MCCCCCI, MARZO. 1592 (li la parte. E fu presa. Et cussi la «ialina dilla parte fici publichar in Rialto. Fu posto per li consieri, et fo opera dii principe, scriver a Roma, a l’oralor, fazi il papa non dagi li-centia a niuna monacha ensi dii monasterio ; et quelle hanno le licentie, le debi apresentar eie. Fè una le-tera assa’ longa. Ave X di no. Fu posto per lhoro savij scriver in Fraiiza, e mandarli la Copia di la cominission di oratori sopraditi ; la mostri al re. llem, li dichi quello ne ha dito l’orator di Napoli, et che il tutto con soa majestà comunichemo ; et che ditta letcra e comission si lezi doman a l’orator di Pranza ; e da mo sia preso che, per il principe nostro, a P orator di Napoli li sia ditto e risposto, non mancharemo mai, chome in ogni tempo liavemo lato, di far eie. per il suo re. Et dilla parte liave tutto il conscio, licei fusse mormorato. A dì 23 marzo. In collegio vene P orator di Pranza, al qual fo loto la comissiom e la letera preditta. Rimase assa’ satisfato ; dicendo di la realtà andava la Signoria versso il suo re; e in corte non inanellava di mallivolli. Zurò Pacordo con Maximia-no non esser lato, nè si farà senza ben di la Signoria; sa la voluntà dii re suo, e da mo renoncia la legation, e li sia taià la testa. Quanto a la cossa di Napoli, duodecim livree sunl diei ; et si il re farà per niun, farà per questa Signoria. Etiam lui scriveria. E si partì assa’ contento. Vene P orator di Ferara, zerclia aver la trala di pegole di fodescharia, et di fero dolze, per il signor, di qui, pagando li dacij. Li fo risposto, non si po-deva, et ne bisognava per nui, e aspcctasse qualche zorno; e che le pegole, di ducati 6 erano venute a ducati 22. Poi dimandò certa letera di vin consueta; li fu concessa. Vene uno nontio di domino Zuan Bentivoy, con le letere di credenza, nominato Galeazo . . . ., zovene, stato alias qui ; et expose, haver missier Zuane letere di Franza, di 23 fevrer, il re mostra bon animo; tamen, dice, si acordi con il papa; et poi esser venuto di Roma domino Rironimo Cam-pezo, suo orator, in una man con la guera, in P altra il foco, zoè il papa voi Castel Bolognese, e darli a l’incontro certa abatia di Cento eie. Per tanto, come servitor di questo stado, dimanda conseio. Et fo mandato fuora ; et poi risposto per il principe, missier Zuane è savio, sa che far, per esser sul fato eie. Vene sier Alvise Malipiero, va provedador a Udene, tolse licentia ; si parte doman. Foli balotato il suo mandato. Va con lui Marco Bevazam. Da Ferara, dii vicedomino, di 21. Manda una letera, abuta da Monsignor di Aiegra, llem, de lì si dice di P acordo fato tra il re di romani e il re di Franza. Il signor mostra aver piacer ; et è sta fato mediante P archiducha di Bergogna. llem, francesi andavano verso Belinzona per reaverla ; tamen, de lì si dice molte zanze. llem,‘si ha in Faenza esser intrato un Preton di Modiana con 300 provisionati ; et il ducha preparassi a P impresa di dita terra. llem, la letera di monsignor di Aiegra, data in Domesina, a dì 17, par aspeti dal re 100 homeni d’arme, et 3000 a piedi, e artilarie ; qual zonte, anderano a P impresa, e la Signoria nostra se ne potrà servir di ditte zente e di lui, perchè altro non desidera cha questo. Veneno sier Nicolò Mozenigo e sier Doinenego Morexini, procuratori, a dimandar se scrivi in corte per il perdoni di Santo Antonio, e cussi fo fato. Vene Piero Verzo, corier, viem di Portogallo con letere di sier Domenego Pixani, orator nostro, di 13, da Lisbona, fino 23 dii passalo; et ozi dia zonzer qui. Al qual li fo ballota il boletim. Portò bone nuove di P arma’ e ajuto ne dà quel re ; et dille lelere, il sumario, sarano scripte di soto, et la copia di una letera dii re medemo, di 22 ; et è bone nuove. Da Munlagnana, di Zuan Paulo Manfron. Vo-ria mandar a luor so moier per mar, eh’ è in Reame; se li presti ducati 200, et si scrivi a Trani, li dagi qualche navilio, vengi qui. Vene sier Andrea Loredan, patron a P arsenal, dicendo esser zonti in Istria 15 milia slera di fermenti; et par, per Parma’ yspana, li sia stà tolto certi formenti, per bisogno; sì che avisa il tutto. Da poi disnar fo conseio di X con zonta di danari, et colegio. Vene le infrascripte letere, il sumario di le qual è queste, qui soto scrite : Da Corf à, dii baylo e dìi provedador, di X. À, dii Zonchio, letere va al zeneral, e scrive la morte di sier Ilironimo Pixani, provedador di P armada, lì al Zonchio, a dì ultimo dii passato. llem, hanno, Camalli esser a presso Galipoli, con velie 100 ; et per uno nobile da cha’ da Molili, venuto con dite letere, à, quelli di Napoli haver preso Argos. llem, lì a Corlu esser certe febre acute pestilential ; ne moreno assai di le galie. llem, hanno dato principio a li repari sopra le mure nuove, ma non hano legnami ; et eri drio dii turion di P armiraio, versso el porto, a uno muro vecliio, feno principiar una scarpa, passa 20 longa, grossa pie’ 15, alta pie’ 32, et fin ti dì sarà compiti!. E in capo li hanno fato far un torioneello eminente, bate il monte di San Sydro ; conserva la