431 MCCCCC, GIUGNO. 4:12 in Valchamonicha, mandi in terra todescha a saper qualche nova, et per uno reporto, par a Trento è il generai di Ilumiliati, qual dice, si el re di romani non l’ajuterà, voi andar al turco. limi, è con ditto re 25 milanesi, ltem, quelli di Baviera, à ’uto comandamento da prepararsi, ma non voleno, si non in aiuto dii suo ducila. Di Gradiscila, di sier Piero Martello, proveda-dor, di 27. Avisa haver fato le mostre et provi-sion eie., e il bon voler dii capetanio di le fantarie. Dn Monopoli, di sier Antonio da cha' da Pexa-ro, data a dJ 12. Si duol di sier Thomà Liom, go-vernador, qual volendoli dar le letere di syndici, lui li disse : Ribaldo eie. Et il colegio l’ave molto a mal. El intisi li sindici l’havia intromesso. Fo ballota il resto di danari per armar il capetanio dii collo; e da Bergamo e da Brexa si have danari dii subsidio. Da poi disnar, fo conseio di X con zonta di colegio, et in questa matina fo parlato zerclia domino Francesco Bernardin Visconte; molli voleva la parte fusse presa, excepto sier Filipo Trun. Copia de una teiera sciita per el bassi di la Marea a uno di Napoli. Halì basas, signor de la Morea et de tutta Albania per terra et per mare eie. El comandamento de la signoria mia a la speclabilità vostra, sier Dimitri Paleologo, mille salute te mandemo. De qua è venuto Pelros Carossi, con el suo pa-renta’, li qualli hanno abuto anche provision da la signoria mia, et sì ne fo ditto per la spelabilità vostra ben, come vuj seti homo degno, et sì havè valenti homeni boni a presso vuj, et cussi, conio lia-vemo inteso, cussi te havemo visto anche. Perhò per questo ve demo aviso, zoè se vuj volò vegnir al gran signor, elei suo pam vuj bavere provision ogni anno aspri miara 25, zoè vinti cinque; e altramente ve fazo sacramento a lo Dio del cielo et de la terra, et su li quatro musaphia, le' qual credemo et confes-semo nui turchi, et sul grando propheta Macumeth, et sul pam dii signor, e su la testa del gran signor, zò che ve scrivemo de sopra, altramente non sarà. Fè che abiamo resposta per lo portador de la presente, per nome Petro Renessi. Dezembrio 25. Translatà di greco in latino. Copia di una teiera di sier Piero Sanudo, synico, 162 data a Nicosiu, a di 14 marzo 1500. % Serenissime princeps, et excellenlissime domine, domine semper obseroandissime. A dì X dii presente riceveti letere di vostra sublimità, date a dì 16 novembrio proximo passato, perle qual ho inteso il desiderio de. vostra sublimità in expedition di questo regno con la possibile celerità, el qual, expedito con ogni presteza, debia a dretura transferirme a li piedi di essa sublimità vostra. 1 qualli comandamenti posti sopra il capo mio, pro-meto a vostra sublimità observar con tutte le mie forze, senza altra interposition ni rispeto alguno; et perhò suplico quella, che per la obedientia mia, la qual con tutto el mio cuor desidero, non possi per altro respeto esser imputado. Et questo digo, serenissimo principo, perchè nui havessemo per li tempi passadi per sue letere, che dovessamo inquerir de le iutrade de Cerigo et de altri logi. La qual cossa è stata impossibele a mi, per esser andato a la via da terra a Napoli, et chiamato a Malvasia, et subito in Candia, stentandomi come cavalaro a li bisogni et comodità de la sublimità vostra. Et perhò, volendo obedir a questa ultima ordinatone di la celsitudine vostra, mi è forzo, come ho ditto, di gratia supplicar che ’1 non me sia imposto non obedir a quelli primi mandati. Prceterea, serenissimo principe, non per usar alcuna jactanlia circha le operatione mie, ma solum per excusarmi et justitìcarmi con la pre-lata celsitudine vostra de la angustia fra la brevità dii tempo et la neccessità di le opperàtion, che rechie-deno longeza, volendo sempre atendere a la celerità per mi desiderata, et per la sublimità vostra imposta, li dinoterò queste ultime el neccessarie provisione in benefìcio dii slato suo. Et perhò la sublimità vostra intenderà prima, che ho trovalo in questo regno che ’1 sono anni X passadi, che non è slata fatta la discritione, chiamata il praticho, et quello che fu fatto al tempo del magnifico missier Hironimo Bon, consier, alhora non fo compida, non per man-ehamento del ditto missier Hironimo, ma per impossibilità et manchamento di successori. Da questo è intervenuto, che tutti li parci di la reai vanno in malhora ; è intervenuto, che i confini di la reai sono subvertiti et robati; è intervenuto, che la porcion de li parci che moreno, le qual se chiamano zaete, sono tutte manzate et perse, le qual importano assai ; l’è intervenuto, che tutti li mioramenti e zardini, fatti 162' di la sublimità vostra, sono gaidesti senza pension alguna; l’è’intervenuto, che le fontane che adequano