757 • MCCCCC, SETTEMBRE. 758 messeno de indusiar. E li altri savij messene, risponderli, pregando non volesse, perchè non semo di inanellar di la fedenoslra. .io nulla vulssi metter. Et fo leto una poliza scrita per l’orator di Franza ozi al principe, esortava si compiacesse il pontifice eie. Sier Lucha Zen, el consier, parlò conira la parte dii Trum, e fo longo, dicendo di la fede nostra, alegò auctorità et de academici, che solum afìrmava: se ni-hil stire. Poi disse : Quod ralio nequit, scepe sanavit mora. Laudò l’indusia, fino si sapesse la risposta di la nuova scrita a Roma dii perder di Modom. El sier Antonio Trum andò per responderli ; fu, l’hora tarda, rimesso. Fo leto una ¡etera di sier Antonio Arimondo, so-racomilo di galia grossa, data a presso il Zanle. Scrive come havea armado quella galia per mila col Polani, qual non haveva dà la so mila fuora ; pregava fusse tenuto tanto di terzi di dacij. Noto, in questo zorno partì sier Francesco Barbaro, sier Nicolò Lipomano et sier Nicolò Salamon, auditori nuovi, e andono in synicha’ da terra ferma, principiando da Padoa. 305 A di XI septembrio. In colegio non fu il principe. Vene sier Marcilo Venier et sier Jacomo, fradeli di sier Alvixe, rimasto provedador a Corfù, qual non è in questa terra, volendo che per la Signoria fusse terminà quel scurtinio andasse zoso: prima, per esser rimasto dii conseio X, si puoi excusar, come fece sier Lucha Zen, orator a Napoli, et sier Domenego Bolani, provedador in veronese, quali erano rimasti consieri ; item., per la parie che è stà eror nel seur-tinio, et non si trova juste le balote. Unde per tutti li consieri fo terminato, fusse ben romaso, e non si potesse scusar. Et volendo llioro tal termination fusse messa in scriplis, per potersi doler a li avoga-dori, accidil quello dirò di soto. Vene sier Francesco Foscari, el cavalier, va orator in Franza, dolendosi di la parie posta erri di oratori, e lui non è stà fato con questa condilion, et voleva più presto refudar, dia andar a spender dii suo. Et parse a parte dii colegio, ozi im pregadi meter la parte non fusse compreso. Vene domino Bortolo Suzino, doctor, da Liesna (sic), dimandando licentianon poteva più lezer, o vero potesse meter un sustituto, e lui lezer quando li paresse. Et fo consultalo darli più presto grata licenlia. Vene 1’ orator di Ferara, dolendossi da parte dii suo signor di la perdeda di Modon, et che ini non poi dar ajulo, ma pregerà Dio metti in cuor a li potentati, ajuti la Signoria nostra, el sarà ben eliam di la christianità. Poi dimandò la renova!ioti, una Ietera consueta per il signor, di 200 mastelli di vin, manda a tuor in Frinì ; la qual fo fata. El fo por sier Baldisera Trivixan, consier, vice doxe, ringra-tiato il suo signor dii bon voler. E! per colegio fo examinato alcuni conteslabeli ; prima expedito quel Sabastian da Veniexia, va a far 150 fanti per Cataro. Item, ozi tre conteslabeli, Za noni da Colorgno, fanti 250; Matio di Zara, 150; Marco Coppo, 150; videlicet page da guazo per mandar in Levante ;■ e poi fo revochato 1’ bordine, et recluto a provisionati, come dirò. Intrò il colegio di le biave, per causa mandar danari a Trani per formenti, perchè l’è neccessario farne provisiom, et eliam di Sicilia. In questa matina partì sier Domenego Pixani, va orator in Spagna, licei fenzesse fusse partilo eri ; va per terra, e scrisse da Padoa. E da saper, ozili tre auditori, deputati sopra le diferentie dii bancho di Garzoni, videlicet sier Francesco Marzello, sier Zorzi Loredam et sier Hironi-mo Marini, da poi molte audientie, terminono, li lie-riedi fo di sier Nicolò Bernardo esser compresi ne la ditta di banco di Garzoni, exceplo sier Piero Bernardo, qual si cavò fuori eie. Da poi disnar l'o pregadi. Non vene il principe; non fu letere, solum di Raspo, di sier Ulivicr Contarmi, di ultimo. Come à aviso in Bossina esser re-duti turchi X milia ; à mandato a inquerir. Fu messo parte per sier Zuan Morexini, sier Piero Contarmi e sier Domenego Bolani, consieri, li savij dii conseio e li savij di terra ferma, excepto sier Lunardo Grimani, non s’intendi sier Francesco Fo-schari, el cavalier, e li altri electi, compresi in la parte di eri. E sier Antonio Trun, el consier, messe a presso la parte, che de ccetero non si possi revo-char la parte di eri, si non per parte messa per 6 consieri, 3 cai di 40, e tutti dii colegio eie., exepluan-do perhò li oratori anderano a congratulalion di creation di papa o altri signori. Andò in renga, excusandosi, sier Francesco Foscari, el cavalier, e lè conto di la spexa, non si potea star. Rispose sier Lunardo Grimani. Poi ilerum sier Francesco Foscari. Rispose sier Francesco Trun, cao di X. De-mum, sier Zuan Trivixan, dicendo era tempo di parlar eli le cosse di mar; e cargo il colegio. Li rispose sier Piero Balbi, savio dii conseio, in excusation dii colegio. Andò le parte : una non sincera, 4 di no, di sier Antonio Trun 32, dii Grimani, qual messe star su quel è preso, 52, di consieri e savij 5G-. Ilerum andò le parte : 07 dii Grimani, 73 di consieri. El questa fu presa.