663 264 • Da Brexa, di reofori, di 10. Manda una letera, di 18, de sier Lorenzo Salamoili, provedàdor di Amplio. Li scrive ha ver nova di preparamene de’tedeschi, e non si sa dove vadino. Ilem, una letera dii capetanio di Valchamonicha, di 17, nome Andrea Mazola ; li scrive tutto il contrario, per alcuni mer-chadanti venuti de Brunich, à inteso, et che non è preparamento alcuni di guerra. Di Cao d' Istria, dd sier Piero Querini, podestà et capetanio, di 17. Manda una letera abuta di Dannati di Tarsia, castelam a Castel Novo ; li manda una letera li scrive domino Martini Ludovenich, ban di Grignà, come im Bossina è reduti turchi 20 milia, dieno venir in Friul ; ma lui crede verano in Istria. Ilem, è passato il fradello dii marehexe di Mantoa per certo loco, à ’liuto scorta de liomeni 150, va a Maximiano. Ilem, esso podestà dimanda monitiom ; et che a Goricia si fa una forteza in el castello, e cussi a Duini ; si dice per caxon di turchi. A dì 23 avoslo. In colegio vene 1’ orator dii papa, per il canonicha’ dii datario, qual fo dato a Lunardo Anseimi. Li fo risposto è stà dato a uno benemerito nostro ; tamen si voria trovar qualche forma eie. Vene l’orator di Rodi, fra’ Jaches, e tolse licen-tia ; va in'Franza, voi mandar la sua barza a Rodi, e alcune cosse; prega la Signoria li sia lassa cargar senza dacio. Vene 1’ orator di Urbim ; disse il fradello dii signor suo non esser morto, come fo ditto, e il signor sta ben ; di la conduta, è contento di quello voi la Signoria ; prega non sia abandonato. Et il principe li rispose bone parole. Vene il retor di legisti, in conlraditorio con domino Alovisio da Ponte, è casso di la lectura, e fato uno processo. Et alditi, fo rimesso a li rectori, juxla la parte dii 1491. Veneno li ofìciali a la messctaria, sier Jacomo Loredam, sier Vicenzo Bembo e sier Francesco Lon-go, et Lucha Ariani, dacier, per caxom di le cane-vaze per il consolo de’milanesi. Et Lucha Arian aricordò, saria meio che si pagasse la messetaria al venir di le merze, e non al vender. Da Bussarti, 'di sier Jacomo Cabrici-, podestà el capetanio, di 22. Come è nova, Frachasso è andato a Trento, povero ; il capetanio li à donà do cavali ; et in la dieta non è fato come voi il re, el qual à mandi a le terre franche, à brusà 72 ville ; et manda do letere di deputati per nostri sopra la diferen-tia dii monte di Marcesine, videlicet li do vicentini. Di domino Jacomo di Trento, dotor e cavalier, > 664 e domino Nicolò Chieregato, dotor. Come li oratori regij sono zonti, veneno a li confini in una caxa di Beneto da Gonzo, su quel di Grignà, e aldito uno don Zuan Batista di Trento, per lhoro, qual primo propose in personis ; e tandem terininono 0. Poi nostri dimandò primo, res oblatas ; e lhoro voleno ■ pagar quello li animalli fo yenduti, e di zio aspeta risposta. Terminato, meter a lhoro. Fo ordinato, sia dato per sier Zorzi Corner, el cavalier, cassier dii conseio di X, ducati 500, per dar a li morti, a l’armamento. Fo balotà ducati 200, per una letera di cambio 264 * di Roma, di sier Polo Capello, el cavalier, orator ; et ducati 157, dati a quel Fioriam, mandò in Sicilia. Balotato do volte, non fu preso. Da poi disnar, fo grani conseio. Et fu posto la parte per li consieri, di riservar loco a risponder a sier Beneto Trivixan, el cavalier, eleto vicedomino a Ferara. Ave 299 di no. E fu presa. Fu posto per li ditti, dar alcune ballestrarie a quelli do dia’ da Canal fo schiavi de’ turchi a Ne-panto. Et fu presa. Fu posto per li ditti, li avogadori di comun possimi menar li patroni di galie è ini prexon, in le do quarantie. E fu presa. Et in colegio, reduto li savij, fo alditi li oratori di Cuvrili, et consultato di la galia di Baruto presa, videlicet, Mosta, qual era armata di danari di sier Jacomo Marcello, di sier Zuanne. Noto, eri fo chiama, per il conseio di X, Andrea Candi, homo di anni 38, paciente col piovani di San Silvestro, di anni 24, qual fuzite. Edam fo dito esser poliza di munegini a l’avogaria. Di Cao d’Istria, dii podestà et capetanio, di 18. Manda una letera di Damian di Tarsia ; li scrive ha-ver da uno Valentino Olhoirch, capetanio di certo loco, scrita el dì de Nostra Dona, avisa esser fama, ungari è in acordo, e haver fato liga col papa, re di Pranza e la Signoria contra turchi, e il ducha Monaldo e uno altro, e poneno a focho lochi de’ turchi ; et a l’incontro è turchi XV milia, qualli son stà roti. Ilem, turchi hanno mandato certi frati a brusar una terra, chiamata Pizagia, e sono stà presi, hanno con-fessà gran cosse. Ilem, ini Bossina è adunati assa’ turchi ; non si sa dove vadino ; e per Hongaria, è la cruciata e jubileo per tutto. Di Udene, dii luogo tenente, e sier Piero Marcel- lo, provedàdor. Come è venuto lì, e à fato le mostre a Gradischa ; concludi, bisogna fanti, aliter eie. ; e voria la suspension di la lite ha. Di Padoa, di rectori- Come ozi à mandato drio MCCCCC, AGOSTO.