529 MCCCCC, LUGLIO. slado de Milan, e andar a Roma a incoronarsi, e non parla contra la Signoria nostra etc. Di Verona, di reclori, di 20. Come uno lhoro messo, mandò a Mantoa, era ritornato, dice Fra-cliasso è partito ozi matina, va con barella a Ferara ; et Galeazo è slato a Mantoa, liorra è a Bozolo, Iodio dii quondam signor Zuam Francesco di Gonzaga, vicino al cremonese, ma sul mantoan; et Antonio Maria, et il Cardinal suo fratello, è in Eiemagna a presso il re; et Bandim da Pavia, Pereto Corsso et Christoforo di Calabria, forono di primi contestabeli dii signor Lodovico, sono a Mantoa con alcuni caporali. Biasin Crivello, capo di cavali lizieri dii signor Lodovico, è a Mantoa. Nullo di lhoro hanno soldo dii signor, ma dicono voler andar da l’imperador, e cussi voi far Frachasso et Galeazo questa seplimana proxima; dieno mandar li soi cavali prima, e poi andar lhoro. Et domino Carolo Stanga, prothonota-rio, alias orator dii Moro a Zenoa, venuto di Napoli, è li a Mantoa. Domino Filippo Visconte è stato a Mantoa. È partito domino Galeazo Visconte per l’imperador, e si aferma de lì, che, passato mezo avosto, le soe gente o il re dieno venir a Milan ; et quando vene a Mantoa l’araldo dii roy, li milanesi si absentono nel mantoano ; et che venere il mar-chexe ebbe una letera di l’imperador, li ricomandava questi, dicendo lui esser suo feudatario. Et il signor non lassa milanesi vadino publice, e li exorta a star ascosi. Et la sorda, monacha, dii signor Lodo-vico è a Mantoa in uno monasterio. Sono 400 ale-mani pagati per il signor, ma stanno fuori di la porta ‘204 * di Mantoa. Et il signor ha fatto electiom, di 500 provisionati di mior dii paexe, qualli in horre 6 sarano in bordine ; non li dà soldo, ma solum li fa esempli di angarie e factione, et è do mexi el signor fé far 4 bussole da portar pam in campo, et butar 6 spingarde; et nulla à fato poi. Ma ivi hè 8 bombardieri, erano col Moro. À 300 cavali lizieri, tra stratioti e balestrieri, et non li dà danari a li ballestrieri, ma fa li vallani li facino le spexe, e li dà qualche fiata qualche ducato ; ma li stratioti sono pagati a l’usato. Eri zonse a Mantoa uno messo di l’imperador ; fo cxpedito questa matina dal signor ; si dice il signor farà quello vorà P imperador, per esser suo feudatario. Lem. lo araldo dii roy dimandò che a li rebelli non desse recapito, perchè questo non era il modo a conservar 1’ aniilitia, e quelli ha, fi dia combiato, e li lazi prenderli e mandarli a soa majestà. Il signor rispose, non sapea questo fusse in dispiacer di sua majestà ; horra che lo intende, li darà combiato. Li Verona, pur di reclori. Zercha homeni tor- 1 Diarii di M. Sanuto. — Tom. III. nali di galia, si lamentano li vien fata malia compagnia; et per colegio fo scrito per tutte le terre, mandino la parte ad execution, contra li galioti furiti di le galie eie. Da Ferara, dii vicedomino, di 20. Come le zente francese si verilicha che tornano im parmesana, et hanno manda dal ducha per haver il passo per 2000 pedoni, per la via di Grafignana. Lo ha dato, ' ma dubita nel passar non fazi danno a la Mirandola, che li resta pagar ducati 7000 al roy; mule li ha scrito, stagi provisti, et dubita perchè francesi al stato dii marchexe Almerigo di Massa li hanno tolto Carara et Fivizano, et in la Massa hanno postp uno governador francese, licei ditto Almerigo sia in la rocha; et par domino Francesco Triulzi voi quel stato per lui ; dice venirli etc. Lem, a Ferara è nova di P ussir P arma’ dii turco fuora; tutti jubilla. Et domente si lezeva molte letere, li savij steteno in cheba a consultar la materia di scriver in Honga-ria; et poi fu fato il scurtinio per far un savio dii \ conscio manchava, et niun non passò. Fonno tolti sier Constantin di Prioli, fo savio dii conseio, 95, 105; sier Marin Lion, procurator, 83; sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, fo savio dii conseio, 81 ; et altri, qualli niun non passò, et niun rimase. Et sier Baldisera Trivixan, el consier, e sier Antonio Trun fè lezer una parte, di far salvo conduto a sier Lunardo Vendramin, per debito eie., per do mexi. Et sier Francesco Foscari, quondam sier Filippo, procurator, contradixe, non si poteva metter ; mostrò la leze, unde la parte non andò. A dì 23 imo. In colegio fo il principe. Vene con soa serenità P orator di Pranza, et disse di la letera li scrive il re, leta eri im pregadi ; mostrò uno capitolo di Roma, dii ferir dii ducha di Bexagne, e chi li scrive, dice : 11 papa sta ben ; Dio li doni quel che li bisogna. Poi disse de alcuni milanesi voria le expe-dition di le suplication, et prega da sè siano expediti, dicendo: Serenissimo principe, mulaliones temporum yenerant morbum etc. Intrò el colegio di le biave, in materia di biave 205 et biscoti per P armada; et fenno provisiom. Di Castel Franco, di sier Piero Oradeniyo, podestà. Come quella comunità dii suo ha fato uno San Marco di piera ; voi ponerlo su una torre ; voi taie im prestedo da la Signoria; ordinato a li patroni a P arsenal li servino. Da Veyia, dii proveditor. Zercha XV homeni, la Signoria li à scrito ; unde hanno fato il suo conseio, non ponno armar e dar. Da Sibinico, di 15, 16 el 17. Come el conte 34