163 MDXXVII, MAGGIO. 164 gredo di sier Zuan Francesco, sier .. . Baltaia qu. sier Piero Antonio.......... 102 Copia di una lettera scritta nel castello Santo Angelo a dì 12 Mazo 1527, al signor conte Guido Rangone. Alle estreme miserie et calamità ci troviamo, se ci aggionge, che mai da poi la venuta di Paulo d’Arezo da Fiorenza havemo avuta né nova, nè ambasciata di voi; il che pensate se è la perfectione del nostro assedio. Intendemo che sete in questo contorno, né vi apresentate, che venendo avanti vi succederla ognora più lutto quello che vorreste, et se non lo fate, apparechiate sentir di noi la (più) terribile tragedia che si sentisse mai. Fede nulla ce n’è in genere nè in parliculari, et non vi è persona, nè casa che non sia sta venduta et riscatata mille volte, et non è anima nata a chi so sia perdonato, onde il peggio di lutto è il venir a patti con costoro, flora, a voi sta a estinguer in lutto ogni memoria delle vite et anime nostre, che alt/o coslor non cercano, el se non se ne poi altro et che piada cosi a Dio, chiariteci almeno del lutto; et quanto più presto et per diverse vie et homeni, se li havete voliate mandare, et perla via di Roma alla porla del castello dinanti et per quella del soccorso, non ci viene chi non ci voi venire. Et oltra di questa diligentia de mandar home-ni, se venirete, fatteci li signali del Chiaveluzzo; ma non per questo excusate de mandar homeni. Et ogniunodice che 100 servitori boni et valenti del Papa a cavallo poriano venire securamente a suo piacere, nonché tanto numero, quanto è nel numero de quelli che per aiutare la vita et anima del patrone non hanno ad aspettare esser rechiesli. Se volete venir a trovar costoro in Roma, o dove ve si fussero davanti slando occupati nella preda, la qual non poleuo nè lassar, nè mandar via, né guardar, ognun lo iudica facillime et di questo mal nostro poiria causar la salute. Non volendo far questo, potrete venire a fare uno allogiamento tanto vicino .... che con li cavalli ci possiate levar de qui. Vi concludo, che se non venite è perchè vi piace la ruina nostra............... . . . . . et rispondete di questo presto et per mille messi. Dì castello di Roma, a li 12 Mago. Se’l Verona mi ha dato questa copia a fare, Vo- 102* stra Signoria sollicili. So non mancarete, che so avete voluto fare per altri, falel li segni ogni modo. Il Cardinal sla bene et è qui col Papa. A tergo : Al signor conte Guido Rangon. Sumario dì avisi mandati dal campo dapresso 103 Orvieto, a li 17 Mazo 1527, a la duchessa di Urbìn. Come quel zorno aili 17, el signor Duca, il marchese di Saluzo et il Guizardino hanno determinato che ’I conte Guido vadi alla volta di Brazano con li francesi, et Io exercito vadi a Nepi, et che de lì poi se habino a ritrovare a 1* Isola et risolvere tutto quello li parerà più expediente per soccorrere Roma ; al cui soccorso sono totalmente inclinati et risoluti. Orvietani hanno dato al signor Duca, per più sicurezza, sei de li primi loro gentìlomeni per ob-stagi. Il signor Federico da Bozolo è ritornato senza avere possuto far cossa alcuna ; il che sempre s’è indicato, perchè la cosa non era ben consigliata, né concertata, et li è cascalo molto sinistramente un cavallo adosso, che n’ haverà assai per molti giorni et forse mesi. Il Doriji ha mandato ad offerire a questa Signoria victualia per un mexe quando voglino soccorere il Papa, et andar presso a Roma in loco che gli possa mandare vitualia sicuramente da Civilavechia. Il conte di 1’ Anguilara promette i pezzi d’ ar-tellaria da campo con munilione et carne et vino per 10 dì senza prezio, et per altratanto tempo per la mità manco. Li capitanei cesarei hanno fatto un bando, che più non si sachegiano, et hanno rinforzato le guardie al castello per la cosa del signor Federico. Hannp adunati molti guastadori per faretrinzee al castello. Li cavalli legieri di questo exercito hanno svalegiata Bolsena, che non li volea dare victualie. Il cardinale Colona è intrato in Roma con una gran comitiva di suoi homeni, et vanno sachegiando quello hanno rifiutato spagnoli. Relatione di uno frate di S. Piero in Vin- 1041) cula di Roma, di l'ordine di frati di San Salvador, il qual partì di Roma adì 12 Magio 1527, fatta in camera del Serenis- (ì) La carta 103* è bianca,