1109 tóCCCCC, DECEX1BI1E. 1200 baiati pochi sono fati. Ilem, a di 13 avosto, arivò li una nave grossa di zenoesi, Justignana, portò panni pcze 4000 fini carisee e di ogni raxon, carta balla 1800, rami in pani cantara 200, stagni cantara 200, verde rami balle 200, coralli casse 30, contanti ducati 80 milia, de ogij de’ mori zare 5000. Et barze tre di Pranza hanno portato 13000 peze de panni di ogni raxon, zare di ogij 2000, picole balle de carta e verde rami assai, coralli casse 30, e assa’ altre merze, e contanti più di ducali 200000, zoè 200 mi- l lia. 'Iterii. Caravelle 3 di Barzelona, carge de mieli, ogij e panni, e di luto non hanno venduto niente ; e questi di la cha'ravella hanno lassato le sue robe per non trovar a chi venderle, per esser el mercha-dante dii soldan, et lutti altri merchadanti mori allo Cayro, e non lassano a nullo vender o comprar, lino a lhoro ritorno. Ilem, le specie de’ nostri sono in uno monte, fuora a la marina, colli 1300, a li magazeni colli 60 ; e, scodando tutto quello dieno * haver nostri, serano colli 1800 di più piper de co-timo, che hanno hauto, colli 150, di quali erano venuti al partir di questi colli 50; ogij si vende a cantera 17 per sporta de po’; in doana hanno lassato ogij botte 1800, vendute el non vendute eie. Dii Otranto, dii dillo gooernailor, di 2 dezetnbrio. Manda letere dii zeneral, recepule per uno gripo di Corphù, qual li ha ditto, el di di santa Catarina, a Caxopo, a presso a Corphù, a Santa Catarina, ¡ter naufragio esser perita la nave Tiepola, charga di bi-scoti et polvere, partite di Venecia per l’armada eie. Dd Trani, di sier Piero di Prioli, governador, di 4. Chome per la charavella, patron Nicolò di Gri-guol, da Barleta, à mandato al zeneral, orzi stera 1020 venitiani, con lo ajuto di sier Antonio da dia’ da Pexaro. Ilem, biscoti miara 83, lire 397, qual partì a dì ultimo de lì, et al presente zerchava haver navilij, per cargarli di biscoti per l’armada. Da Ravena, dii podestà, di 16. In soa excusa-tione, si el Cardinal nulla dicesse di lui zercha Faenza eie. Ilem, a Forlì è zonto 300 fanti da Roma ; è sta fata la mostra, e dato danari; quali alozono a descritione. Ilem, a Faenza intende si fa previsione eie. Da Gradiscila, di sier Bortolo di Prioli, prove-dador. Chome lauda sier Piero Marcello, e avisa chome è rimaste quelle cosse poi el suo partir eie. A dì 19 dezembrio. In collegio vene l’orator di Pranza, al qual li fo comunichato la risposta dii senato, fata al Cardinal. Laudò assai ; et pregò la si mandasse .a l’oralor nostro in Franza, la mostri al re. Et cussi fo expedita, con li sumarij da mar, et altrove. Et è da saper, ditto orator disse ad alcuni di colegio, se diceva per la terra di certa liga si faceva dii papa, re di romani, reali di Spagna et la Signoria nostra conira il turcho; tamen nih.il erat. Vene il secretano di l’orator di Napoli, dimandando alcuni arsilij per condur la raina di Hongaria di Aquileia in Pugia ; et li fo risposto per el principe, non vi esser se non quelli doveva condur .Schandar-becho in Albania, e tolesse altri navilij. o ver gripi. Da Roma, di l’oralor, di 9. Chome, haventlo inteso monsignor di Trans andava via, andò a caxa sua, dove era con lui Thomaxo Regoliti, secretano dii re di Napoli ; et esso Trans li disse, parlava di le cosse dii conte di Conza, per certa promessa. Poi li disse, il roy voleva li beni di rebelli di Milan vadi in la spexa di le do nave. Ilem, voi andar a Bologna, e starà 40 di tra andar e tornar, e va per acordo di Faenza, perchè il papa li promete dar intrata tem-poral e spiritual a quel signor. Ilem, ricevete letere nostre ; doman sarà col papa. Dii ditto, di X. Come fo dal papa, li coniunichò li surriarij ; li piace le nove da mar. El di Hongaria disse, il turcho forsi muterà pensier, inteso harà li preparamenti di la christianità, et, si se recuperasse Modom, manderia a domandar pace. Et esso orator solicitò di armar etc. II papa rispose, voi far et andar im persona in armata, con uno di re o Franza o Spagna, dicendo: Vui seti richi, tamen, dal canto nostro, faremo. Poi li disse, haver ricevuto letere dii re di romani, non voi vadi legato, tamen voi el curzensc vadi a li principi di Germania. Ilem, eri of concistorio per cosse particular; de’ turchi verbum nullwm; di la bolla per il Cardinal Roan legato in Pranza, par sia stà mandata in Franza per monsignor di Trans, a veder si el si contenta. Dii ditto, di XI. Come fo dal papa. Era Capaze, salernitano et arborense, cardinali ; e dice li coloquij abuti, dicendo il papa di la legation di Pranza, et che, durante questa trinità, si farà ben. Poi disse 473 di uno secretano nostro, mandato al re di romani, chome à inteso; et che domino Acursio, orator regio qui, à ’buto licentia dal roy. Et l’orator rispose, di secretario nulla saper. Poi il papa disse: Saria bon trovar sesto a le cosse dii regno di Napoli, el, intendemo, in le trieve, fanno il re di romani con Franza, è incluso re Fedrico, che saria bon. Et esso orator li rispose etc. Dii dillo orator, di 13. Come fo da monsignor di Trans, e de’ coloquij abuti ; qual par vadi versso Pranza ; disse anderia a Siena e Fiorenza, e farà per la Signoria etc. Et dovendo tornar, non starà 40