1*217 MCCCCC, DICEMBRE. 1218 Dii capetanio zeneral di mar, date in galia, nel porto di l’ arsenal a la Zefalonia, a dì 6 dì /’ instante. Come, in nome di Dio e de bori principio, ;ivisa uua bona nova, che nostri ha auto il Zonchio a questo modo : che Dimitri da Modon, suo compagno de stendardo, fo mandà capo di provisionati pelli cai di X in armada, hessendo praticho, e havendo parenti nel Zonchio, tramò con li homeni di averlo; unde esso zeneral vi mandò la galia, soracomito sier Francesco di Mezo, la qual stete, per tempi, zorni 18 al Zante ; e poi li mandò do fuste con biscoto, qual zonte, fato tempo andono al dito Zonchio. E a dì tre ditto, introno nel castello e taiono a pezi tutti i turchi da 50 in suso, come par per la letera di esso sopracomito, qual mandoe la copia. Unde, inteso questo, li à mandà sier Hironiino Pixani, provedador, con do galie, soracommiti sier Sabastian Marzello e sier Sabastian Tiepolo, con alcuni provisionati, capo Marco da Bossina, mandato per il conseio di X capetanio, et ha fato capo di tutti el dito Dimitri, qual lo ricomanda a la Signoria nostra. Eliam il provedador dii Zante mandò 25 fanti dii Moro, con-testabele. Item, dito castello era fornito di monition, artilarie e ogni cossa in abondantia, e à posto sier Pollo Valaresso per castelan dentro, per non vi esser altro nobele in armada da conto. Aricorda se li mandi fanti, provedador eie. Item, eri fo esso zeneral in campo, per poner hordine eie. Scrive si usa diligentia in taiar li repari dii castello, et eri, per il taiar, ruinò una parte di essi repari, et si fa per il suo armiraio con 16 in 20 homeni il tutto, et fin 3 o ver 4 zorni, dito taio sarà expedito, et presto li darano la bataia; et el basilisco ozi tirerà, farà eie. 479 Aricorda si remandi la fusta presto, et recomanda pre’ Lucha, portator di tal nova. Item, à licentiato do galie di Puia, zoè Monopoli e Brandizo, vadino a disarmar, et questa note parteno; et questo à fato per servarli la fede, acciò uno altro anno vengino volentieri. Item, Gorlin, qual scrisse fo ferito, stava meio. Dal Zonchio, di sier Francesco di Mezo, sopracomito, di 3 dezembrio, al capetanio zeneral. Come in quella malina, col nome di Dio, hanno hauto il locho e forteza dii Zonchio, e messe li homeni quella note in terra, scosi in certe case; e la matina, quando aperseno la porta, nostri saltono dentro, e tulli feno il dover, e hanno taià a pezi tutti i turchi, salvo che 3 o ver 4 li fono dati a lui, et 3 schampati ; dimanda socorsso et presto, perchè a Modon è galie e fuste, et a Coron. Di sier Hironimo Pixani, provedador di l'armo,- I Diarii di M. Sanuto. — Tom III da, date in galia, a la Zefaloni i, a dì 6‘. Avisa nuderà lì al Zonchio, di hordine dii zeneral, dove è stà trovà le munition lui portò con le X galie. Item, in Modom esser turchi 700, et vi è zonto a Modon do schierazi grossi, uno con tormenti, l’altro con cetii-'bi ; e a Modotri era do fuste turchesche, e a Coron una altra ; e par la ditta gondola nostra habi preso uno gripo coroneo, qual dete in terra, e prese do homeni coronei. Di Corphà, dii baylo e provedador, di 9. Manda ditta, venuta di fusta per uno gripo, e hanno inteso nostri haver auto il Zonchio eie. Da Milani, dii secretano nostro, di 22. Chome el reverendo monsignor di Lucion, monsignor di Chiaramoute, monsignor di Obignì et monsignor lo generai di Savoia e quel ili Milan, con alcuni altri dii conseio regio, a caxa dii generai di Milan reduli, mandono per lui, dicendoli tre cosse : la prima, a Mantoa va sguizari, vestiti incogniti, e passano per le terre nostre ; 2.“ el conte di Pitiano era rimosso dii Friul, e veniva in Geradada; 3.° di certa proclama fata, la Signoria voleva sguizari sotto specie di mandarli per mar. Et il secretano rispose, nulla sapeva ; et che il conte veniva a li alozamenli, et justi-iichò assa’ ben. Or li dissello, desse aviso a la Signoria. Poi li mostrò la proclama, eh’ è quella fede feno li nostri provedadori etc. Item, in zifra scrisse, queste cosse fanno quelli signori per vedersi disperati ; il populo li hanno in odio, voriano turchi e il diavolo più presto per signori, et non è sì picol movimento, che tutti fariano eW. Item, mo 4 zorni, monsignor di Alegra partì, con 100 lanze et 400 guasconi a pe’, di uno castello di tortonese, chiamato Pozuol, per andar a trovar il ducha di Valen-tinoys. Item, è zonte di qua da’ monti 200 lanze, di le 600 doveano venir, qualle sono alozate di là di Po, e le altre vieneno. Noto, ozi fo divulgato, e dicessi si ha per letere di sier Zuan Francesco Marzello, patron in Alexandria, che sier Domenego Dolfim, capetanio dii colpito, à preso 5 fuste di la Vajussa, li homeni scampati in terra, solum 40 ; lamen di tal aviso la Signoria nostra nulla havea. Da Udene, di sier Antonio Loredam, el cavalier, luogo lenente, di 23. Come domino Francesco di Stra-soldo, dotor, li à fato intender, haver da suo cuxin, domino Federico di Strasoldo, sta a Belgrado, che il re di romani à mandà do letere al capetanio di Pordenon, capitando lì el Cardinal, eh’ è Church, va extra monles legato, lo debbi retenir, e non lassarlo passar ; e cussi à scrito in altri lochi. Item, eri sera T,