625 MCCCCC, AGOSTO. parie in ogni grati« e stato, per l’ambitiom che regna con tanti excessi, peccati, maxime in spinluuli-bus, dove la terra vostra, senza timor de Dio, è molto reilula a comprar benefieij. Et che la pensi bene in che pericolo se trova el Stato vostro al presente, e quanto gli è manchato la fede et li amici et forze temporal, e quelle del turco acresule, solimi per esser lui fato llagello de ldio sopra lo populo cativo christiano. Al qual, ldio nel tempo opportuno, et de proxirao, mitlet salvaiorem, qual reparerà et reformerà el (ulto, et amplificherà el nome chrisliano in universa terra. E pensate tute queste partite con le sue adherentie, la serenità vostra levi la mente sua a ldio et a la Nostra Dona et al suo Evangelista, donde è da sperar vero sutVagio et ajuto in tanto pericolo. Et che per impetrar quello, la serenità vostra mandi per el suo patriarcha e prelati, et ordeni che per 7 zorni, avanti la Nostra Dona de mezo agosto proxima, el sia ordinato el jejunio et oratimi et rogationi publice et private per tutta la terra et lochi eircumstanti, con indulgentie et elimosine et exortation a penitentia di confession et comunion a quanti porano ; et per esso zorno di 1’ Asumptione ordinar una solenne et devota processione et messa in San Marcilo, senza vanità et confusione, prome-tendo a Dio et a la Nostra Dona, che de mtero ogni anno sempre quella republica solennizerà tal festa, e prevenirà con le prefate preparationi a gloria de Dio et de la sua maire et de San Marco, in memoria de la victoria et gratia che lei, coprendo li nostri defedi, vi presterà conira questi cani, falsi et oculti oppressori, disponendo di voler effectualmente far provisione ad alcuni capitai vicij, quali regnano in la vostra terra eontra la mente divina et ben publico; asserendo che se ’1 serà facto questo con vera devo-tion et zelo, la serenità vostra con tuta la terra et dominio ne sentirà summo Iructo al presente et in pò-sterum, et meriterà gratia ne la universal Iribulation et reformalion, velit nolit niundus, in brevi futura, Unde, serenissimo principe, padre e signor, perchè questa opera in sè è bona e sanctissima, de la qual non se pò se non guadagnar, et spiritual el temporalmente, facia ino la serenità vostra l’oficio suo, corno par a lei, clic per me ho obedito e falò l’oficio mio, nè mai inanello nè mancharò al ben publico, 48 ustpie adsanyuinem, conio tandem lo effeeto lo dimostrerà, etiam ch’io sia un povero peccatore et inutile servo di Jesù Christo. Et perchè questa cosa non la intende creatura di questo mondo, salvo la serenità vostra, a cui scrivo di man propria, et doi altri de qui servo di Dio, prego et di gratia domando a 1 Diarii di M. Sanuto. — Toni. III. quella, la non lazi autor in nulla cosa altro cha ldio; et a lui, el qual è mio unico signor e regno et ope-rator di ogni ben, renda ogni gratia; a la quale sempre mi ricomando. Ex solitudine Christi, ultima juìii 1500. Armatevi di vera pacientia, e provedete a le iti -justitie, blasfemie, oppressioni di poveri e beni ecclesiastici, sacrilegij et sporcata luxuria che se fa in la terra vostra senza timor, che ldio ve darà victoria el gratia. E se per caso, il zonzer di questa fusse tarda a 1’ bordine prefato, se suplica dopoi la solennità, quello che mancherà vanii per questa volta. Subscriptio: Excellenlissimce serenitalis vestree clarissiime servitor el pauper vermiculus domini Jesu Christi inutilis. A tergo : Serenissimo principi, et excellenlissimo domino Angustino Barbudico, duci Venetiarum eie., domino honorando. A dì 13 avosto. In colegio vene l’orator dii 248“ papa, episcopo de Thioli, al qual fo leto la risposta dii senato ; et lui mostrò, il papa non si contenteria, pur scriverà a soa santità. Poi dimandò in re sua, zercha il credito ha eontra il Cardinal Ascanio, volendo recuperarli di l’intrade dii vescoa’ di Cremona. Vene li do oratori francesi venuti di Ilongaria, acompagnali da sier Marco Lipomano, el cavalier, sicr Francesco Foscari, el cavalier, sier Andrea Tri-vixam, el cavalier, sier Zuan Badoer, dotor, sicr Pangrati Capello, sier Zuam Marcello, è a le raxon nuove ; et, sentati a presso il principe, disseno esser stati in Ilongaria per do caxom : una, far liga tra il suo roy e quel re; l’altra, suader quella majestà con-tra il turcho ; e mostrò alcuni capitoli autentici, vi'delicei hanno fato liga perpetua inter eos et il re di Polonia, et eontra lurcas. Itera, quel re promete romper le trieve ha col turco, statim. Item, lassa locho a la Signoria a intrar in la confederation, e quel re promete mandar do oratori al roy ad azon-zer a ditti capitoli. Or fono mandati fuori, e consultato quello si habi a risponder. Poi per il principe li fo ditto, in optima forma. D.i Milani, dii secretano, di X. In conclusioni, quelli dubitano di eternano, et hanno terminà che lanze 1500 debbino alozar lì a Milan, saliera fuora versso Pavia, fazando novità il populo; et stima con 40