893 X1CCCCC, OTTOBRE. hanno electi li tre legati nominati ut supra, e più quel va Hongaria vadi etiam in Polonia. Et 1’ orator yspano hàvia ditto al papa, aver letere di 26 et 27, dii capetanio di l’armada, dii suo levar di porto da Messina, per andar a Corfù, solicitato per letere di quel rezimento, et dii capetanio zeneral nostro. Et ditto orator-richiese la cruciata. E1 papa disse: Man-demo legato lì eie. Itern, uno domimi!; De Rosis, baroli di Hongaria, preciede l’orator di quel re in corte, vien a Venecia per veder la terra; dubita non sij lassato intrar, per venir di Roma, eh’ è la peste. Aricorda si honori. Vene l’orator di Franza, al qual fo comunichato, e fato lezer questa letera dii papa. Li piaque assai, e ditoli il roy andava in Bertagna, li piaque molto, dicendo va per poner in bordine li navilij eie. Et mostrò letere dii Cardinal curzense, li scrive di la electron sua legato, nominando li altri ; si partirà presto et verà per questa terra ; si che le cosse va bene. Vene l’orator dii papa, et mostrò do brievi di 5, il papa li scriveva. 11 primo, assa’ longo, e in optima forma, li avisa la election di legati : il primo reverendo domino Raymondo, Cardinal curzense, al serenissimo re Maximiliano ; reverendo domino Jo-hanne, prete Cardinal di Salerno, a Ludovico 12.mo, re di Franza, Ilemanuel re di Portogallo, Arigo re di Anglia, et lacomo re di Scocia ; el reverendo domino Piero, prete Cardinal, gubernator, a Yladislao re di Hungaria et Zuan Alberto re di Polonia ; et quello va in Franza va etiam in Spagna dal re Fer-tinando et Helisabetha rezina, per far la expedition conira infideles, con ampli mandati di acordar, paci-fichar eie. Itern, richiede che a l’impresa di Romagna la Signoria presti favor a ultimarla, acciò quelli danari spenderia si possi spender conira infideles, et il ducila ini persona andarvi ; vide'icet far il ducha di Urbin non dagi ajuto a quelli signori excomunicati, et non si dagi l’adito e vituarie a missier Zuan Bentivoy etc.; et che era tre dì ditto ducha era partito con 800 homeni d’àrme, et 4000 fanti et assais-sime artilarie etc. Itern, per uno altro brieve, pur di 5, avisa il partir di Tarmata yspana di Messina, come à saputo da domino Laurentio Suares, orator di le catholice alteze in corte. Demum, esso orator solicitò la scriptura di la protetione, et il principe li rispose ringraciando^el papa, et si faria. Da Monopoli, di sier Jacomo Badoer, governador, di 16 septembrio, in risposta. Si poria aver di quelle jumente nostre da 30 polieri, di 4 et 5 anni, optimi. Ilem, zercha li ordeni di pagamenti di soi oficiali non poi saper, ni per la taola di syndici. Vene il signor Schandarbecho, solicitando la sua 356 expedition ; à fato li stratioti qui, son su Lido con Marco da Navara, contestabele, con schiopetieri 50, quali aspetano li danari. A mandato im Puia a far 50 altri stratioti; à ’uto in tutto ducati 1200; inanella il resto fin numero 3000. Or el principe dissello expe-diria ; e cussi sier Antonio Bon, va provedador con lui ; tamen era varia opinion in colegio. Noto, F orator di Urbim voria audientia per il signor, voi la protettoti, dubita di le zente dii papa, fa gran partito; fo aldito di savij. Ilem, qui è Jacomo Sacho, venuto per nome dii conte di Soiano, qual etiam à paura ; voria la protetione nostra ; non è aldito. Da poi disnar colegio si reduse, per consultar le cosse di Hongaria. A di XI octubrio, domenega. In colegio non vene il principe. La Signoria dete audientia, e li savij con-sultono la letera di scriver in Hongaria, optima. Et alcuni è di opinion, far eletion di novo orator. Ilem, è da saper, per le parole di frate Antonio Corvato, la Signoria fa far una bellissima curazina di veludo, per mandar a donar al conte paladini, di primi baroni di Franza ; costa ducati...... Di Budoa, di sier Nicolò Memo, podestà, di 23 septembrio. Di bisogni di quella terra ; non hano da viver, ne è solum homeni da fati numero 180, unde voriano fanti ; il contestabele è qui ; manda quella comunità do oratori a la.Signoria nostra, quali fono comessi a F bordine nostro. Da poi disnar fo gran pioza, fu gran conscio ; e colegio non si reduse. A dì 12 ditto. In colegio non vene il principe. La Signoria dete audientia, e li savij consultono di danari. E sier Nicolò Trivixan, procurator in seti-mana, fé notar una parte : dar il sai in questa terra universalmente, ut patel. Ilem, una angaria a tutti li campi di terra ferma, soldi 4 per uno eie. Tamen sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, volse rispeto. Ilem, fu fato homo di conseio di la galia Marcella, di Baruto. Rimase Francesco Vasallo. Et fo terminato, pieno collegio, tutti d’acordo, contra sier Jacomo Marzello, patron, voria la Signoria pagasse lei questo homo di conseio : e il parom, et ait verba, non lo pagerà. Vene F orator dii papa, solicitando la protelion e la risposta a le richieste fate. Et li fo risposto per el vice conseier, si vederia. Da poi disnar fo pregadi. Vene letere di mar; il sumario scriverò di tutte qui di sotto. Et fo chia-