253 ' mccccc, Veneno li cai di X in colegio, sier Antonio Bernardo, dotor, cavalier, sier Anzolo Trivixan, et sier Zacharia Dolfira; et stele con la Signoria sola, et mandono fuora etiam li savij di una man e di 1’ altra. Et è da saper, si preparava toreselle per il cardinal Ascanio; et li cai feno X guardiani a la custodia sua, tra li qual fo Alvise di Dardani. Et in questa matina, nui savij ai ordcni fossemo a le galie di viazi, per pagar ; e fato le cride, galioti non volse, per voler tutto l’avanzo. Item, fu fato la mostra di stratioti va a Traù, capo Dimitri Ralì. Da poi disnar, fu gran conseio, e poi conseio di X con zonta di danari. Et in questa sera, a hore 4 di note, gionse il cardinal Ascanio, et fu posto in toresela, solo, con li guardiani ; et li parse di novo. Alcuni altri episcopi fo posti altrove, et Badino posto in ferri. A dì 24 aprii. In colegio non fo il principe. Vene sier Antonio Moro, venuto baylo et capetanio di Corfú. Referí molte cosse ; à lassù ivi polvere, barili 1200; ilem, 4000 stera di tormento, 102 miera di biscoto. Disse in Corfù esser anime 18 milia in la terra, e in tuta l’isola 27 milia ; e tutti hanno comercio con turchi, e li vende arme etc. Item, che 1’ armada nostra stava mal ; morivano in tre dì ; è una compassioni. Item, quelli castelli stanno mal cu-(J4 stoditi, sì che pone le cosse di Corfù disperade. Item, aricordò saria bon meter le anime di l’isola in uno locho, chiamato Santo Anzolo, dove è una forteza, con uno castelan con 8 page, e vi staria 20 milia persone. Item, vi hè etiam San Sydro sopra uno monte, ma non perhò cussi seguro. Item, disse l’arma’ dii turcho si preparava ; e saria presta a us-sir, e la miti al mancho per tuto il mexe di mazo, saltem per 20 zugno ussiru ; et che, l’anno passato, era velie 314, e se ne rupe alcune per fortuna. Item, a la Prevesa si fa galie 30, computa X grosse, zoè bastarde; etiam a la Vajusa ne fa far, dove è pocha aqua. Item, a Corphù è poche monition, e corfuati hanno parenti con turchi. Fo laudato, de more, per mio di consieri con pochissime parole. Vene domino Sonzim Benzom, e tochò la man a tutti, dicendo havia fato il debito suo. E sier Marni Venier, consier, vicedoxe, lo ringratiò con poche parole ; sì che, non hessendo il principe, nulla vai. Vene domino Anzolo Tancredi, secretario dii signor Carlo Orssini, con 5 homeni d’arme di esso signor, venuti con Ascanio; qualli narono il modo fu trato di le man il fradello dii marchexe di Man-t°a a Piasenza. aprile. 254' Vene uno, per nome dii conte Zuah Batista da Colalto, qual fo posto in exilio per il conseio di X, oferendossi dar a suo spexe cavali 400 eie. Fo co-messo ai cai di X lo aldisseno. Ilem, fo parlato zercha galioti non si voleno scriver su le galie di viazi, per voler le lhoro refusure tutte ; e fo terminato darle. Da Corfù,, dii capetanio generai, di 8. A di la Zefaionia per do venuti, come 300 albanesi erano sublevadi, e fanno danno a quel castello. Ilem, turchi hanno fato una barella in castello, e quella portata a la marina, e con tre turchi l’anno mandata a Castel Tornese. Ilem, mandoe letere di Syo, con avisi di cosse turchesche etc. Dii baylo et capetanio di Corfù, di 8. Manda una letera abuta dal Zante, di 30, come l’arma’ di Lepanto è conze galie 40, e la nave si va conzando, qual à trombe in sentina eie. Da Traù, di sier Poh Malipiero, conte, in risposta. Zercha il mandar homeni a custodia dii ba-stion di Narenta; scusa quel teri torio. Di Monfalcom, di sier Vetor Diedo, podestà, di 20. Come era intrado in Goricia el capetanio di Lubiana, per nome dii re di romani, con 30 compagni, polvere etc. Et che missier Virgilio, qual era amalato, stava meio, e à scrito al fìol non la dagi a la Signoria nostra. Da poi disnar, per esser la vizilia di San Marco, el principe andò de more in chiesia, a vesporp, con li oratori ; et vene le arte a oferir, e poi fo conseio di X con zonta di danari et colegio. Et portò la spada sier Hironimo Contarini, va provedador in armada; fo suo compagno sier Piero .Balbi, e tutavia dito provedador arma. A dì 25 aprii, fo el dì de San Marco. El principe fo in chiesia a messa, con li oratori Franza, Napoli, Ferara, Urbim, Rimano, lo episcopo di Brexa, domino Marco Malipiero, comandador di Cypri. Portò la spada sier Jacomo Venier, va capetanio di le galie grosse ; fo suo compagno sier Vetor Sala-mon. Et doman porterà etiam sier Piero Querini, va in Cao d’Istria ; suo compagno, sier Piero Contarini, rosso. Et poi messa, si redusse li savij in colegio, a le-zer le letere. Et fo leto le letere di eri, di Hongaria, di 11 et 13 di P instante. 11 sumario di le qual sarà scripte qui avanti. Da Roma, di l’oralor, di 21. Coloquij abuti col papa zercha il Cardinal Ascanio ; e li piace sia sta preso. E disse: Questa liga trina, nui habiamo abuto la madona di Forlì; el roy, el signor Lodovico; et