505 MCCCCC, sano la nostra armada esser mal in hordine e in malli termeni ; e il signor à mandato danari a 1’ armata sua, et il bilarbeì di la Romania era cavale,hato di Andernopoli, avanti la llioro partita zorni 24, et va versso la Morea, et driedo lui vi va li ti marati con lo esercito. A dì 9 mazo. In colegio non fu el principe. Vene sier Lorenzo Gorer, venuto conte di Traù, et referite. Laudò tenir il bastion di Narenta, biasemò la forteza si feva su quel di Traù, perchè era più presto a utilità di un eitadim, cha di la Signoria nostra ; et che lui havia lassà a sier Polo Malipiero, suo successor, assa’ danari per il fabrichar ; et ebe a Traù bisognava assa’ fabriche, volendo fortifichar quella terra etc. Vene monsignor di Beucher, qual voleva par-tirse ozi, el fo persuaso indusiasse a domani. El ozi si li faria la risposta. 114 In questa matina, fo leto le letere dii capetanio zeneral e dii provedador di Gorphù, dii rezimento di Modom, di 15 aprii; il sumario dirò di soto. Et perché sier Berti Loredam era amalato, et la sua galia expedita, unde fo terminato per colegio mandar uno di sopracomici electi ; et sier Andrea Bon-dimier aceptò di andar. Item, sier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse, tutavia si armava, fo balotà li danari per armar la galia di Curzola ; et perchè per le letere di Modon, Alvixe di Zuanne, patron di nave di Soria, justa la parte, non havia tochà Modom, unde per la Signoria et il colegio io ordinato mandarlo a retenir. Et cussi fo fato, e commesso a l’avogaria. Da poi disnar, fo pregadi. Non vene il principe ; lo leto queste letere : Da Vicenza, di Sonzim Benzoini, di 7. Come la sera avanti, hessendo a Padoa a tavola, el Cardinal Ascanio non cenava, ma sentava in cao di tavola, et parlava con li oratori francesi zercha le vivande a la francese, e come le se fazeva ; poi dii modo pagava il roy le sue zente, laudando assai, dicendo mal di le italiane. Unde lui Sonzim rispose: Monsignor, adesso non è tempo di dir questo, ma ben avanti che fosti sta preson. E cussi si levò, e andò a dormir. Item, dimanda licentia di andar lino a Milani, per haver la confirmatiom di quello li de’ mister Zuan Jacomo Triulzi. Conclude, si Phavesse ducati X milia de inlrada al dì, sarà servidor di la Signoria nostra. Da Padoa, di sier Lunardo Mocenigo, podestà, e s*er Lucha Zen, capetanio, di 6. Come a bore 18 ■1 Cardinal Ascanio zonse de lì, e lhoro li andono I Diarii di M. Sanuto — Tom. III. MAGGIO. 30(i contra im perzia (sic) ; e a dì 7, a horc 9, si aviò versso Vicenza. El podestà lo acompagnò, et con zente etc. Da Vicenza, di sier Domenerjo Coniarmi, capetanio. Come andera con Ascanio, justa i mandati, a Soave, poi a Verona ; e ha ordinato a quatro vicha-riadi mandi 50 homeni per uno ; et che domino Ascanio di l’Anguilara, con so zente, cavalchi in conserva. Dei Crema, di 7. Come à per uno, stato a Milani in caxa de missier Zuan Jacomo, si diceva era venuto comandamento al dito, andasse in Franza ; et che il Cardinal Roam dimandò a missier Gilberto i Boromeo ducali 2000, et il conte Filippo Boromeo li portò ducati mille, et che il vescovo di Como à ditto : È pochi danari a la rebelioni à fato. Et che ditto conte Filippo era sia retenuto in castello. Et che monsignor di la Trimulia ozi dovea intrar con 500 cavalli in Milan, et si aspetava C00 lanze di le sue, et za ne erano zonte 400, quale vieneno a Milan; et che lui messo à scontrato done sopra airi di Cassam, che fuzivano in Milan, per dubito di francesi; et che venitiani non rompa, perchè si diceva venitiani hanno roto al re di Franza. Item, che missier Francesco Bernardin Visconte era retenuto in castello, et che Belinzona si teniva per sguizari, fin il re li satisfaza. Item, che da Binasco a Milan tutto era stà posto a sacho per francesi. Itevi, come esso podestà di Crema havia letere di Lodi, da domino Nicolao da Mosto, che in Milam si havia fato conse- io in caxa di missier Marchexin, dove fu monsignor di Lixom e li consieri regij, et che li citadini si dol-seno di danni auti ; et li risposeno, lhoro medemi erano stati causa. Et dice che a do mia a presso a Milam, è pien di francesi alozati ; et si parla assai di la Signoria, per causa di rebelli eie. Item, era venuto lì a Crema uno francese, doctor, qual li à diio, le zente di piasentina a Corte Mazor, ai lochi di domino Orlando Palavicino, haveano fato certo danno, et eliam li francesi andorono versso Pisa. Et che a Piasenza domino Ambrosio Triulzi, andato lì, alozò in caxa di una dona, suo marido è di primarij di I quella cità, chiamato de li Scoti, qual a Milan li fè bona compagnia ; or li tolse arzenti, per valuta di ducati diexe milia. Da Cremona, di proveditori. Zercha li beni di rebelli, quello voi si fazi ; dimanda il vicario dii vescovo, videlicet el vescoado e dii Cardinal Ascanio, à de inlrada ducati 5000. Item, sia mandà uno scrivali a quella camera, et che francesi sono di là di Po fano crudeltà a quelhoro, chome si fusseno turchi. 20