orator, di XI. Dimanda siano pagati alcuni danari Irete a cambio, come par per le letere. Dii dillo, di 12. Come à ricevuto letere di 7, di domino Francesco Fioriam, dii zonzer suo a Napoli; manda la copia ; dice quella sera montava su uno