■455* 1153 Di sier Alvine Zar zi, caslelum di Napoli di Romania, di 29 octubrio. Come in tempo di paxe si teniva lì compagni 50, e hora eh’ è guerra, non vi hè 30; tra i qual, sono certi vechij, il resto parte sono fuziti, e altri non serveno in castello, per il poco salario, eh’ è perperi 12 al mexe, come haviano a tempo di paxe ; e a l’altra guera ebeno perperi 18, eh’ è lire 13, solili 10 per uno. À dito di questo al zeneral. Li disse scriveria a la Signoria; perhò aricorda si provedi. Di sier Anzolo Onoro, castelan dii Scoio, di 14 octubrio. Dii suo esser sta posto lì per castelan per il zeneral, e dii bisogno voria quel castello. In questa matina, vene sier Francesco Zorzi, auditor nuovo, in colegio per certa intromision fata a una execution fata per il podestà di Crema, di una sententia fata a Lodi ; e l’orator di Pranza si dolse etc. Et è letere dii senato regio di Milan, e foadmo-nito si tolesse zoso : ab execulione non licet appeUari. Da poi disnar fo conseio di X con la zonta di colegio, di danari et procuratori, vi fu el principe, per trovar danari da mandar im Puia, a Traili, a sier Antonio da cha’ da Pexaro, compra fermenti per la Signoria noslra, e fa far biscoti, e manda in armada ; et fo trovato ducati tiOOO im presiedo dii conseio di X etc., e mandati via. Item, per lhoro fo scrito per mar e per terra, poi per la nova di la Vajusa, di 1’ ussir etc., a li ca-petanij di le galie di viazi, vadino reguardosi, e a Corfù provedi mandarli contra el capetanio dii collo, et, advisato il zeneral, provedi a la segurtà etc. Et nui savij ai ordeni dessemo audientia a l’orator di Napoli di Romania, et molti altri ; e consultato insieme fino hore 3. A dì 10 dezembrio. In colegio non fo el principe. Vene 1’ orator di Franza per cosse particular, et per Martim da Casal, qual à contentado di andar in Franza, et cussi anderà. Et poi si partite. Fo balotà el mandato di le zente d’arme generai, et intrò poi li capi di X, e vene el principe. E, fato intrar Martim da Casal, stete pocho ; qual si parte e va in Franza dal re, con salvo conduto. Dii capetanio zeneral da mar, venute per mar, vechie, di 26 octubrio, date im Porlo Lonc/o, a presso ! ixola ili la Zephalonia. Come, levato di castel di la Vaticini, per il tempo convelle andar a castel Rampanti, dove sobvene homeni 14, erano a la guardia di quello, e li dete lire 3 per uno, e restono conienti; lamentandossi in mexi 13 non haveano tochato più di lire 31, nè poteano viver, per esser locho molto sterile. Or per tempi contrarij, con dificultà, ! Diarii di M. Sanuto. — Tom. III. 1154 se tirò al Porto di le Quaie, dove non si posendo levar per le provenze fresche, stete fin a dì 24, e tandem si levò mezo disperato, per esser con tanta armada senza biscoto; e, stando su le volte, con difi-cullà zonse de lì, e per le provenze non si poi levar. Item, ozi terza note, zonse de lì do fuste di l’armada yspana, e il patron li disse, la era al Zante, e quel capetanio li mandava do barze contra, quale erano al Prodano; aceptò ditto patron, dicendo fin hora 0 havea saputo, e aldiria volentiera quel gover-nador di le barze. Et soprazonse dite barze, el go-vernador vene a galia, con letere credenlial di ditto capetanio, dicendo per letere li dovesse rescriver quello el voleva far; e li usò altre parole, di esser venuto da Messina con l’armata a beneficio di la Signoria nostra; e non a persuasion dii papa ni di altra potentia christiana, li soi reali si haveano mossi a mandar ditta armada, ma solum in socorsso nostro, per far l’instituto suo contra infidelli; e che do mexi avanti quella armala saria zonta a Messina, ma per baver rebelato da 70 milia mori de Granata, li soi reali è andati contra con potentissimo exercito terestre e quella armada, e subiugadi li mori, tagliati a pezi cerclia X milia, tuto lo resto volontariamente verieno a la fede christiana ; e, poi expedito, la vene a Messina, e dimorò molti zorni ; poi vene al Zante, aspetando el nostro zeneral, per deliberar qualche impresa de importantia, a honor e beneficio di la Signoria nostra, oferendosi molto per nome dii suo capetanio. Et lui zeneral lo aceptò con grande acoglientia, e li disse eie., di aver seguito l’armata in streto turchescha etc., e che, bonazati li tempi, ve-ria al Zante, e insieme con quel magnifico capetanio conferiria etc. Li disse la dila armata era in bordine benissimo de homeni et canoni 23, trazevano piere molto grosse, olirà molte colubrine e artilarie di ogni sorte. Or, poi li conferimenti, si parlino per il Zante. Item, esso zeneral à inteso da molti fuziti di Co-ron, come coronei erano mal tratati da’ turchi, e stavano mal contenti, e ne hano trato fuora di so-speti bona parte, e reduti dentro da turchi 1000 et asapi 500 a l'isola ; e inteso il suo esser a Napoli, feno tal provision, e posto etiam al muoio alcune artilarie, per paura di le galie nostre. In Modon, per fuziti eri, si ha adesso è servi turchi 800, più di la mila sono asapi, el resto janizari, et fuziti bon numero per non haver locho di habitar dentro la terra, dove non è alcuna stanzia ; e avanti la nostra armata azonzesse, dove prima tutti alozavano fuora di la terra, a li zardini, per el grande fetor eh’ è in Modon per li corpi morii, luti al presente sono ve- 73 MCCCCC, DECEMBRE.