105 MCCCCC, APRILE. 106 tri è sii amazati. Item, ossi turchi hanno menato via .SUO anime, Iute perhò soe carazari. Di campo, di, proveditori nostri. Chome hanno praticha di aver Lecho, et altre cosse non da conto, di le qual non ho fato nota. Da poi disnar, fo pregadi. E fu posto per tutti i savij dii colegio meza tansa, a pagar a termine: a di 12 dii mexe la mila, con don di 8 per 100, et fin 24 il resto, senza doni; e siano fati creditori al monte nuovo, a ducali 70 el 100. Ave 31 di no, 145 di si. E fo presa. Fu posto per il principe, consieri, cai di 40 e tutti i savij dii colegio, do decime al monte nuovo, termine a pagar: a dì X la prima dii mese, l’altra per luto il mexe, con don di X per 100. Parlò sier Francesco Trum, fo savio a terra ferma, dicendo el doxe doveria pagar tanse eie. Li rispose sier Zorzi Emo, savio a terra ferma, qual ringratiò el conseio con vocabuli molto exquisiti, laudò il nostro principe eie. Or andò la parte: ave 51 di no, 127 di la parte. Et fo presa. Fu posto per tutti i savij d’acordo, scriver una letera al capetanio zeneral, sier Marchiò Trivixan, qual era a Corfù, dovesse levar le anime inutile de lì, e le mandi ini Puia o altrove ad habitar, che si provederà dii viver lhoro eie. Et fu presa. Fu posto per nui, savij ai ordeni, li patroni di Alexandria e Baruto si debi provar per tuto marti, a dì 7, e aver sera la sua charata sotto pena di haver perso tutto quello anno dato a l’arsenal ; e di quello resta a dar, siano mandati debitori a p.ilazo, nè siano depenati; e sia incanta le galie a lhoro danno. Et bave 6 eli no, e tutto il resto di la parte. Ma non fu observata. Da poi rimase conseio di X con zonta di colegio suso eie. A dì 5 aprii. In colegio vene li ¡»troni di le galie di viazi, dimandando cauziom di non andar in armada. Et Jo parlai contra, dicendo erano obligati a provarsi, e fono mandati via. Vene sier Francesco Querini, fo retor e prove-dador a Cataro, et referite. Jo non vi era. In conclusione, haver lassa munita quella cita di viluarie, et esservi anime 0000. Fo laudato dal principe eie. E da saper, l’altro eri ritornorono qui sier Piero Moro e sier Anzolo Barozi, stati in Friul, et volendo referir in colegio, fo remessi al pregadi. Vene uno messo di sguizari' di Berna, con una letera a la Signoria nostra, quali dimandano danari per la promessa li fo fata, insieme col signor Lodovico. Da Napoli di Romania, di sier Francesco Bra-gadim, relor e provedador, di primo marzo. Di successi de lì, e nove di turchi. Item, da Modom, di re-ctori, pur di primo marzo. 0 da conto ; aricorda si proveda a quella terra. Da poi disnar, fo gran conseio, per far eletion ; et poi fo pregadi. Vene il principe et le infrascrite letcre, hessendo pregadi reduto. Di Liom, di f orator nostro, di 26. Chome inteso el re, monsignor di Àiegra, 500 lanze et 3000 fanti erano in Novara, esser ussiti, e conzontossi con missier Zuan Jacomo, e il signor Lodovico haver abuto quella terra, lamen la rocha si tien ancora per soa majestà, disse faria provisiom, e mandava zente di qua da’ monti. Et il baylo dii Degiun li scrive, haverà assa’ sguizari. Et soa majestà dice verà a l’impresa, e à scrito a missier Zuan Jacomo, si apiza col Moro. Item, à expedito 1’ orator dii ducha di Ferara, respondendoli, secondo come si porterà il suo signor cussi soa majestà farà. Itera, a Lion ogni dì si fa precessione eie. Dii re di Franza, scrila in caria bona, in francese, a la Signoria nostra, data a Lion, a d' 27. In eadem materia; et che provederà: è molto lon-ga eie. Da Trevi, di sier Piero Marzello, provedador zeneral, di 3. Come el conte di Pitiano, governador nostro, voi aver 4000 fanti a passar Adda, et voi passar a Cassarli, dicendo poi anderà a Lodi, e al tutto voi i fanti. D i Crema, dii podestà, di 3. Manda alcuni avisi abati da Piasenza di domino Sonzim Benzoli, qual à ’uto una letera di 28 da missier Zuan Jacomo di Triulzi, data a Mortara, e una di domino Zuan Alvise dal Fiescho, di Zenoa, drizata a li Scoti, piacentini. Scrive il roy farà eie. Da Lodi, di sier Christofai Moro, provedador zeneral, di do. Chome à aviso da Milan, el signor Lodovico era partido di Novara per andar versso Mortara col campo; e quelli milanesi fanno do oratori a missier Zuan Jacomo Triulzi. Item, fano da 12 in 15 milia persone, e do capi per contra’ di Milan, e voleno far campo da la banda di qua, contra il nostro. El il Cardinal Ascanio fè certo conseio nel domo ; et è stà fato una crida a Milani : li Triulzi e Palavicini ritornano in Milan, e il populo li perdonerà eie., e cussi il signor Lodovico, facendoli ogni cauziom. Item, per uno aviso, par siano stà a le man il Moro con il Triulzi : el qual Triulzi à ’buio strela. Ilein, che li capi di sguizari hanno revochà li 4000 sguizari sono col Moro in campo, che, sotto pena dii