MCCCCC, OTTOBRE. 968 Vene il signor Bortolo d’ Alviano, e con gran cuor parlò prima, quelle zenle è in Friul non à che mangiar, à consumato il tutto ; aricorda siano levate, perchè in Bossina nium adunamento di turchi è. Iiem, à fato un disegno dii Friul, et per tuto ha cavalchato; li basta l’animo obstar con 1’ aricordo farà, altramente le zente si tien non farà 0. Poi disse, havia compito la ferma sua ; lumen perseverava, e volea sempre star con la Signoria nostra. El principe lo laudò assai, e comesso a li savij lo aldi et expedissa, qual sarà doman. Di Pranza, di l’or alar, sier Benelo Triviocan, d eav.ilier, due a Bles, a dì XI fin a dì 13. Come ricevete nostre di 29 con le nove, et la proposta di pre’ Lucha ; il re tuto sapeva per lelere di 1’ oralor suo. Di Eiemagna, 0. Crede il re di romani sarà d’acordo, perchè li oratori di 1’ archiducha di Ber-gogna à ditto bone parole, e il ducha aver scrito al padre, si acordi col roy. Iiem, de coloquij abuti col Cardinal Roani, zercha Spagna, è in amor col roy, e lasserà l’ar.nada, e atenderà a l’impresa, e il roy voi far gran exercifo e armata di mar, e dii Regno in tre di spazerà volendo, e sarano d’acordo con Spagna. Iiem, atende a souoder le decime ; voria uno jubileo, dubita il papa non lo darà, perchè à ’uto, per darlo, di Bergogna dal ducha ducati 20 milia. Iiem, manda assa’ zente da cavalo e da pie’ tutavia in Italia, acciò il re di romani più fazilmente vengi a l’acordo. Iiem, è zonto li fra’ Jaches di Rodi ; dice mal di la Signoria nostra ; voleva andar patron di una nave ; et. 1’ oralor à fato tanto col re non lo meterà ; e il Cardinal à dito lo voi admonir, taza. Iiem, quella matina, a dì 13, il re partì per Nantes, et 1’ orator lo va sequendo a cavallo eie. Da Milam, dii secretano, di 21. Manda queste letere di Franza; presentò la letera al Cardinal Triul-zi, si oferisse a la Signoria nostra sempre. Itevi, monsignor di Chiaramonte è partito per Como, non li piace star a Milan, et starà XV zorni, poi vera a Pavia ; et monsignor di Obigni è andato alozar a Bia’ Grassa. Di Parma, 0 è sequito; chi à ’uto mal, è sta suo danno. Iiem, quelli populi sono mal contenti per li mali portamenti. Da Ferara, dii vicedomino, di 21. Come a Bologna si fa gran preparatiom; dubitano eie.; e mis-sier Zuane aspeta il suo homo, mandoe in Franza per statela. Et altro non z’ è di novo. Da Raspo, di sier Ulivier Contarmi, capetanio, di 13. Ha per soi exploratori, in Bossina esser po-cha zente turchescha, et esser andati cavali 5000 di la compagnia di Schander bassà a la volta de Sme- dro, in Servia, et haversi scontralo in le zente dii re di Hongaria, et da quelle è stà rote, et la mazor parte presi ; et qufsto, per persone degne di fede, che à visto essi presoni ligati, e cavali da 700 in suso, menati da hongari, e à visto a Buda, el zorno di San Francesco, artilarie assai carchate in barcha al Danubio, per passar da 1’ altra banda, per andar a Smedro. Et in Sagabria, Modrusa e Segna è stà pu-blicata la cruciata, et aferma eie. Di P orator di Napoli, existente qui, fo leto una poliza, scriveva al principe. À di Eiemagna el ducha Alberto di Saxonia esser morto, prima domati li fri-xoni eie. D i Fiorenza, fo leto uno capitolo, di 17. Quella terra in gran confusioni ; Medici à gran speranza di tornarvi ; non si fa alcun remedio, non zè vinto alcun partito di danari. El il ducha di Valentines va subjugando ; venendo lì, non vi è diftesa. Vene uno messo dii ducha Zuan Corvino, et presentò una letera, come pregava la Signoria fusse contenta trazesse per il colfo da Clissa certa quantità di sai, per condurli a quelli castelli, qualli li tieni vicini a’ turchi, nemici di la fede chrisliaria ; et il principe li disse bone parole, dicendo saria expedito. Vene sier Andrea Cabrie], qual voluntarie era ussito savio dii conseio, et presentò al principe do letere, una notata di sopra, di quel Alechi da Mo-don; l’altra di Candia, scritali per li poveri popu-lari di Candia, a dì 31 avosto, che importa. Vene domino Francesco Floriam, doctor, venuto di P armada yspana, con comission dii capetanio di essa armada, qual presentò in scriptis, et una letera in yspagnol di esso capetanio a la Signoria nostra ; e narò il successo e bon voler dii capetanio, qual perhò dal re Fedrico era lentato ; andava disposto, per amor di la Signoria nostra, a far qualche gran cossa ; e cussi havea in comission da li reali. Laudò molto esso capetanio, et disse il numero certissimo di essa armata. Numero di t armada yspana è in Levante, capetanio don Consalvo Fei'nandes. Tre carachie grande zenoese : una chiamata la capetania, o vero Camilla, di bote 4000 ; P altra, 3600, la......; l’altra, 3000, la.......; et una di 2000; barze 31, caravele 26, fuste 13, galie so-til 7. Et sono sopra dita armata persone XV milia, di le qual X milia da meter in terra, e canoni 48 a la francese, videlicet 24 sono sopra le carete ; et è in tuto pezi di artilaria numero 120, sopra le carete, come ho ditto di sopra ; eh’ è cossa belissima.