699 MDXXVII, AGOSTO. 700 j dice haverty inlesa in diversi luogi. Et questo è quanto che per sua relatione possiamo significar a vostra signoria. che fu il Foscari, sier Andrea Mudazo, el qual non voleva esser. Il Molin il servite et non volse. JJnde iterum tolto per il Mudazo il Molin, il Foscari non voleva; et il Foscari toleva il Mudazo, et il Molin per farli apiacer no’l voleva. JJnde andò atorno assà volte; a la fin vene Avogadori et Cai di X da loro, et indurati fo chiamati a la Signoria persuasi a expedirse.' TJnde iterum tornati dentro, nulla feno; adeo fu necessario che fosse messa una parte nel riito Conscio di X, posta per ... . .....che il terzo sia ubligalo tuor do volte de quelli del Conseio che potevano intrar, poiché non si poleano acordar. Et tolto sier Jacomo Ba-doer per il Foscari, rimase. Ma è da saper : prima il Mudazo tolse il Renier et rimase. Aduncha fono fati Cai: sier Jacomo Badoer. sier Daniel Renier et sier Antonio di Prioli dal Bancho. Fu posto alcune parte parlicular non da conto. Venne lettere da mar da Cor fu, del capi-tanio generai sier Piero Landò, di 15 Avo-sto. Del suo zonzer lì, et manda l’aviso hauto di la Cania, del caso seguito di le galìe. T)n TJdene, di sier Zuan Moro lochotenente di 28. Mandò aviso; Copia di lettere di Venzon, di'27 Avosto. Magnifico et carissimo signor etc. Hozi é venuto da le parte di fuora in questa nostra lerra uno mcrcadante savoiese, persona cir-cumspeeta et solita più fiate far transito de qui, il quale ha referito al nostro capitanio, qualiter Zo-bia proxima preterita, ritrovandose esso merca-danle in Spirol, venne lettere del Salamene» di-rective al capitanio suo de Orimberch, il quale li scrive qualiter lo Serenissimo principe Ferdinando cum lo suo exercito in persona era a I’ assedio de 1 uno castello sul Danubio, il nome del quale dice haverlo mandalo ad oblivione, et che fuora di dillo castello erano usila la zente et haveano asalito quelli di fuora, et haveano amazati 1000 boemi; el che il campo di esso principe era alquanto ritirato; et che fatta la expeditione di la impresa del dillo castello, subito Sua Serenità cum lo suo exercito dovea andar a la expugnation de uno altro castello nominalo Groz. Et questo era il lenor di esse lettere, quale esso merca dante dice haverle odile lezer propriis auris. Item, dice che in quelle parli quasi publice se divulga qualiter lo principe è sta rotto, el toltoli le arlelarie, benché in esse ledere tal nova non aparesse contenirse ; tamen tal nova Di Cividal di Friul, di sier Lodovico Mi-chiel proveditor; di 29, vidi lettere, qual scrive cussi :• Da novo de qui non havemo altro. Quelli turchi che sono corsi questi dì nel Charso, se ne sono ritornati. Vero è che per uno aviso da Segna se intende che a Utvinich, loco che fu del conle Zuan Carlovich, erano tO milia turchi li quali minaza-vano di ritornar in Croatia et nel Charso. Li loro capitanei sono un bassa Uselembeg vayvoda, Mu-slafà Buriseich et el vayvoda Simot. De VAgnello, date in campo de la lega apresso 4721) Ponte Jane, adì 29 Avosto 1527. Il signor Duca questi dui zorni proximi passali ha havuto maggior male del solito, el è sta continuamente in letto ; pur il medico dice che spera ridurlo presto ala pristina sanità. De li imperiali se hanno diversi avisi, nè si può intendere di loro nissuno cosa di certo. Il signor Francesco di Todi scrive, per lettere che sono gionte adesso, che loro hanno mandati zerca 1000 fanti italiani alla volta de Spoleli, et che’l resto del campo andava verso Orla. Uno servitore del signor Costantino Bochali, qual partite heri dal ditto campo et è venuto qui a ricercare un salvo condulto pei il prefato suo patrone de andare in Lombardia, dice haver lassati li lanzchenechi et spagnoli solto Orta, et che la intentione loro era di sache-giarla intendendo esservi dentro de molle robbe de li lochi circumvicini ; ma che per esser la città da se fortissima et fornita de zenle de Ursini, crede che il pensier loro li andarà fallilo. Costui dice, che se davano danari alli spagnoli et lanzchenechi, et che tutto lo exercito è di 14 milia fanti el non manco, zioè 6000 lanzchenechi, 5000 spagnoli et 3000 italiani. Il magnifico missier Victor Soranzo va domane a Camerino con li suoi slradioti, per far li efielti de che già ho scripto, zioè per sviare li fanti che sono dentro, per vedere di corrumpere li capi, per romper li molini et per velare che non li vadino denlro victualie, sperando con questi mezi far qualche bon effetto. Missier Marcelino Trincio zentilhomo del signor Duca, qual è ritornato di là, dice che non (lj La carta 471* è bianca.