1145 MCCCCC, DECEMBRE. 1146 hore 4 di note, è avisato per messo a posta, da una soa spia di Alexio, Feris bei, sanzacho, esser zonto sopra Scutari con la soa corte, a modo di laro ; non facendossi a Scutari segno alcuno di letizia, justa el consueto; judicha la spia, sij perchè à inteso da uno suo amico turco, ditto sanzacho voler, zonto sarà a Scutari, andar in la isola di Alexio, e armar tutti quelli navilij e gripi se retroverano nel porto de la Medoa, e dentro de Aldrin, che sono numero zer-cha 20, tra ragusei, corphuati e alexiani, e con quella armata vegnir a la Vojussa, et ai danni e rui-na di luogi dii colpho nostro. Unde, esso proveda-dor, dubitando, si era in grandi affanni. Ma zonse la galia, soracomito sier Sabastian Marcello, a hore 6 di note, in quelle aque, qual vegniva di Cataro e andava a Corphù; mandò barche a lei, richiedendo- lo, quanto havesse a caro la galia di la Signoria nostra, venisse de lì. Et insieme con il provedador di Albania, era de lì, andò su dita galia per conferir, e consultano le provision. E in quella bora si levò dita galia, su la qual montò il provedador, per andar a la Medoa, e levar tutti quelli gripi e navilij sono de lì, e ne l’Aldrin, e farli venir lì a Dulzigno. Kt di questo si darà noticia al capetanio dii colpho eie. Da poi disnar fo pregadi. Non vene il principe. Et nel lezer di le lelere, si reduxe el conseio di X con zonta dii colegio, per mandar a tuor, dii castel di Crema, barilli... di polvere, per mandarli in ar-mada. Et cussi fono scrite le Ietere, et questo per non vi esser in l’arsenal nostro. Da Ravena, dii podestà et capelanio, di 3. Nulla da conto. Le zente dii ducha è a li alozamenti, cho-me scrisse; et quelli di la Val di Lamon non si move ; lamen non potrano star senza Faenza etc. 452 * Da Chuvrili, di Marin di Greci, non dice il zor-no. Chome li oratori lhoro non sono ritornati ; turchi, venuti a le porte ; dubita assai di perder il Iodio, si non si provedi ; e mandi Schandarbecho, qual farà gram fruto, et si provedi presto etc. Da Napoli di Romania, di rectori, ¡etere- di 29 et 30 oclubrio. Non lete ni in colegio ni im pregadi. 11 sumario sarà posto qui avanti. In questo pregadi fu posto per tutti una letera a Roma a l’orator, dovesse suplichar il papa, contentasse 1’ orator yspano di la cruciata, atento il danno saria, si levasse l’armata etc., con molte parole. Ave ninna non sincera, 0 di no, 131 di la parte. Item, posto per lhoro savij scriver a Verona, zercha la venuta dii Cardinal curzense, lo visiti etc., e li fazino uno presente di ducati X a la septimana, ■per il tempo starà lì. Have tutto il conseio. El per esser calivo lenlpo e neve, licei fusse hore 24, e si havia da meler molte parte, fo licen-tialo el pregadi. A di 8 dezembrio. In collegio, fo la conceptioti di-Nostra Dona, reduto il colegio in camera da basso, per redursi lì de ccelero. Vene l’orator dii papa per cosse particular, di certi beneficij, e dete una letera dii ducha Valentino, data a Forli in recomandation di uno. È soto scrita : Dedilissimus filiuset servilor, dux Valentinus, sacre romance ecclesie confalonarius el capitaneus gene-ralis etc. E il principe li disse di frati di San Sabastian, scrivi al papa di la discordia sono, per causa di quel fra’ Cherubin, retento per il conseio di X etc., che ’1 papa cornetti la causa al nostro patriarcha. Ilem, el principe disse di uno frate di San Francesco, venuto a la soa presentia, era guardian a Co-ron, à portato de li tre reliquie di la collona dove fo bafudo Chrislo, uno pe' di San Daniel, e uno dedo di San Nicolò ; e à le fede eie., qual erano a Coroni, e voi presentarle a la Signoria nostra. Et ordinata vengi in colegio. Vene sier Gasparo Malipiero e sier Galeazo Si-mitecolo. per la nave soa sora porto; qual, la Sirnite-cola, questa note, carga di rami di raxon di sier Mi-chiel Foscari, havia per fortuna roto l’alboro e arava ; pregando fusse mandà la barcha di comun fuora. E cussi fo mandata, et non have niun mal, perchè bonazò etc. lntrò el colegio di le biave, e ’maxime per far provision di hiscoti, et etiam de qui, che importa assai ; et precipue per l’armada. Item, intrò li capi di X ; steno podio ; fo leto una letera. Da poi disnar non fo nulla. Et a San Zane Polo, in cbiesia, fu fato una oration per domino Gregorio Amaxeo, utinense, in laude di l’arte di Immanità e di la rethoricha potissimum. Vi era assa’ zente e molti dodi. Or havia posto molte conclusion fuora, maxime contra Raphael Regio ; e, credendo el volesse lune disputar, vene zoso compita l’oration. Et Raphael Regio montò suso, et ex tempore disse alcune parole, e messe le conclusion di quello havia opinion di disputar et sentiva de arte rheu>rice etc. Et 1’ A-. maxeo, et suo fradello Hironimo, arguì contra ; et lamen fo rimesso a disputar poi. A dì 9 dezembrio. hi colegio, fo leto prima le infrascriple letere. Dii capelanio zeneral da mar, di 13, venule eri sera, per via di terra, con le replichatedi 12. Avisa .come si atende a bombardar il castello, e si fa gran