•yz1.-) mccccc, questo non reslar di far la Scusa ; et tuttavia si preparava. Vene l’orator di Franza ; disse haver letere di uno è secretano dii «iute di Chajazo, che il conte paladini e do prelati hanno roto guerra al re di romani con 30 milia persone, che saria bona nova. Ilem, che il roy voi li preti pagino la decima contra il turcho, et quella quantità trarà di preti di Milam, il deputa a la Signoria nostra per suo ajuto per armar. Et fé’ lezer una letera dii sinischalcho di R u-cher, che ringracia la Signoria esser stà ben tratà. Vene el signor Schandarbccho, qual sento a presso il principe, et instò la sua expeditiom, dicendo perdeva tempo a star de qui. 11 principe li usò bone parole; si expediria etc. Di sier Piero Marcello, provedadoi', e sier Do-meneyo Conlarini, capetanio di Vicenza. Avisano haver consignado el Cardinal Ascanio a Lodi a li oratori francesi, quali si laudano di la compagnia fatali per nostri. Di Padoa, di rectori, e sier Zuan Batista Don-zi, p'ovedador per le camere. Come in questa note mandavano per Jacomo Marinato, cavalaro, ducati 500 a la Signoria nostra ; qual, venendo a borre 4 di note, fo asaltato da molti, aileo, fuzendo, perse li danari. Et per sospeto hanno fato retenir alcuni pa-doani, videlicet do fioli di conte Bagaroto, et questo per averli trovà arme in casa etc., et datoli la corda. Quali dicono 0 saper, et che con scolari andavano a robar certi garofali. Unde per la Signoria fo comesso a li cai di X, sier Alvise Venier et sier Zorzi Corner, el cavalier, erano lì, tal cossa. Et tandem ditti Bagaroti li pagono ; ben è vero li fo fato certa comodità. Ho scrito per colegio a Milam, a sier Hironimo Zorzi, el cavalier, orator nostro, zercha luchesi, li presti ogni favor etc. a presso il reverendissimo Cardinal. Da poi disnar, fo gran conseio, et fato electione d vose. Et reduto il colegio a consultar, vene le in-frascrite letere : Da Napoli, di sier Francesco Morexini doctor el cavalier, oralor nostro, di 3. Come il re era tornato dii Piani di Palma, et havia mandato domino Ector l’ignatello per orator a lioma ; dava sua majestà pre-st.uiza a le zente d’arme, quale vanno e fa redur al cigliano, vicino a Sessa, per esser locho comodo. " Hl> ('l|e uno nominato Bazo Zenori, fiorentino, vene l,er staleta lì di Pranza, et era ritornato in Franza; iteli,incerto acordo. Ilem, in quelli zorni uno Astolfo, oraussito di Ascole, qual habilava nel Regno, era an- M AGGIO. 3»>ti dato in quel di Ascole, e tolto do castelli de ascolani, e il re n a utodispiacer; el don Carlo di Aragona a scrito a quella comunità li darà favor, et le zente dii papa è intrate in Ascole, et il re ha ordinato le zente sue, sono in Apruzo, cavalchi a quelli confini per asscgurarsi. Ilem, li patroni Justiniani, di le do galee zenoese sono lì ini porlo, come scrisse, solicitano la risposta. Item, à-’uto la Irata di tormenti dii re, la qual la manda a Traili a sier Antonio da cha’ da Pexaro. El del ditto, di 7. Come il re havia auto letere di quel Bernardin de Bernao, è in Franza a presso soa fiola, come si trala matrimonio con monsignor di la Roza, et ozi va uno dii re in Franza. Ilem, il re spera il turcho sia ¡ver ussir potente eie. Et è letere di Spagna, di XI aprii, che l’armata per luto aprii sarà in hordine, capetanio don Consalvo Fernando; et il re non li dà fede. Da Milani hanno letere di 28, che francesi vanno versso Pisa, poi con 121 * le zente dii papa verano versso el Regno, et il re manda per horra don Cesare, e missier Zuan Adorno ; et lì a Napoli era il signor Prospero Colona ; insta si habi turchi in ajuto, et liano tuta la lhoro speranza in essi turchi. La cita di Napoli sta suspe-sa; ognium pensa di sè, si provedino meglio pono; le provincie cominziano a sublevarsi, et se fanno renitenti a li pagamenti ; le strade è mal segure, e si robano ; et il re à mandà do volle per il principe di Bisignano, si iiugie esser amalato, causa da Li morte de un solo fioleto nasuto ultimate. Conclude, quelli regnicoli durerà rnancho di quello hanno fato quelli di Lombardia. /teff», è avisi, di 24 aprii, di la Ya-lona, da missier Jacomo Rodio, orator regio, qual andò versso la Porta. Ilem, hano letere di Roma, di 30, come la Signoria nostra havia dato il Cardinal Ascanio in le man di francesi; quelli sono mal contenti di zio, et sono anxij saper il vero ; dicono è mal darlo etc. Dii ditto orator, di X. Come il re dava la prestanza a le zente sue, li dà quatro page per uno; et il zorno sequente, soa majestà andava al Mazotn, a veder cavali per dar a le sue zente d’arme. Et è letere di l’Aquila, dii conte di Montorio, scrive a uno Orssini haver fatto adunanza insieme con li fora-ussili, si dubitava andasseno a la Lioncssa con li fo* raussiti. Da Roma, di sier Polo Capelb, el cavalier, orator, di X et 13. Come ha recevuto nostre letere, di 4, zercha il dar di el Cardinal Ascanio a’ francesi ; andò dal papa, e li comunichò. Soa santità restò suspeso, e disse: Nui scino judice; dimandare-