COI MCCCCC, zimenlo, per esser sier Bernardo ZustÌgnan, eapeta-nio,. vice ducha, amalato, li desse biscoti, provisionati, homeni, polvere eie. ; disseno di farlo. Poi il diavolo té, che il vice ducha non volse ; et su la nave * di sier Piero Ruzier, su la qual hè esso capetanio, li homeni se ne fuzite, et zercha 60 vene di suo voler; pur, a la fine, quel rezimento li dè, e con gran t'ati-cha, do barili di polvere per uno, et li in Cundía era da torsi 60 nave, zoè do barze di Spagna, una di bote 1500 et l’altra 500, qualle venivano in armada con ducali 800, et erano col rezimento a mcrcha’. El qual li disse, inanellava di tuorle per non haver danari, e crede sariano venuti con ducati "200 per uno, e lui synico li haria esborsati dii suo. Conclusive, carga sier Bernardo Zustignan, capetanio, e dice proverà il tutto; li protestò etc. Ilem, a di 1*2 luio. con ditte nave parti di Candía, et a,di 18 zonse li a la Nata, dove hè desideroso far etc. ; e à intromesso Vicenzo di Andrea, Athanasio Can, e altri patroni di nave desobedienti, qualli li menerà al conscio. ítem, con lui al Zante è queste nave : Nave de Soria, capetanio sier Piero Sañudo. La nave Bernarda, patroni Piero da Liesna. La nave Malipiera, patroni Michiel di Stephani. La nave, patroni Zuain Scharamelli. La nave, patroni sier Raymondo Bragadin. La nave, patroni Cabriel di Monte. La caravela, patroni Michiel da Branclizo. Di Candia, di sier Bernardo Zuslhjnm, capela-nio e vice ducha, e consieri, de 20 zuyno. In una, danna el synico Sañudo, qual era pegro a spazarsi con quelle nave, e andar in armada ; si scusano non haverli dato quanto el dimandava ; mandano alcune depositiom de molti, di quello li mandò a dir esso synico Sañudo, qual volse relenir, e li le protesti. Per l’altra letera, avisano quello hanno fato, si dii mandar homeni a Napoli di Romania e in armada e li bandizati, e 1’ armar di quelle galie con pochi danari mandatoli, e dii zonzer li la nave di Manolessi con le monitiom e cosse per armar, et dii zonzer lì anime 500 mothonee. Di Napoli di Romania, di sier Jacomo di Renier e sier Alvise Barbarico, reclori, do teiere, una non dice il zorno, l’altra di O luio. Di la morte di Colla da Roma, contestabele, e quella compagina non l’anno data a niuno, per non meter discordia; è là soto el strenuo Gorlim. Manda la mastra di ditto Gorlim e dii Danese. Rem, è morto Mexa Busicìiij ; à lassà > costo. . 602 li fi oli poveri; arie rdano se li proveda; solicitano 11 soldati; et turchi 4000 è (ad) Argos, scaramu-zano nostri stratioti con llioro, e portano U ste in la terra, ilem, scrive di Ire cit idini sospeti eie., jusla quello,scrisse sier Hironimo Contarmi, qualli-li roteile e li mandò in Candia. E li capi albanesi si sublevò, e disse turchi havia leva vanie a questi tre, a dir havesseno praticha con llioro eie. Ilem, de li è una galia, fo Taiapicra, posto per sopraeomito sier Simon Ferro, et li reclori voleva l’andasse a far escila. Achadete, ditto sopracomito robò uuo gone-lim a uno contestabele, e fo a le mani ; e li dè sovvenzioni a li galioti di farine eie. Ilem, vene sier Valerio Marcello e Alexandro di Goti con do galie, a condur Gorlin ; si parlino, sì che fece sì bella ponta il Fero. Di sier Djmeneyo Corner, castel lili, dii Scoio di 237 Napoli di Romania, di 0. Narra il suo infortunio, di haver perso la roba da’ turchi, qual mandava con la moier de qui ; la qual dona fuzite in terra, e fo levada da do nostre galie, et lui è mexi... è lì ca-stelan, 0 à ’buio ; si ricomanda. Da Modani, di sier Marco Cabrici e sier Anto-Ionio Zantani, relori, di 7 el 8 luio. Come turchi 12 milia li erano acampati a torno ; poi vene el bi-larbeì di la Romania, mo terzo zorno, ita che sono da persone 30 milia a campo ; nostri stanno di boti animo, purché la nostra artnada si apresenti ; hanno poca polvere, et ne voriano di 1’ altra; laudano Antonio di Fabri e Sabasliau da Moncelese, contestabele. Ilem, come do galie, sopracomiti sier Valerio Marzello et Alexandro di Gotti, veneno lì, et la nave Confarina la licentiono per l’armada e patron Damiani di Mariani, e cussi altre charavele ; e zonse li la nave, patron Vicenzo Orsso. Ilem, turchi 300J andono al castel dii Zonchio, nulla hanno fato ; nostri si difende virilmente ; solicita l’armada vengi, e non se li manchi di soccorsso. De li diiti, di 8. Come hanno a torno turchi 60 milia, et comenzono a bombardar la lem con di» bombarde, condute da Patras; da tre bande sono acampati, et hanno comenzi a far uno bastioni a Santa Veneranda, sul monte; el nostri seharumuzaiio con llioro, et fanno danni a’ ditti turchi, ma non hanno polvere eie. De li dilli. di 12. Dubitano assai, et stanno ini pericolo! A dì XI turchi bombardone il borgo, et hanno li repari soto la terra, e dentro è inanellamento di aque. È letera brieve, et con una copia, scriveno al zeneral; concludendo, meteno esser in gran pericolo, non hanno polvere per zorni X, rasse di freze numero 6, aqua pocha. Ilem, lì è rimaste