343 MCCCCC, MAGGIO. 344 cliria lo episcopo di Cliai per Hongaria ; et à letere di monsignor episcopo di Arles, è in Pranza, come à inteso, zercha le cosse di Romagna, il roy li ha risposto in tutto voler esser con la Signoria nostra; unde il papa sta suspeso; e conclude esso nostro ora-tor, in re christiana il papa vien di vergogna, non di voluntà. Manda il brieve dii perdorn di la Sensa, la copia dii qual sarà qui avanti posto al lòcho suo. Dii dillo, di 19. Che monsignor de Agrimonte, orator dii roy, eri zonse lì. L’orator li fo contra, lui si à oferto a la Signoria. Vene l’orator di Lucha; e disse li soi oratori, è a Milam, haver auto risposta dal Cardinal Roam, che il roy voi servar la promessa a’ fiorentini, e darli Pietra Santa e Motrona, lochi tien d’ essi fiorentini. Lhoro luchesi voria la Signoria scrivesse a Milan, che il Cardinal fusse contento indusiar fino mandas-seno lhoro oratori in Franza al re. Li fo risposto per el principe, si havia za scrito in bona forma. Da poi disnar fo gran conseio, fato do avogadori di comun, sier Hironimo Lion, el cavalier, fo savio a terra ferma, di sierMarin, procurator, et sier Piero Morexini, è di pregadi, quondam sier Zuane ; qual rimase da sier Lunardo Grimani, fo avogador di comuni, che vene per scurlinio. A dì 25 mazo. In colegio fo leto alcune letere di Milan et di Pranza, mandati tutti fuora chi non intra nel conseio di X. Vene poi lo episcopo de Thioli, nominato Ange- lo, orator dii papa, insieme con sier Hironimo Lion, e! cavalier, sier Marco Lipomano, el cavalier, sier Marco Dandolo, dotor et cavalier, sier Zuan Badoer, dotor, et altri 12 di pregadi ; et presentò le letere di credenza, e il brieve dii papa. Poi disse haver mandalo di reverendissimi cardinali, di dimandar Asca-nio, per lo qual effecto si partì di Roma, e, inteso la Signoria T avia reso, restoe a Monte Fior, et scrisse al papa, qual soa santità et li reverendissimi cardinali lo mandono di longo, per saper la causa urgentissima di haver dato dito Cardinal al re christianissimo. Secando, zercha il turcho, il papa voi far assa’ cosse, e ajutar la Signoria nostra, e la christianità, e far la union di principi christiani contra infideks, e à dispensa el matrimonio dii ré di Hongaria a questo effecto. Tertio, soa santità voi haver Pexaro, justa la promessa li fo fato, et più Rimano e Faenza, per esser li vicharij caduti dii senso (sic), et perhò dimanda la Signoria nostra li lievi la protetione. Quarto, uno Guielmo Gaietano, rebello di Santa Chiesia tolto a nostro soldo, il papa prega sia casso ; lanieri di questo nulla era. Quinto, racomanda il conte Antonio di i la Mirandola, per li nepoti, a presso li oratori nostri sono in Franza et a Milano. Sexlo, era venuto per star (pii a presso questa Signoria per nontio dii papa. El principe, senza altro consulto, li rispose : quanto ad Ascanio, era sta dato sforzadi ; 2.° dii turcho disse assa’ cosse, et si atendi a tal impresa, e il gran pericolo, et che il papa non è siguro in Roma; 3.° di Pexaro eie. saremo, come sempre senio stati, obspquentissimi dii papa, e di Rimano e Faenza son gran cosse a questi tempi ; 4.° di quel Guiel-mo 0 sapemo ; 5.° di le cosse di la Mirandola, il papa poi far meglio di nui ; 6.° che ’1 •sia venuto per star (iui, li disse saria ben visto. Et lo episcopo li disse : La vostra Signoria mi risponderà poi, consultata eie. Et, inler loquendum dii turcho, disse il principe : Bisogna il papa et nui, che havemo anni 80, andamo in armada contra il turcho. Vene Sonzim Benzoli) da Crema, et con li cai di X, mandati li altri fuora, lexe una scritura, qual prima mi la mostrò. Par che ’1 marchexe di Mantoa batti monede falsse, et che mantoani è disposti contra francesi, ma non conira la Signoria insieme col re, et altri avisi, qual lui li à ’uti per via di uno fra-delio dii confesor dii marchexe, qual vene eri di Manloa. Di Ferara, dii vicedomino, di 24. Di do oratori francesi zonti a Bologna ; uno vien di Roma, l’altro di Siena, vano a Milan ; et Zuan Zordam Orssini è a Bologna, et pisani ha ’uto bona intentiom dii Cardinal San Piero in Vincala, o, per dir meglio, luche-si, per esser de lì episcopo, et che lì a Ferara si fa precessioni, per conseio di quella monacha da Viterbo eie. Da Crema. Come era venuto lì monsignor di la Mota, per nome di monsignor di Montasom, con letere, qual si oferisse andar, con le zente ha, contra turchi in favor di la Signoria; et eliam esso Montasom scrive a la Signoria di tal materia. Da Cremona, di 22. Come Frachasso passò de lì, va à Ferara ; et eri si have letere di ditti prove-dadori, haveano auto da Milan, il generai di Ilu-miliati era scoso lì ; à vardato, non è vero ; et altre cosse scrisseno non da conto. Di sier Vido Morexini, paijador in campo. Voria licentia, non fa nulla ; et mi scrisse exortandomi a tal effecto. Da Trevi, di sier Christofal Moro, jirovedudor. 0 da conto ; voi licentia. Da Bassam. Zercha avisi di Maximian, di preparatoli eie. Di sier Andrea Michiel, provedador in Albania, 128