377 MCCCCC, GIUGNO. 378 2000 el non altri turchi. Et che Fcris bei, sanzacho di Scutari, si dice in Scopia, è morto da condormia, per haver lassato fabrichar quel locho di Cuvrili. Ilem, in quel paexe di Albania sono pochi turchi. A dì 8 sugno. In colegio, vene l’orator di Pranza in materie particular, et stete pocho, et andò fuori. Veneno li oratori di Brexa, al qual foli ditto per el principe, pagaseno il subssidio ; et fono licentiati. Et sier Vido Morexini, cao di 40, stato pagador in campo, referite di le zente d’arme ; presentò il resto di danari, e li libri. Et il principe laudò, aversi ben portato. Et sier Marco da Molim, cao di X, sollo, per esser andati li altri a Lio, mandò fuora tutti, et fé lezer lettere, credo da Ragusi. In conclusion, il turcho va a campo a Napoli di Romania. È da saper, ragusei in le sue letere si sotoscrive : Reclor el consilium com-munis ragusei. Da Fellre, di sier Malhio Barbaro, podestà et capetanio, di 6. Come per uno explorator, mandoe in terra todescha, ritornato, à inteso il re fè editto, tutti stesse in hordine, et a la dieta si fa, è il ducha di Borgogna, suo fìol, e altri signori ; et voi far liga con sguizari, excepto con quelli dete il signor Lodo-vico a’ francesi, e sguizari voi siano entro. Ilem, il conte palatili non è venuto a la dieta, et a Yspurch è dodese milanesi, qualli solicitano il re vadi a recuperar il stato di Milan, e par il re habi voluto re-fudar la corona, perchè non li è dato ajuto a recuperar Milam. E a Trento è molti milanesi, qualli fanno chareze a quel capetanio è lì per nome dii re eie. Da Milam, di V orator, di 4 el 5. Come el Cardinal partirà a di 8 per Pranza ; va con lui monsignor di la Trimolia, missier Zuam Jacoino e altri signori. E missier Zuan Jacomo dice, li è sta oposto va a justificharsi col re. Ilem, missier Zuan Jacomo et monsignor di la Trimolia sono venuti lì a Milam, et a Zenoa si arma, et monsignor di Ravastem è andato di Pavia lì a Zenoa ; e il Cardinal à scrito le letere a li electori di l’imperio; manda qui la copia. Et esso orator li mandò a comunichar le nove di Hongaria, non si curò. À ’uto la letera in recoman-daziom dii signor Nicolò da Corezo, e il sumario di 141* nove di turchi, e la risposta fata a l’orator dii papa, et soa santità 0 disse. Ik.ui, il campo di francesi a Monte Chirugo, locho di Torelli, hanno trato 80 colpi, et 0 fato, è levato per andar a Pisa. Ilem, a dì 5, el Cardinal Ascanio si partì dii castel di Milam per Franza, con custodia di molti arzieri dii re ; il Car- dinal l’à voluto mandar avanti di lui, dicendo non è dover vadi un Cardinal con 1’ altro. Ilem, quel di, a dì 5, fo impichà uno francese, che amazò uno milanese ; et francesi si sublevóno contra il cavalier, qual è italiani, e ne fo morti alcuni; pur fo impicha-to. Ilem, el Cardinal Sam Piero in Vincula partirà per Aste, aspeterà lì li tre oratori dii roy vanno a Roma, et insieme anderano versso Roma ; el qual Cardinal è stato a visitarlo. Ilem, lì in Milam è sta incanta i dacij consueti e il sai, et è sta incanta il terzo inanello dii consueto, zoè di 12, 8 ; e non è sta incanta il dazio dii pam e dii vin, acciò sia abondan-tia in la terra. Da Crema, dii podestà, di 4. Come el Cardinal Roani à mandato a dimandar do francesi sono lì retenuti, che fonno a l'amazar il capetanio di la justi-cia di Milan ; per tanto la Signoria nostra li or-deni, quanto babbi a far. Da Brexa, di sier C kris tu falò Moro, proveditor, di 5. Come quel zorno era zonto lì, stalo a veder F aqua di l’Oio, per la diferentia di cremonesi eie. ; e cussi vien di longo qui. Da Verona, di sier Hironimo da cha’ da Pexa-ro, capetanio e vice podestà. Manda l’inventario di le artilarie sono de lì, juxla i mandati. Da Roma, di /’ orator, di 4. Come, recepute nostre letere, andò dal papa, qual soa santità era sta 7 zorni amalata con fluxo, e lo trovò con malia riera, et li coniunichò il tutto ; e scrive li coloquij abu-ti. Si duol soa santità, il re di Franza non li à fato 0. Il suo .orator è qui, et la Signoria nostra non li risponde a le propositione, et che il re ha via tolto di Bologna, terra di la Chiesia, 43 milia. ducati, et poi si acorda col re di Napoli, dicendo : Faremo anche nui quel poremo. E starà a veder. Ilem, à dato danari a lo episcopo di Chai, va in Hongaria, et vien prima in questa terra con la instrutiom, acciò si Ja Signoria vorà, azonzi altro. Et avisa la Signoria li parli separadamente da lo episcopo de Thioli. Ilem, il papa à cassà li provisionati dii ducha Valentino, e dice: è povero papa, à im pegno le zoie suo fìol per l’impresa fece de Imola e Porli, e non arzenti se non quelli adopera a manzar. Ilem, l’orator parlò al papa in la materia di Hongaria ; eravi el Cardinal Alexandrino e Santa Praxede ; et lo Alexandrino disse : Sancte paler, mandè il legato, e drio la decima dii clero e la cruciata. E Santa Praxede disse : Aspetè quello il re richiede prima. E questa opinion li piaque al papa. Ilem, à levà la decima per Franza. Itati, l’orator francese, monsignor di Agrimont, fin tre zorni si parte et ritorna in Franza ; dimanda cin-