169 MDXXVII, MAGGIO. 170 Leva esser ritornato in Milano, dove al presente si trova, perchè ancora li sono li soliti lanzinech. De spagnoli non ge sono bandiera nè compagnia alcuna, et li fonti spagnoli che erano in Melzo, quali potevano esser da 200, sono andati una notte a Milano, et da poi alla volta de S. Colombano, et in Melzo sono rimasti da fonti 60 italiani. E1 signor Antonio da Leva al presente dimanda scudi 50 milia a li gentilomeni de Milano. Del resto del populo vole che per ogni cento scudi di dota pagino uno scuto per cento, non havendo remissione ad alcuno, et fa continuar il lavorar a li bastioni con diligentia ; et carestia li è grandissima di pane, che non si dà più di unze quattro di pan al soldo. Di Crema del Podestà et capi tanto, di 19. Come il proveditor zeneral Contarini partì questa matina per Lodi, et conlinuase la voce che inimici vogliano al tutto soccorer Pizigaton. Non ho restato con il magnifico Spetiano et Zuan Paulo dal Bene comessi dall’ illustrissimo duca de Milano a persuaderli far sotto Pizigatone la già ordinata trinzea, perchè dal canto de qui si darà guastatori et ogni altra provisione bisognerà. Item, manda questo aviso. Di domino Matteo Mario Busseto, da Lodi, dì 18, Jiore 4. Questa notte hebbi le de vostra signoria de heri, et la ringratio al solito de soia visi Nemici sono ingrossali forteaMelegnano (?) et luntano de qui 4 miglia si sono scoperti alcuni loro . cavalli. Dice lo illustre signor Jannes, che saputo che gente siano, combatterà se sarà da combattere con avantazo, et in tutti li modi fa retirare il campo nostro qua gionto a Lodi. Dapoi, hora, hora intendo sono quelle 38 bandiere che erano a Landriano, et intendo non sono più tutti che un qualche ‘2000 fanti. Si starà all’ erta ; ben é necessario che il signor'Proveditor procuri che ad ogni modo siano qua almeno tre cassoni di pane avanti giorno. Disiar Domenego Contarini proveditor zeneral, di Lodi, di 19. Scrive il suo partir, et assà altre occorrentie zerca le zente etc. * A dì 22. La matina non fu alcuna lettera, so-lum fu letto una lettera drizata alla duchessa di TJrbin, del campo, di 18. Narra la cavalcata del signor Federico dì Bozolo. Nulla feno, imo esso signor Federico cascò.......... Vene in Collegio l’orator di Fiorenza per saper di novo, et fo parlato di le presente occorentie. Dapoi disnar fo Conseio di X con la Zonta ve- chia ordinaria et la Zonta nuova di Stado, di la qual tutti veneno excepto doi indisposti, sier Zorzi Cor» ner el cavalier procurator, et sier Priamo da Leze, la qual Zonta intrata (ulti, fo ledo alcune lettere, stete zerca una hora et mezza et poi fo licentiata. Et con la ordinaria preseno una grafia, che sier Gasparo Querini qu. sier Polo, morto il padre So-racomifo, qual era per danari prestò electo nel Conseio di X, che’l potesse, da poi tutti li altri Sora-corniti, et havendo anni . . . armar et esser Sora» cornilo. Da Fiorenza, di V Orator nostro, fo lettere di 18, hore 3 di notte. Come haveano hauto lettere del Vizardino di 16 el 17, con la copia di la lettera di 12, habuta di Roma. Scrive che il Vizar-dini si lamenta che il nostro exercito non va con quella presteza si richiede per aiutar il Papa. Hor questi signori credevano, che questa città fosse quietata per la mutation del governo et per il partir de li Medici, tamen hoggi è stato uno altro tumulto, nerchè questi non hanno volulo si diferisca fino ad uno mexe n congregar il Conseio grando, et in gran numero di iovani con le armi indosso sono andati in piaza. Per il che la Signoria, intendendo il suo desiderio, ha deliberato che Martedì proximo a dì 22 si chiami el Conseio grande et cussi hanno proclamato che quelli che sono abili al Consiglio Martedì se debbano congregar, et con questo lutti sono acquietati. Hoggi hanno regulalo alcune cose, el cussi faranno dimane et Lunedi, el poi Marti a dì 22 il Conseio grande forà li Vili di balìa, li X di la guerra et si regulerà il lutto. Fu preso in ditto Conseio di X con la Zonta, che 108 a requisition di la Signoria di Fiorenza, la qual ha scritto sia liberato dominoBaldissera Carduzi dottor fiorentino, qual fu retenuto a requisition del Papa et poi lassato andar a caxa, però fu preso che’l sia libero et possi andar dove li piace ; el qual è dottor excelientissimo et di primari cittadini di Fiorenza. Fu preso, che tutti quelli comprono beni di fo-raussili, overo li fono dati per il fìsco, per qual caxon si voglia, et hanno di più di quello dieno haver per le mesuralion fatte, debbano in termine de . pagar per tanto quanto haveno, et li usofrutli, sotto pena, ut in parte. Da Crema, del Podestà et capitanio, di 19. Come per altre ha scripto de li nemici quanto fanno, et noi dal canto nostro vedo non si fa provisione alcuna, excepto dar fama che si farà fanti et sgui-zari; ma saranno come il soccorso di Paluello et si spenderà poi senza far frutto, secondo usanza ; per-