701 MCCCCC, SETTEMBRE. 702 domine uli pater observande, humiìi commendulione prcemissa. Sì come in ogni nostro infortunio siamo presti ricorere a vostra serenità, come a nostro precipuo refugio, così judicharemo posser essere ripresi da quella di negligenza et ingratitudine, quando de ogni nostro felice successo con vostra sublimità non ci congratulasimo, tenendo maxime ogni nostro essere da quella esser proceduto, anello che alquanto siamo retardati, sperando di magiore bavera con vostra celsitudine a gloriare. Et questo si è, che di po’ la partita dello exercito francese deli lochi qui vicini, inviamo il nostro ben che pocho ma valido exercito a Ripa Fracta, a dì 15 dii passato; et il dì sequenle, a l’alba, si incominciò a batere le mura con le artigliarle, et a bore quindeci, con schalamento et per forza, per virtù delle nostre gente devenne ili nostro potere, audio che drento vi fusse dui co-nestabeli, con 50 compagni. Da poi, a dì 18, inanti dì, ponemo campo al bastion di Val di Serchio, ben munito di victualie, con 4 pezi di artigliane grosse et munitone, et di 80 compagni ; et a bore 14, preparata di già la bataglia per li nostri, et apogiate le schale, ci si diè con salvamento de le persone. Saremo proceduti ad altra impresa, ma la penuria troppo ci agrava ; expectiamo il felice exito di vostra serenità di le cosse turchesche, non altramente che ìl line di tante nostre fatiche, perchè ci rendiamo certi, sì ebome per il passato, per lo avenire vostra sublimità, et questo almo senato, [ter la sua innata bontà et clementia, non ci habi a manchare. Et al presente quella pregamo et exoriamo, si degni a nostra compiacenza scrivere a la christianissima regia majestà, in recomandatione delle cosse nostre ; et a presso quella ci voglij prestare quelli auxilij et favori, quale ricercha la nostra bona obsequentia et fole havemo in vostra mansuetudine, alla quale ci olimmo et recomandiamo. Qaue bene valeal. Ex palatio nostro, die 3.° septembris, 1500. La subscrition : Obsequenlissimi filli, antiani et vexiUifer justitice populi et communis Pisarum. Et di soto : P. de Apostolis. La mansion : Serenissimo ac inviclissimo principi et domino, domino Angustino Barbadico, Vene-harurn duci, domino et uli patri observando. Da poi disnar fo pregadi. Et fo posto per sier Antonio Trurn, el consier, di acetar la scusa a sier Alvixe Venier, electo provedador a Corfù, come è sta fato in altri. Et fé lezer la parie. Ave 3 non sincere, 47 di sì, et 97 di no. E fu preso di no. Itevi, fu posto per el ditto, di expedir domino Piero Antonio Bataia, ohm castelam dii castel Santa f di Cremona, et che li sia confirmato tutti li capitoli promessi per il proveditor nostro. A l’incontro sier Domenego Bolani, li savij dii conscio e savij di terra ferma, excepto sier Lunardo Griinani, messeno darli in recompensation de tanti capitoli, le infrascrite cosse : primo, la possessioni di Castel Liom, possessa per lui za anni 20, come la possedeva. Item, la possession di Corte, dà de intrada ducati 3500, sia messa a la camera di Cremona, e sia ubligà dar ducati 1200 ogni anno a ditto castelam, soi heriedi e successori ; et la ditta possession sia ubligata a questo ; dii resto de l’intrade siano pagati li fanti e custodi, sotto la pena di furanti ; non si spendi in altro. Item, li sia dato la caxa, fo dii signor Ruberto a San Vido, con tute habentie, come ditto signor la possedeva. Item, Molitorio con le possession, come etiam el ditto signor possedeva. Item, lui, il padre, domino Michiel, fradelli e successori, siano lati zenthilomeni nostri dii nostro mazor conseio, e ditto capitolo non se intendi preso, si ’1 non sarà preso in gran conseio. Item, li sia dato li-centia di portar arme con 8 o ver X compagni. Item, li sia dato di conduta 200 cavali eie. Parlò primo sier Lunardo Griinani; cargo il colegio, e messe volerli capitoli, exeplo di ducati 1200, darli balestrieri a cavalo 100, et ducati 300 di provisìon a l’anno. Andò in renga sier Alvise da Molili, fo savio dii conseio, dicendo era da proveder a Corfù, e non a queste parte. Or li fo manda'a dir parlasse su la parie, per li cai di X, et vene zoso. Parlò sier Antonio Truiii. per la soa opinion, dicendo era honor di la Signoria expedirlo, o a una via o a l’altra. Demani parlò sier Lunardo Loredan, procurator, con colora, conira il Griinani. Andò le parte: 5 fo non sincere, una di no, dii Trun 11, dii Grimani 30, di savij 105. È presa. Et fo comandato di questo, e le dispuiation fate, gran credenze. Item, fu poslo per li consieri, dar ogni dì di questa altra setimana, da luni in là, il conscio di pregadi a li avogadori di comun, per menar munegini. Sier Antonio Trun, el consier, messe prima fusse expe-dito il Canal, pendeva per li syndici, poi dato a li avogadori. 11 Trun ave 50, e li consieri 90. E fu presa. Item, fu [tosto per tulli li savij la comission di sier Domenego Pixani, va orator in Spagna, passi